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M5s sull’audizione del ministro Crosetto: Documento di pianificazione pluriennale della Difesa

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Foto: Pixabay

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«Abbiamo sottoposto al ministro Crosetto un problema di democrazia e trasparenza, il problema della segretezza dei target capacitivi concordati con la Nato sulla base dei quali la Difesa porta avanti la sua corsa al riarmo. Non è corretto che la Nato chieda al nostro Paese di spendere cifre folli senza che il Parlamento, che dovrebbe controllare queste spese, conosca quali siano le esigenze che motivano e guidano queste richieste. Il ministro ha risposto, in buona sostanza, che l’accesso a queste informazioni è impossibile e che quelle date dalla Difesa sono più che sufficienti», dichiarano in una nota i capigruppo M5s nelle commissioni Difesa di Camera e Senato, Arnaldo Lomuti e Bruno Marton, al termine dell’audizione del ministro Crosetto sul Documento di pianificazione pluriennale della Difesa. «Non per noi: chiederemo al capo di stato maggiore della Difesa, generale Portolano. Nessuna risposta ha dato invece alle nostre domande sul Gcap/Tempest, il futuro caccia di sesta generazione italo-anglo-giapponese, che si appresta a diventare il programma più costoso surclassando anche il programma F-35: oltre 10 miliardi solo per fase ricerca e sviluppo. Gli abbiamo chiesto se potrà avere finanziamenti europei, tanto più alla luce della sfumata possibilità di aggregazione della Germania la quale invece, dopo il fallimento del progetto Fcas con la Francia, sta valutando un progetto alternativo con la Svezia. Nessuna risposta. Gli abbiamo chiesto se la Difesa può garantire che per i droni gregari del Gcap, sui quali sta già lavorando la nuova joint venture italo-turca Leonardo-Baykar, non si stiano prendendo in considerazione soluzioni “made in Usa” a seguito delle pressioni di Washington avvenute in occasione dell’ultima International Fighter Conference svoltasi proprio a Roma. Nessuna risposta. Governo e Difesa hanno il dovere di rendere conto agli italiani visto che qui stiamo parlando di investimenti enormi», concludono.

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