Lo stallo della guerra in Ucraina

di Redazione ETI/Adam Morrow
29 Luglio 2025 14:36 Aggiornato: 29 Luglio 2025 14:36

Gli ultimi negoziati per il cessate il fuoco tra Russia e Ucraina, promossi dagli Stati Uniti e ospitati a Istanbul, non hanno prodotto esiti concreti. L’incontro del 23 luglio, durato 40 minuti, secondo gli analisti riflette lo stallo sul campo di battaglia, dove nessuno delle due fazioni riesce a prevalere. Lungo le linee del fronte, infatti, negli ultimi tre anni i movimenti sono stati minimi, a fronte di perdite umani ingenti. Nell’ultimo mese, le forze russe hanno rivendicato modesti avanzamenti nel Donbas orientale, nelle regioni di Donetsk e Luhansk, e posizioni nelle regioni di Sumy, Kharkiv e Dnipropetrovsk, senza però avanzare pretese territoriali su queste ultime. Ma Kiev non ha confermato queste perdite. L’attenzione si concentra ora su Pokrovsk, città strategica nel Donetsk, dove le truppe russe sarebbero penetrate per la prima volta la scorsa settimana. Il 25 luglio Zelensky ha ammesso che a Pokrovsk si combatte duramente, trattandosi di un nodo logistico cruciale. Secondo il commentatore militare turco Abdullah Agar, il controllo di Pokrovsk è cruciale per l’Ucraina perché la sua perdita potrebbe far collassare l’intera linea difensiva nel Donetsk occidentale.

La situazione richiama lo stallo della Prima Guerra Mondiale nel 1916, in cui entrambe le fazioni sono costrette a combattere ma una vittoria militare netta appare improbabile, e una resa sarebbe catastrofica. Secondo gli analisti, l’Ucraina punterebbe a ottenere maggiori forniture di armi e sostegno da Europa e Stati Uniti per modificare l’equilibrio sul campo, mentre la Russia sarebbe in attesa di un calo del supporto occidentale, in particolare da parte degli Usa.

Due giorni prima dei colloqui, un portavoce del Cremlino ha definito «diametralmente opposte» le posizioni delle due parti. Mosca pretende il ritiro delle truppe ucraine da quattro regioni parzialmente occupate — e dichiarate annesse nel 2022 — e la garanzia che Kiev non entrerà mai nella Nato. Kiev ovviamente rifiuta in toto le richieste russe.

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