Lukašenko e Putin “avvisano” l’Occidente

di Redazione ETI/Adam Morrow
17 Settembre 2025 10:15 Aggiornato: 17 Settembre 2025 16:17

Russia e Bielorussia hanno simulato il lancio di armi nucleari tattiche russe nell’ambito delle recenti esercitazioni militari congiunte. Lo ha annunciato martedì il presidente bielorusso Aleksandr Lukašenko. Le manovre hanno incluso anche il missile ipersonico Oreshnik russo, testato lo scorso anno nel corso del conflitto con l’Ucraina. Mosca e Minsk stanno hanno appena terminato cinque giorni di esercitazioni mirate a «verificare la prontezza al combattimento», ma che hanno comprensibilmente destato non poche preoccupazioni in alcuni Paesi vicini.

Vestito in uniforme, il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato martedì i vertici delle forze armate nella regione di Nižnij Novgorod, dove si sono svolte alcune delle fasi delle manovre.
Circa centomila militari hanno preso parte alle operazioni, che hanno mobilitato intorno ai diecimila pezzi di equipaggiamento bellico, ha precisato il leader del Cremlino in un intervento trasmesso dall’emittente di Stato. Le esercitazioni mirano a garantire la «tutela incondizionata della sovranità e dell’integrità territoriale dello Stato dell’Unione», ha dichiarato Putin, alludendo all’alleanza tra Russia e Bielorussia.

Queste manovre, che gli analisti militari occidentali considerano un evidente tentativo di intimorire l’Europa, giungono a pochi giorni dall’abbattimento di droni russi che avevano violato lo spazio aereo polacco.
La Bielorussia, stretta alleata di Mosca e confinante con l’Ucraina, la Russia, nonché con i membri della Nato Polonia, Lituania e Lettonia, ospita armi nucleari tattiche russe, di cui il Cremlino mantiene il comando e il controllo. Lukašenko, citato dall’agenzia di stampa bielorussa Belta, ha dichiarato: «È naturale che le armi nucleari tattiche russe facciano parte delle esercitazioni Zapad. Stiamo provando ogni aspetto. Loro [l’Occidente, ndr] lo sanno bene, e noi non lo nascondiamo. Dal fuoco di armi leggere convenzionali fino alle testate nucleari, dobbiamo saper fare tutto» ha detto, senza giri di parole, il presidente bielorusso, per poi “rassicurare” l’Occidente: «Ma noi non abbiamo assolutamente intenzione di minacciare chicchessia».

Il ministero della Difesa bielorusso ha confermato in un comunicato che sono state simulati l’impiego di armi nucleari tattiche e il dispiegamento del missile balistico a raggio intermedio Oreshnik russo, che Mosca ha utilizzato per la prima volta contro l’Ucraina il 21 novembre dello scorso anno, quando Putin aveva annunciato la possibilità di collocare Oreshnik in Bielorussia nella seconda metà del 2025, e definendo tali missili impossibili da intercettare.

Il ministero della Difesa russo ha reso noto martedì che bombardieri strategici Tu-160, capaci di trasportare armi nucleari, hanno simulato il lancio di missili da crociera al largo del Mare di Barents, a nord dei Paesi nordici. I velivoli hanno sorvolato le acque internazionali del Mare di Barents per circa quattro ore, scortati da caccia MiG-31o. In un’altra manovra, gli incursori della marina russa hanno simulato la difesa contro uno sbarco anfibio nemico su una penisola della regione di Murmansk. Un video ha mostrato le truppe – supportate da elicotteri d’assalto e caccia – che, impiegando veicoli corazzati per il trasporto truppe, droni, lanciarazzi e armi automatiche, respingevano un aggressore immaginario.Unità della Flotta del Baltico russa – con il supporto di aerei da combattimento – hanno testato il lancio di missili da crociera contro unità navali nemiche, come pure i lanciamissili mobili basati a terra della stessa flotta. Nell’exclave russa di Kaliningrad, le truppe hanno addestrato l’uso del complesso di ricognizione radio Torn-Mdm per individuare la posizione delle forze avversarie, trasmettendo poi le coordinate a unità di droni e artiglieria.

Lukašenko, un fedelissimo di Putin, ha consentito a Mosca di utilizzare il territorio bielorusso per l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, ma non ha finora impegnato truppe nel conflitto.
Donald Trump ha avviato un riavvicinamento con Lukašenko, a lungo emarginato dall’Occidente, e la scorsa settimana ha allentato alcune sanzioni contro Minsk in cambio della liberazione di 52 prigionieri, tra cui oppositori politici.

 


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