La guerra della propaganda e la reale situazione in Ucraina

di Artemio Romano
16 Settembre 2025 9:04 Aggiornato: 16 Settembre 2025 9:04

Nel corso dell’ultima fine settimana, sia Kiev che Mosca hanno rivendicato conquiste territoriali nella regione nordorientale ucraina di Sumy, confinante con la Russia occidentale. In un discorso video pubblicato domenica, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che le forze di Kiev stanno ottenendo «buoni risultati» nei pressi del confine nella zona di Sumy: «Le nostre unità proseguono l’avanzata verso il confine di Stato ucraino».

Lo stesso giorno, l’analista militare russo Andrey Marochko ha invece dichiarato un avanzamento delle truppe russe nell’ultima settimana, nell’area a est del villaggio di Yunakivka, sempre nella regione di Sumy. Yunakivka si trova approssimativamente a 5 chilometri a ovest del confine con la regione russa di Kursk, da cui le forze ucraine erano state espulse all’inizio dell’anno dopo un’intrusione in territorio di alcuni mesi. «I militanti ucraini stanno tentando contrattacchi nella zona di Yunakivka – ha poi ammesso Marochko all’agenzia di stampa russa Tass – Le nostre truppe adottano una serie di contromisure, sfruttando poi la situazione a proprio vantaggio». E ancora: «Diverse nuove posizioni sono state occupate nella parte orientale di Yunakivka». Secondo Marochko, le forze russe nell’area hanno anche compiuto un «modesto progresso» verso il villaggio di Khotin, situato circa 24 chilometri più a ovest.

Restando sulla propaganda di guerra, la settimana scorsa la Tass ha citato fonti militari russe secondo cui soldati della 47esima Brigata meccanizzata ucraina erano stati «accerchiati in una fascia boscosa a sud di Yunakivka», un villaggio definito dalla Tass un «importante snodo logistico» per l’esercito ucraino nella regione di Sumy.
Inutile dire come una verifica indipendente delle affermazioni di entrambe le fazioni sia estremamente difficile.

Nel 2024, Kiev ha lanciato una controffensiva a sorpresa da Sumy verso la regione russa di Kursk. Nell’aprile di quest’anno, le ultime truppe ucraine sono state respinte da Kursk, dopodiché Mosca ha annunciato l’intenzione di creare una «zona cuscinetto» a Sumy per prevenire future (e alquanto imbarazzanti) controffensive ucraine nel proprio territorio. In giugno, Zelensky ha poi rivelato che la Russia ha concentrato oltre 50 mila soldati nell’area strategica.

Alla fine del 2022, Mosca ha proclamato l’annessione delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, che ora considera territorio della Federazione russa. Sebbene le forze russe siano attive a Sumy, Kharkiv e Dnipropetrovsk, Mosca non ha avanzato pretese su queste tre regioni ucraine.
Nel suo discorso video, Zelensky ha fatto riferimento anche al fronte del Donetsk, dove ha indicato che le forze ucraine «continuano a operare nella direzione di Dobropillia», dicendo: «È fondamentale che i nostri ragazzi respingano gli assalti russi».
A metà agosto, le truppe russe hanno sferrato un improvviso attacco verso Dobropillia, una piccola cittadina di Donetsk situata 22 chilometri a nord della città strategica di Pokrovsk. Pokrovsk è uno snodo cruciale per i trasporti ucraini e una delle quattro città fortificate di Donetsk che formano  la “Cintura Fortificata”, ovvero l’estrema linea di difesa (una sorta di “Linea del Piave”) dell’Ucraina, che finora sembra reggere.

L’avanzata russa del mese scorso ha fatto scattare “l’allarme rosso” a Kiev, nella paura che Pokrovsk fosse sul punto di essere completamente circondata: perdere la Cintura Fortificata, per l’Ucraina equivarrebbe quasi ad aver perso la guerra contro l’invasore russo.

In quei giorni, Zelensky e blogger filoucraini hanno confermato l’avanzata di diversi chilometri lungo la linea del fronte delle forze russe, mentre giungevano notizie di ripiegamenti ucraini su altre posizioni arretrate. Pochi giorni dopo, tuttavia, Vadym Filashkin, governatore regionale di Donetsk aveva dichiarato che la situazione vicino a Dobropillia si era stabilizzata: «la linea del fronte […] regge», aveva scritto su Telegram il 14 agosto. Un mese più tardi, il 14 settembre, Denis Pushilin, capo della filo-russa “Repubblica popolare di Donetsk” , ha affermato: «Il nemico [l’esercito ucraino, ndr] tenta continui contrattacchi e assalti a posizioni isolate […] ma le nostre unità sono sempre lì». Come in tutti i conflitti, anche quello in Ucraina si combatte sia con le armi da fuoco che con l’arma della parola.