Hamas inizia a fare pulizia dei collaborazionisti

di Redazione ETI
12 Ottobre 2025 9:31 Aggiornato: 12 Ottobre 2025 9:31

Hamas apre la caccia ai palestinesi accusati di collaborare con Israele. In seguito al ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza, un canale Telegram affiliato all’organizzazione terroristica ha riferito oggi ieri, 11 ottobre, dell’avvio di un’operazione su larga scala contro i membri della milizia che hanno collaborato con Israele durante la guerra nella Striscia di Gaza. Il canale, denominato “The Deterrent – The Force on the Ground”, ha infatti pubblicato una breve dichiarazione che recita: «In tutta la Striscia di Gaza, i nostri attacchi continuano da nord a sud. La mano del Deterrent sta attualmente colpendo i covi del tradimento e della collaborazione».

Giovedì, ancor prima che le i soldati israeliani arretrassero sulle posizioni stabilite dal cessate il fuoco, lo stesso canale aveva avvertito «i combattenti della resistenza di non allentare le misure di sicurezza personali, poiché il nemico monitora 24 ore su 24 e aggiorna costantemente il suo database degli obiettivi». L’annuncio sottolineava che l’esercito israeliano e le milizie che vi collaborano potrevano «impiegare deliberatamente dispositivi di spionaggio, intercettazioni o esplosivi camuffati».

Contemporaneamente, durante la notte e la mattina di ieri, sono giunte notizie di combattimenti nel nord della Striscia di Gaza tra Hamas e una milizia affiliata ad Ashraf al-Mansi, il cui quartier generale si trova a Beit Lahia. A quanto risulta, le forze di Hamas sono riuscite ad arrestare 17 miliziani di al-Mansi. Il mese scorso, l’ala militare di Hamas aveva avvertito gli abitanti della Striscia di Gaza di non collaborare con al-Mansi, diramando il seguente avviso: «Qualsiasi cittadino che collabori con al-Mansi, o con uno qualsiasi dei suoi uomini, si assumerà la piena responsabilità delle proprie azioni. Il tradimento non sarà tollerato […] Chiunque continui a far parte di questa organizzazione sarà trattato come un agente, senza pietà».

Hamas è anche costretta a confrontarsi con due milizie armate che si opponevano nella Striscia di Gaza meridionale: una guidata da Hussam al-Astl a Khan Yunis e l’altra guidata da Yasser Abu Shabab a Rafah.

GLI AVVERSARI DI HAMAS NELLA STRISCIA

Le principali milizie avversarie di Hamas nella Striscia di Gaza sono gruppi di miliziani che hanno spesso goduto del sostegno diretto o indiretto di Israele, e che si sono sviluppati in risposta agli eventi bellici e alle tensioni interne palestinesi.​ A nord di Gaza c’è la milizia comandata da Ashraf al-Mansi, solitamente indicata come “Forza Popolare di Beit Lahiya”, che si oppone a Hamas e spesso composta da membri di clan e famiglie palestinesi che hanno vecchie rivalità con le Brigate Qassam. Le informazioni sul loro numero, armamento e struttura sono scarse e frammentarie.

Poi c’è la milizia agli ordini di Hussam al-Astal, nella cittadina di Khan Yunis, un cinquantenne affiliato a famiglie beduine e con trascorsi da manovale in Israele e da detenuto politico. Al-Astal recentemente ha dichiarato di aver creato una propria formazione militare, la “Strike Force for the Fight Against Terrorism”, e di aver raccolto centinaia di civili nel villaggio abbandonato di Kizan al-Najjar, ora considerato una “zona umanitaria” sotto la sua gestione. Al-Astal si è pubblicamente vantato di essere in contatto con Israele e di avere aiuti da vari paesi occidentali e arabi, e di collaborare con milizie avversarie a Hamas. Secondo alcune fonti, la sua operatività avviene nella zona est di Khan Yunis ed è accusato da Hamas di spionaggio e collaborazionismo.​

Infine, la milizia comandata da Yasser Abu Shabab e localizzata a Rafah, probabilmente la più numerosa (circa 300 combattenti) e la più strutturata, tra le formazioni che si oppongono a Hamas. Abu Shabab proviene dal clan beduino dei Tarabin, che ha una forte presenza nella zona appunto di Rafah e una rete commerciale nel Sinai. L’organizzazione di Abu Shabab si autodefinisce “Forze Popolari” o “Servizio Antiterrorismo” e si presenta come protettore dei convogli umanitari contro i saccheggi. Hamas invece definisce  la milizia come principale responsabile dei furti di aiuti nel valico di Kerem Shalom. Abu Shabab, prima di essere liberato da Israele dopo l’inizio dell’offensiva, aveva passato alcuni anni in carcere a Gaza dopo essere stato rinchiuso da Hamas (formalmente con l’accusa di contrabbando) senza un regolare processo.​

In generale, le milizie avversarie di Hamas sono spesso composte da clan locali, ex detenuti, individui con legami tribali e familiari, e godono di diversi livelli di supporto israeliano. Naturalmente sono accusate da Hamas di tradimento, collaborazionismo, spionaggio, e esecuzioni sommarie.
Queste formazioni ora si trovano a contendere il controllo del territorio nella fase di transizione seguita al ritiro israeliano e dovrebbero garantire la distribuzione in sicurezza degli aiuti.

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