Generale tedesco: Putin si sta riarmando per attaccare la Nato

di Artemio Romano
7 Giugno 2025 7:53 Aggiornato: 7 Giugno 2025 17:05

L’Europa avrebbe la capacità di sostenere l’Ucraina contro la Russia anche qualora gli Stati Uniti decidessero di azzerare il proprio supporto militare a Kiev. Lo ha dichiarato a Reuters il generale di divisione tedesco Christian Freuding, che sottolinea come i membri europei della Nato abbiano già superato la stima di venti miliardi di dollari in aiuti militari statunitensi forniti lo scorso anno a Kiev, coprendo circa il 60% dei costi totali sostenuti dagli alleati occidentali.

«La guerra contro l’Ucraina infuria sul nostro continente, ed è condotta anche contro l’ordine di sicurezza europeo. Se la volontà politica c’è, allora ci saranno anche i mezzi per compensare in larga misura il supporto americano» ha detto il generale Freuding a Reuters.

L’Ucraina per ora riceve dall’America ancora le armi il cui invio era stato approvato da Joe Biden. E non è chiaro se Donald Trump approverà nuove forniture, o permetterà a Paesi terzi di acquistare armi statunitensi per Kiev, ma «in generale, gli Stati Uniti hanno un grande interesse a potenziare la propria industria della difesa. Io parto dal cauto presupposto che almeno l’acquisto di beni di difesa statunitensi e la loro consegna all’Ucraina sarà possibile» osserva il generale tedesco, secondo cui la fornitura americana di armi erogata all’Ucraina da Biden dovrebbe bastare indicativamente fino all’estate.

Ma l’aspetto più interessante (e inquietante) dell’intervista a Reuters del generale tedesco, è che Mosca avrebbe un piano di riarmo per ricostituire e incrementare sensibilmente la potenza delle proprie forze armate, e si prevede che la Russia raddoppi le proprie forze terrestri portandole a 1 milione e mezzo di uomini entro il 2026: «Sta reclutando un numero significativamente maggiore di personale di quanto sia necessario come rimpiazzo per la guerra in Ucraina. Sta producendo scorte in eccedenza di munizioni» eccedenze che i russi «stanno mettendo in magazzino», puntualizza Freuding. Putin, insomma, si starebbe preparando a una “guerra infinita”. E il generale Freuding dice che sta potenziando le proprie infrastrutture militari specialmente al confine con la Finlandia, il nuovo membro della Nato.

Le parole del generale tedesco ribaltano completamente la chiave di lettura della cronaca bellica degli ultimi mesi. Perché viene da sé che, in quest’ottica, un cessate il fuoco in Ucraina sarebbe una “boccata d’ossigeno” che consentirebbe a Putin di accelerare il proprio riarmo, in vista di un attacco su larga scala alla Nato. E l’Alleanza Atlantica, a quanto pare, ritiene che questo attacco dalla Russia possa verificarsi a partire dal 2029. Ma Putin nei giorni scorsi ha smentito categoricamente di voler attaccare “gratuitamente” la Nato, e il Cremlino insiste sulla propria versione del conflitto contro l’Ucraina: una guerra scoppiata unicamente al fine di «liberare» alcune «province russe» oppresse da Kiev. Come dire: “a noi non interessa altro che riprenderci quello che è nostro”.

Ma, proseguendo sulla linea di ragionamento del generale Freuding, se Putin davvero avesse deciso questo cambio di passo (sempre ammesso che se lo possa permettere sul piano economico, magari con l’aiuto cinese) al fine di poter attaccare la Nato, viene da chiedersi in che modo l’Europa, da sola, potrebbe sostenere una simile onda d’urto, il cui arrivo è previsto fra soli quattro anni, visto che tutti i maggiori Paesi Nato europei sono lontani anni luce dal 5% di Pil in spesa per la difesa, valore indicato dall’amministrazione Trump come requisito minimo affinché l’Europa sia in grado di difendersi da sé. Molto probabilmente l’Europa non sarebbe in grado di farcela, da sola. Il che significa che dovrebbero intervenire gli Stati Uniti. Che però saranno impegnati a contenere (o, nel peggiore dei casi, a combattere) il regime comunista cinese dall’altra parte del Pianeta. Sarebbe insomma la Terza Guerra mondiale vera e propria: una guerra non più “fredda”, e nemmeno solo “di propaganda” o “senza restrizioni” o informatica. Sarebbe una guerra di morte e distruzione reali, combattuta con proiettili, carri armati, bombe, missili e forse persino armi nucleari.

Ma, lasciando da parte questo ipotetico scenario a dir poco da incubo (basato per ora solo su “voci”), le dichiarazioni del generale tedesco provocano anche una seconda linea di ragionamento: se davvero Putin si sta riarmando con l’obiettivo di attaccarci fra quattro anni, ora avrebbe tutto l’interesse a un cessate il fuoco. Perché invece non accetta la tregua? Perché non prende tempo, accettando un negoziato che “tenga buoni” gli occidentali e gli permetta intanto di prepararsi al meglio a sferrare il suo attacco alla Nato? Forse perché in realtà Putin non vuole attaccare la Nato? O magari perché pensa di esserci quasi con l’Ucraina, per cui fermarsi ora significherebbe sprecare tre anni di guerra? Domande che scaturiscono da un’allarmante intervista rilasciata a Reuters da un “oscuro” generale tedesco. Speriamo che la Nato e/o i governi delle nazioni che ne fanno parte diano una qualche risposta a questi interrogativi.

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