Crosetto sul piano di pace Usa russo-ucraino

Guido Crosetto in un'immagine di archivio Foto REUTERS/Remo Casilli
Per fare la pace serve la volontà delle due parti in conflitto. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una intervista al “Corriere della Sera” parlando del piano di pace Usa volto a porre fine al conflitto russo-ucraino: «Noi dobbiamo ricordare che da 1.300 giorni muoiono in guerra tra i 1.200 e i 1.500 russi e ucraini ogni giorno. Per questo tutti noi non possiamo che volerne la fine immediata. Tutto l’Occidente, tutto il mondo ormai vuole una pace, una tregua, sta alla Russia arrivare alle condizioni perché questo ci sia. La Russia sa quali sono le linee rosse che non si può chiedere all’Ucraina di superare. Putin – aggiunge il ministro – le conosce perfettamente. E sa benissimo cosa l’Ucraina non può cedere. L’Ucraina ha perso prima la Crimea, adesso tre province, e la prossima volta? Bisogna avere la certezza che questa sia l’ultima volta che la Russia prova a distruggere l’Ucraina. Ci stiamo lavorando tutti. Però per la fine bisogna essere in due, per volere la pace bisogna essere in due». E per raggiungere questo obiettivo il ‹piano Trump› può funzionare: «Ho sentito molte critiche, io stesso ne ho fatte. Il tema è che si inizia sempre da qualcosa. Quindi la parte buona è che qualcuno abbia deciso di provare a discutere su una proposta. Ora va cambiata, va resa accettabile da parte dell’Ucraina in primis. Ma dobbiamo farlo a tutti i costi. Come la pace a Gaza».Gli uomini vicini a Zelensky sono sotto inchiesta per corruzione: «L’inchiesta è interna, quindi c’è un’Ucraina che ha grandissimi spazi di corruzione e che ha gli anticorpi per colpirla. Poi di fronte a questa inchiesta c’è chi ha reagito scappando, andandosene via come è accaduto con i responsabili delle forniture di energia. E c’è chi – osserva Crosetto – come il consigliere Yermak ha agito come agisce un uomo e ha detto: ok mi dimetto immediatamente, sono innocente, aspetto la verità, ma mentre aspetto la verità vado a combattere al fronte come soldato. Ecco, c’è modo e modo di reagire. Questo è stato il modo giusto e ha dato più forza a Zelensky».
Gli uomini vicini a Zelensky sono sotto inchiesta per corruzione: “L’inchiesta è interna, quindi c’è un’Ucraina che ha grandissimi spazi di corruzione e che ha gli anticorpi per colpirla. Poi di fronte a questa inchiesta c’è chi ha reagito scappando, andandosene via come è accaduto con i responsabili delle forniture di energia. E c’è chi – osserva Crosetto – come il consigliere Yermak ha agito come agisce un uomo e ha detto: ok mi dimetto immediatamente, sono innocente, aspetto la verità, ma mentre aspetto la verità vado a combattere al fronte come soldato. Ecco, c’è modo e modo di reagire. Questo è stato il modo giusto e ha dato più forza a Zelensky”.Articoli attuali dell'autore
01 dicembre 2025
Nordio: con questa riforma magistratura più libera
01 dicembre 2025
Michelangelo Dome proteggerà l’Europa dai missili russi
01 dicembre 2025
Zangrillo: la Stampa presidiato dalle forze dell’ordine











