Crosetto su Gaza: flebile speranza di pace Bisogna costruire il futuro

FILE PHOTO: Italy's Defence Minister Guido Crosetto speaks during a G7 Defence Ministers meeting in Naples, Italy October 19, 2024. REUTERS/Ciro De Luca/File Photo
Sulla flebile speranza di pace in atto a Gaza bisogna costruire il futuro. Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in una intervista al “Corriere della Sera” commentando l’aggressione di tre attivisti italiani da parte di coloni israeliani nei pressi di Gerico, in Cisgiordania. «Continuano a scontrarsi tutti i giorni, ma è scoppiata formalmente la pace e su quella flebile speranza devi costruire il futuro. Per questo noi stiamo anche ragionando di ciò che potremmo fare lì, nella formazione, nella parte ospedaliera, nella parte di sminamento. Per togliere gli ordigni a Gaza – continua – è stato calcolato che ci vorranno 30 anni. Questo per capire quanto le ferite che aprono le guerre poi rimangono e si rimarginano solo con tempi che sono al di là dei tempi umani». Durante le manifestazioni pro palestinesi a Roma è stata bruciata la sua foto mentre a Torino è stata assaltata la redazione del quotidiano “La Stampa“: «Io chiedo ai pro Pal italiani quanto una manifestazione che distrugge la redazione di un giornale può aiutare i palestinesi in Palestina o quanto un mio manifesto bruciato porti un po’ di piacere a un palestinese. Ma la cosa che mi fa più arrabbiare di tutto è che non esiste un Paese al mondo occidentale che abbia fatto in Palestina più di quello che ha fatto l’Italia. Siatene tutti orgogliosi, non è un merito del Governo, non voglio un merito della Meloni, ma non esiste un Paese al mondo che abbia fatto per Gaza, per il popolo palestinese, quanto abbia fatto da noi». L’accusa è di aver continuato a inviare armi: «Questo è un esempio di quello che io chiamo disinformazione. Noi siamo il primo Paese che ha smesso di mandare le armi. Il primo e unico Paese che ha bloccato l’esportazione di qualunque cosa potesse essere usata contro il popolo palestinese». E allora un assalto come quello alla redazione de “La Stampa” «non posso spiegarmelo anche perché in gioco ci sono le garanzie costituzionali che concedono ad ognuno di noi il diritto e il dovere di rappresentare le proprie idee ma che hanno dei limiti: la sicurezza altrui, la proprietà altrui, la libertà degli altri. Io non penso che esista alcuna idea, se non quelle che mi auguravo fossero cancellate per sempre del nazismo e del fascismo, secondo cui per affermare le proprie convinzioni bisogna entrare nella redazione di un giornale e distruggere quel giornale o gridare “diamo una lezione ai giornalisti”. Non si danno lezioni ai giornalisti, non si danno lezioni ai politici con la violenza, non si danno lezioni ai poliziotti, ai carabinieri, a nessuno». «Lo dico – conclude Crosetto – perché se non condanniamo queste azioni si innescano meccanismi che poi nessuno controlla. Se tu non prendi posizioni dure contro la violenza, se tu non rinneghi quell’atteggiamento che venga da destra, da sinistra, dal centro, da chiunque, e gli dai una sorta di giustificazione, inneschi dei meccanismi per cui qualcuno pensa che la violenza sia legittima».
Articoli attuali dell'autore
01 dicembre 2025
Nordio: con questa riforma magistratura più libera
01 dicembre 2025
Michelangelo Dome proteggerà l’Europa dai missili russi
01 dicembre 2025
Zangrillo: la Stampa presidiato dalle forze dell’ordine
01 dicembre 2025
Crosetto sul piano di pace Usa russo-ucraino











