Caccia all’uomo in tutti gli Stati Uniti per l’assassino di Charlie Kirk

di Redazione ETI
12 Settembre 2025 10:26 Aggiornato: 12 Settembre 2025 10:26

Le polizie di tutti gli Stati Uniti stanno dando la caccia all’assassino di Charlie Kirk, il commentatore e attivista conservatore ucciso con un colpo di fucile alla testa durante durante un incontro con gli studenti dell’università dello Utah. Dopo l’attentato, le diverse polizie federali degli Stati Uniti hanno lanciato una caccia all’uomo su scala nazionale senza precedenti, sotto la direzione del Federal Bureau of Investigation, l’Fbi, diretta da Kash Patel, che di Charlie Kirk, fra l’altro, era amico personale. Collaborano alle ricerche dell’assassino anche gli Us Marshals, in coordinamento con le polizie statali e metropolitane di gran parte dell’Unione. Centinaia di agenti sono mobilitati giorno e notte, per setacciare campus universitari, quartieri residenziali e snodi autostradali in tutto il Paese.

Le telecamere di sicurezza e gli smartphone dei cittadini sono diventati il principale strumento di indagine: le autorità hanno già ricevuto oltre 7 mila segnalazioni nelle prime 24 ore e stanno analizzando ogni pista. Il sospetto killer è stato descritto come un uomo di giovane età, corporatura snella, capelli scuri, abbigliamento scuro, occhiali scuri e cappellino. Il suo volto, in buon parte coperto, è stato ripreso dalle videocamere interne dell’ateneo e diffuso in tutta la nazione insieme al suo identikit. Nei boschi in prossimità dell’università  sono stati ritrovati un fucile da cecchino Mauser con delle impronte parziali che ora vengono esaminate dai laboratori della Scientifica. L’Fbi ha lanciato un appello pubblico con una ricompensa di 100 mila dollari per informazioni che portino all’arresto del ricercato. Le ricerche sono attiva da costa a costa: diverse squadre di agenti federali setacciano collegi universitari, analizzano abitudini di viaggio e scandagliano i social network.
La caccia all’uomo dell’assassino del giovane Charlie Kirk è diventata un caso di sicurezza nazionale: politici di entrambi gli schieramenti hanno rafforzato le misure di protezione, molti eventi pubblici sono stati cancellati, e le tensioni tra destra e sinistra sono alle stelle. Va ricordato che il presidente degli Stati Uniti stesso è sopravvissuto miracolosamente ai colpi di fucile esplosi da un giovane folle di estrema sinistra che, un anno fa durante un comizio elettorale, gli ha sparato alla testa mancandolo per pochi millimetri, ferendolo solo lievemente all’orecchio. Nello stesso attentato a Trump due persone sono rimaste ferite e una terza (un ex vigile del fuoco di nome Corey Comperatore) è rimasta uccisa.

Il governatore dello Stato dello Utah ha definito l’omicidio «un attentato politico» e il Donald Trump ha invitato la popolazione a collaborare con le autorità per catturare il responsabile.
L’assassinio di Charlie Kirk sta scatenando un’ondata di emozione senza precedenti, anche perché il giovane attivista conservatore agiva non in qualità di candidato a una carica politica ma come semplice cittadino, mosso dal dovere civico di instaurare un dialogo anche con chi, in America e non solo, alla comprensione reciproca e alla collaborazione civica preferisce sistematicamente la violenza. Una violenza che, negli ultimi anni, da verbale è diventata fisica e spesso armata.

 


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