Zelensky lascia il G7 con nuovi aiuti dal Canada

di Redazione ETI/Reuters
18 Giugno 2025 16:56 Aggiornato: 4 Luglio 2025 14:27

Il presidente ucraino Zelensky ha lasciato il vertice del G7 con la promessa di nuovi aiuti militari da parte del Canada, denunciando allo stesso tempo che la diplomazia internazionale «attraversa una fase di crisi». Non vi sarebbe stata, secondo quanto riferito, alcuna occasione di confronto diretto con il presidente americano per sollecitare ulteriori forniture di armi. Trump ha lasciato il summit con un giorno d’anticipo per far ritorno a Washington, dove è impegnato nella gestione della crisi crescente tra Israele e Iran. Il ministro al Tesoro statunitense, Scott Bessent, è rimasto a Kananaskis anche dopo la partenza del presidente, proseguendo i colloqui bilaterali.

Fonti canadesi avevano inizialmente indicato che Ottawa aveva rinunciato a promuovere una dichiarazione comune incisiva sulla guerra in Ucraina. Successivamente, Emily Williams, portavoce del primo ministro Mark Carney, ha precisato che non era mai stata prevista una dichiarazione specifica sul tema. Nel corso della giornata, Carney ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti militari destinato a Kiev, per un valore di 2 miliardi di dollari canadesi (circa 1,47 miliardi di dollari statunitensi), accompagnato da un inasprimento delle sanzioni finanziarie.

In un messaggio pubblicato su Telegram, Zelensky ha affermato di aver sottolineato ai leader del G7 che «la diplomazia versa in uno stato di crisi», e ha invitato Trump a esercitare appieno la propria influenza per contribuire a porre fine al conflitto.

Sebbene il Canada figuri tra i sostenitori più convinti dell’Ucraina, il suo peso militare ed economico resta limitato rispetto a quello degli Stati Uniti, principale fornitore di armi a Kiev. Zelensky avrebbe auspicato un colloquio diretto con il presidente statunitense per discutere nuove forniture militari, ma l’incontro non è avvenuto.

Al termine del vertice è stata diffusa una dichiarazione conclusiva dove si legge che «i leader del G7 hanno espresso sostegno agli sforzi del presidente Trump per raggiungere una pace duratura in Ucraina», riconoscendo che Kiev ha accettato un cessate il fuoco senza condizioni e sollecitando un analogo impegno da parte di Mosca. La dichiarazione conferma inoltre l’intenzione di «proseguire l’azione diplomatica ed economica per esercitare la massima pressione sulla Russia, anche attraverso ulteriori sanzioni».

Il Canada detiene per quest’anno la presidenza del G7; le dichiarazioni del Paese ospitante non richiedono l’approvazione formale degli altri capi di Stato e di governo. Parallelamente Trump ha sottoscritto una dichiarazione congiunta, pubblicata lunedì, incentrata sulla crisi tra Israele e Iran. Tre diplomatici europei hanno riferito segnali di disponibilità, da parte di Trump, a considerare un aumento della pressione su Putin e a esaminare un disegno di legge presentato al Senato dal repubblicano Lindsey Graham, pur senza assumere impegni concreti. Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha dichiarato di tornare a Berlino con «cauto ottimismo», confidando che gli Stati Uniti possano approvare a breve nuove misure sanzionatorie contro la Russia. Durante il vertice, è stata inoltre raggiunta l’intesa anche su sei documenti comuni relativi a traffico di migranti, intelligenza artificiale, filiera dei minerali critici, incendi boschivi, repressione transnazionale e tecnologie quantistiche.

 


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