Il presidente degli Stati Uniti ha affrontato la questione del programma nucleare iraniano in un’intervista rilasciata a Fox News, ricostruendo il fallimento dei negoziati e le circostanze che hanno portato al raid americano: «eravamo a conoscenza dell’esistenza di diversi siti, probabilmente tre principali, più un altro. Sapevamo che avrebbero dovuto abbandonarli. Credevo che i negoziati ci avrebbero permesso di raggiungere un accordo, e ci siamo andati molto vicini». Tuttavia, ha proseguito, la controparte iraniana ha alzato la posta: «io ho chiesto – ha spiegato Trump – “Avete tantissimo petrolio, perché vi servono?” [le centrali nucleari, ndr], e loro: “ci servono”. Io non ero d’accordo».
Riferendosi all’operazione militare, Trump ha sottolineato l’elemento sorpresa: «Nessuno pensava che avremmo colpito quel sito, che era ritenuto impenetrabile. Non hanno avuto il tempo di comunicare nulla. Non credevano fosse possibile fare quelle che noi abbiamo fatto».
Alla domanda su come poter monitorare un eventuale rilancio del programma nucleare iraniano, considerando la decisione di Teheran di interrompere la cooperazione con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Trump ha risposto: «è l’ultima cosa che farebbero ora, almeno per un po’, sarebbe andare avanti col nucleare. Sono finiti. Ci provano da venticinque anni, ma ora a loro non conviene insistere sul nucleare. Se ci provano, dovremo colpirli. Erano vicini a ottenere una bomba nucleare».
Sul tema dell’espansione degli Accordi di Abramo, Trump si è mostrato ottimista: «Abbiamo già alcuni Paesi di grande valore coinvolti, e credo che presto se ne aggiungeranno altri. L’Iran era il principale ostacolo. A dire il vero, pensavo che l’Iran, a un certo punto, avrebbe potuto unirsi agli Accordi di Abramo insieme agli altri. Francamente, starebbero molto meglio se lo avessero fatto, rispetto alla situazione in cui si trovano ora».
Trump ha poi precisato di non aver revocato le restrizioni sul commercio di petrolio tra Cina e Iran, ma ha aperto a una possibile attenuazione delle sanzioni, a patto che Teheran cambi atteggiamento: «Le sanzioni restano in vigore. Tuttavia, se l’Iran farà la cosa giusta, se si comporterà da costruttore di pace e dimostrerà di non causare ulteriori danni, io sono disposto a rimuoverle».