Sette curiosità di un frutto che ha conquistato il mondo

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Negli ultimi decenni, gli avocado hanno conquistato il palato degli italiani, riflettendo una tendenza mondiale. Negli Stati Uniti, la loro produzione è aumentata di sei volte in 20 anni, passando da 0,7 chilogrammi pro capite nel 1998 a circa 4,2 chilogrammi nel 2023. Questo frutto, sempre più apprezzato, ha raggiunto un valore tale da attirare i ladri: nel 2017, alcuni dipendenti di un’azienda in California hanno sottratto avocado per quasi 400 mila dollari, rivendendoli persino ai clienti dell’impresa. Ecco sette aspetti meno noti di questo alimento versatile.
Contrariamente a un’opinione diffusa, gli avocado sono frutti, non verdure. Classificati come bacche a seme singolo, noti anche come pere alligatore o frutti di burro, crescono su alberi sempreverdi che conservano le foglie tutto l’anno. Sebbene botanicamente frutti, trovano impiego come verdure in piatti salati, come il guacamole, o come ingrediente di insalate, panini e tacos.
Per gli Aztechi, l’albero di avocado, chiamato ahuacuatl (“albero dei testicoli” in lingua nahuatl), rappresentava forza e fertilità, per la forma del frutto e la sua crescita a coppie. Considerati afrodisiaci, si pensava favorissero la vitalità maschile, tanto da isolare le giovani donne durante la stagione di raccolta. Studi recenti confermano che i fitonutrienti degli avocado stimolano desiderio e attrazione, mentre la vitamina E migliora la qualità dello sperma e lo zinco sostiene la produzione di testosterone. Gli antiossidanti e i grassi sani proteggono gli organi sessuali, e l’acido folico risulta prezioso per le donne in gravidanza, favorendo lo sviluppo fetale.
Rimuovere il nocciolo di un avocado può essere rischioso. Tra il 2000 e il 2017, i pronto soccorso americani hanno registrato 49 mila ferite legate a questa pratica, pari al 2% delle lesioni da coltello, un fenomeno legato alla crescente popolarità del frutto. Note come “avocado hand”, queste ferite spaziano da tagli superficiali a danni gravi a tendini e nervi, talvolta richiedendo interventi chirurgici. Fortunatamente, esistono guide per tagliare il frutto in sicurezza, riducendo i rischi.
Se per gli esseri umani gli avocado sono salutari, per molti animali domestici risultano tossici. Pelle, frutto, seme e foglie contengono persina, una sostanza che può causare danni, talvolta letali, a cani, gatti, uccelli, rettili, cavalli, asini, pecore e capre, con sintomi come diarrea, vomito, difficoltà respiratorie, letargia o, nei casi più gravi, cardiomiopatia e nefrosi. Tuttavia, la persina mostra proprietà utili: studi rivelano che danneggia le cellule del cancro al seno, inducendone la morte.
Alcune persone sviluppano allergie agli avocado, principalmente di due tipi. La sindrome da allergia orale, che colpisce fino al 70% di chi è allergico a pollini come betulla o ambrosia, deriva da una reazione crociata tra le proteine del frutto e quelle dei pollini. I sintomi, generalmente lievi, includono prurito, formicolio o gonfiore a bocca e gola, ma in rari casi (fino al 9%) possono evolvere in anafilassi. Inoltre, chi è allergico al lattice può sviluppare la sindrome lattice-frutto, con sintomi più severi come disturbi gastrici, orticaria o anafilassi, per la somiglianza tra le proteine degli avocado e quelle del lattice. Chi soffre di queste allergie deve prestare attenzione, poiché gli avocado sono presenti in molti prodotti alimentari e cosmetici.
Oggi gli avocado vantano una popolarità mondiale, ma il loro cammino negli Stati Uniti è stato tortuoso. Introdotti nel 1833 dall’orticoltore Henry Perrine in Florida e alle Hawaii, e poi in California nel 1856, sono stati a lungo evitati per la loro fama di afrodisiaci, considerata sconveniente. Negli anni Ottanta, le diete povere di grassi li hanno penalizzati ulteriormente. Tuttavia, le linee guida alimentari e l’American Heart Association hanno chiarito che i loro grassi monoinsaturi favoriscono la salute cardiovascolare. Uno studio del 2022, condotto su oltre 110 mila professionisti della salute per 30 anni, ha rivelato che due porzioni settimanali di avocado riducono del 16% il rischio di malattie cardiovascolari e del 21% quello di coronaropatie.
Circa 10 milioni di anni fa, in Messico, gli avocado hanno rischiato di scomparire. Appartenenti alla famiglia delle Lauracee, prosperavano in climi subtropicali, fornendo calorie e grassi a megafauna come bradipi e armadilli giganti, che ne disperdevano i semi attraverso le feci. Con l’estinzione di questi animali, il frutto ha perso il suo principale mezzo di diffusione. La longevità degli alberi, che possono vivere secoli — alcuni in Messico, di 400 anni, producono ancora frutti — e l’intervento umano lo hanno salvato. Circa 10 mila anni fa, i popoli del Messico centrale hanno iniziato a coltivarli. Per gli Aztechi erano afrodisiaci, mentre i Maya li hanno adottati come simbolo del 14 esimo mese del calendario (K’ank’in). Grazie a queste culture mesoamericane, gli avocado prosperano ancora oggi.
Le informazioni e le opinioni contenute in questo articolo non costituiscono parere medico. Si consiglia di confrontarsi sul tema col proprio medico curante e/o con specialisti qualificati.
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