«Il sovraffollamento e i suicidi nelle carceri», afferma il ministro della Giustizia Carlo Nordio in un’intervista pubblicata sul Messaggero e riportata dal ministero della Giustizia, sono due temi «gravissimi ma non connessi». Per il ministro il sovraffollamento porterebbe alla «esasperazione più che alla disperazione» e quindi a una «rivolta violenta più che all’autolesionismo».
Ma a destare sconcerto è il fatto che sarebbero in molti a suicidarsi «quando stanno per essere liberati», forse per mancanza di «prospettive e per la paura del domani». Ma su questo punto, prosegue Nordio, «stiamo operando con personale specializzato, trovando lavoro per chi in carcere ne ha appreso uno».
Tra le soluzioni previste, Nordio ha annunciato «risorse importanti» per il supporto psicologico e una «liberazione anticipata di chi potenzialmente ne avrebbe già diritto» oltre a una detenzione in «comunità prevista per molti tossicodipendenti». Sono situazioni che «coinvolgono migliaia di detenuti», ha concluso.