Yue Fei, il generale simbolo di lealtà nella storia cinese

Yue Fei (1103-1142 d.C.) è stato uno dei più celebri generali cinesi. Nato alla fine della dinastia Song del Nord, Yue Fei era conosciuto non solo per i suoi successi militari, ma anche per i suoi elevati standard morali, per questo diventò il simbolo duraturo di lealtà nella storia cinese.

L’infanzia di Yue Fei era stata tutt’altro che felice, la povertà della sua famiglia era tale che non aveva nemmeno potuto permettersi di andare a scuola. Tuttavia, il suo intenso desiderio di imparare colpì un vecchio esperto di arti marziali che gratuitamente lo prese come suo allievo. Fei non deluse il maestro e con grande diligenza e gratitudine, diventò ben presto l’allievo prediletto sia nelle arti letterarie che in quelle marziali.

Quando Yue Fei crebbe, il suo insegnante, come riconoscimento per le sue eccezionali abilità nel tiro con l’arco, gli donò quella che veniva chiamata ‘l’arma divina’: la balestra. Alla scomparsa del maestro, il dolore per Yue Fei fu molto grande e tenne con sé quella balestra per il resto della sua vita.

Intorno all’anno 1125 d.C., quando la Cina venne invasa da Nord dagli Jurchen, Yue Fei intraprese la carriera militare. La corte imperiale aveva un disperato bisogno di guerrieri valorosi, ma Yue Fei si trovava a fronteggiare un enorme dilemma: da un lato voleva combattere gli invasori e difendere il suo Paese, dall’altro voleva rimanere defilato per prendersi cura dell’anziana madre.

Combattuto tra le forti virtù cinesi della lealtà e della pietà filiale, non sapeva cosa fare. Per incoraggiarlo sua madre gli chiese di togliersi i vestiti nella parte superiore del corpo e gli tatuò sulla schiena quattro caratteri cinesi: jing zhong bao guo, che significano ‘servire il Paese con lealtà’. Pronto a soddisfare sia il desiderio di sua madre sia il dovere verso il suo Paese, Yue Fei andò a combattere. Quando l’esercito in cui aveva combattuto venne sciolto, Yue Fei fece immediatamente ritorno nella sua città natale per cercare sua madre e tornato a casa, salutò sua madre ogni giorno e ogni giorno le portò un decotto di erbe medicinali.

Nel 1127, i Jurchen attaccarono Kaifeng, la capitale del Song del Nord, e rapirono l’imperatore, suo padre e centinaia di funzionari della corte facendoli prigionieri. Il fratello minore dell’imperatore fuggì, attraversando il fiume Yangtze e in seguito istituì il governo del Song meridionale. Nello stesso anno Yue Fei si unì alle forze del Song meridionale e divenne ufficiale.

Dal 1128 al 1133 d.C., le forze di Song meridionale subirono numerose sconfitte nelle battaglie contro i Jurchen; tuttavia, Yue Fei non si arrese e diventò un simbolo nazionale di speranza nei momenti difficili.

Il comandante Yue Fei era severo con i suoi soldati e proibiva loro di approfittarsi dei civili delle città che attraversavano. Il suo esercito era conosciuto come l’esercito di Yue del ‘niente saccheggi, anche se stavano morendo di fame; niente saccheggi, anche se rischiavano di morire congelati’.

Oltre che per la rigorosa disciplina, Yue Fei era noto anche per la protezione e la cura che aveva nei confronti dei suoi soldati. Nelle battaglie dimostrava sempre grande coraggio dirigendo le cariche dalla prima fila. Fuori dal campo di battaglia, quando i suoi soldati si ammalavano, somministrava loro personalmente i medicinali. Se i combattenti morivano in battaglia, aiutava le loro famiglie e quando riceveva ricompense dalla corte imperiale, le condivideva con tutti i suoi soldati.

Yue Fei era anche rinomato perché proteggeva i civili, non solo i suoi soldati. Diversi anni dopo la fondazione della nuova dinastia Song meridionale, Yue Fei venne inviato a reprimere una rivolta. Ci riuscì, ma dopo che la ribellione venne sedata, l’imperatore di Song meridionale gli ordinò di giustiziare tutti gli abitanti della città. Yue Fei esitò, implorando con fermezza che la vita dei civili dovesse essere risparmiata, alla fine riuscì a convincere l’imperatore a giustiziare solo chi aveva fomentato la rivolta, gli abitanti della città gli furono infinitamente grati.

Nel 1133 l’imperatore gli donò una targa che recitava: ‘La massima lealtà di Yue Fei’, voleva infatti rendere omaggio alla devozione al benessere delle persone e al trono che Yue Fei aveva dimostrato.

Dal 1134 al 1140 d.C. Yue Fei lanciò un’offensiva e riconquistò molti territori a Sud del fiume Yangtze che erano stati occupati da altri. L’esercito di Yue diventò la forza principale del governo Song meridionale ed era rinomato per il suo coraggio: una volta, quando circa 300 soldati dell’esercito di Yue si imbatterono improvvisamente contro le truppe Jurchen costituite invece da 6 mila soldati e mille cavallieri, senza farsi prendere dal panico, combatterono ferocemente fino all’ultimo sangue. Nessuno di loro sopravvisse alla battaglia, ma i Jurchen subirono una perdita di quasi mille soldati. Con le punte di freccia in ferro che furono tolte dal corpo dell’ufficiale capo morto sul campo di battaglia si poterono riempire ben due scatole.

Poco dopo questa battaglia, 800 soldati guidati dal figlio ventiduenne di Yue Fei sconfissero oltre 100 mila soldati Jurchen, costringendoli alla fuga. Quando arrivarono i rinforzi, i soldati sopravvissuti dell’esercito di Yue erano in una pozza di sangue. Il generale comandante dell’esercito Jurchen, stremato esclamò: «È più facile spostare una montagna che battere l’esercito di Yue!».

Ma il tentativo andato a buon fine di Yue Fei di recuperare tutto il territorio perduto scatenò la gelosia tra i diversi funzionari vicini all’imperatore. Guidati dal ministro Qin Hui che sosteneva l’idea di un accordo di pace con i Jurchen, spinsero l’imperatore a credere che, lontano dalla capitale, Yue Fei sarebbe potuto diventare troppo potente e pericoloso.

Nel 1141, proprio dopo aver sconfitto l’esercito Jurchen vicino a Kaifeng e mentre si preparava a riconquistare la vecchia capitale, Yue Fei fu costretto a tornare a palazzo, lasciando nuovamente in mano agli eserciti nemici le zone che aveva valorosamente conquistato. Yue Fei commentò dicendo: «Gli sforzi di dieci anni distrutti in un lampo».

Sfortunatamente i problemi di Yue Fei non terminarono con il suo ritorno a palazzo: venne infatti destituito e, un anno dopo, un magistrato al soldo di Qin Hui lo condannò a morte sulla base di false accuse. Aveva solo 39 anni.

Celebre è una frase di Yue Fei: «Un Paese godrà della pace solo quando i suoi funzionari pubblici non saranno allettati dal denaro e i militari non avranno paura di perdere la loro vita nella battaglia per il loro Paese». Purtroppo, questo principio non fu mai capito dall’imperatore della dinastia Song Meridionale.

 

 
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