Usa, repubblicani: ripristinare le sanzioni contro l’istituto cinese accusato di violazioni dei diritti umani

Di Dorothy Li

Un gruppo di senatori repubblicani ha esortato l’amministrazione Biden a ripristinare le sanzioni economiche contro un’ente del regime cinese accusato di violazioni dei diritti umani.

Sostengono che l’America non dovrebbe «implorare o negoziare» con il suo avversario.

La lettera, guidata dalla senatrice Marsha Blackburn (R-Tenn.), invita il Dipartimento del Commercio a ripristinare le sanzioni contro l’Istituto di scienze forensi che erano state revocate in base all’accordo tra il regime comunista cinese e gli Stati Uniti per combattere la crisi del fentanil.

La Blackburn e altri tre colleghi repubblicani hanno chiesto un’azione dura nei confronti del Partito Comunista Cinese (Pcc), poiché lo ritengono responsabile del dramma del fentanil che uccide decine di migliaia di americani ogni anno: «Questa decisione profondamente sbagliata di revocare le sanzioni contro il Pcc, mentre la Cina continua a indottrinare i nostri figli attraverso i social media e ad avvelenare gli americani con il fentanil, non farà altro che incoraggiare il presidente Xi Jinping».

«Quando l’avversario dell’America avvelena e uccide i cittadini degli Stati Uniti, non dovremmo chiedere l’elemosina o negoziare».

«Il male impensabile»

Il governo degli Stati Uniti ha cercato per anni di fermare il flusso di fentanil nel Paese e, secondo il Dipartimento di Stato, è diventato il più grande assassino di americani di età compresa tra i 18 e i 49 anni.

La catena di fornitura globale del fentanil, secondo i funzionari statunitensi spesso inizia da produttori chimici in Cina. I cartelli della droga in Messico acquistano materie prime, note come precursori, dalla Cina e sintetizzano le sostanze chimiche in pillole, per poi venderle sul suolo americano.

L’amministrazione Biden considera, tra gli altri, il fentanil come una potenziale area di cooperazione con il regime cinese, nonostante le ampie tensioni tra i due Paesi.

Nella lettera, i senatori repubblicani avvertono che Pechino non ha intenzione di frenare il flusso di fentanil. «Il Pcc è uno dei regimi più repressivi al mondo. Se avessero avuto il desiderio di frenare la produzione dei precursori del fentanil nel loro Paese, avrebbero già preso provvedimenti».

Il 15 novembre, il presidente Joe Biden e Xi si sono incontrati a San Francisco. Uno degli accordi raggiunti alla conferenza prevedeva che Pechino accettasse in linea di principio di ridurre la spedizione delle sostanze chimiche utilizzate per produrre il fentanil. Il 16 novembre l’amministrazione Biden ha ritirato la sanzione imposta all’istituto di polizia cinese.

I senatori repubblicani hanno affermato di essere d’accordo sul fatto che convincere il Pcc a reprimere l’esportazione di fentanil è «fondamentale e atteso da tempo», ma hanno criticato la mossa dell’amministrazione Biden di eliminare le sanzioni economiche imposte all’ente cinese prima che Pechino abbia intrapreso qualsiasi azione.

L’Istituto di scienze forensi del Ministero cinese della pubblica sicurezza è stato aggiunto all’elenco degli enti del Dipartimento del commercio nel 2020 a causa della sua complicità nelle violazioni dei diritti umani da parte del regime contro gli uiguri nella regione dell’estremo ovest dello Xinjiang. «Il Pcc e l’Istituto di scienze forensi sottopongono gli uiguri a un male impensabile», hanno scritto i legislatori. Più di 1 milione di uiguri e di altre minoranze musulmane sono stati imprigionati nello Xinjiang, dove sono stati sottoposti a sterilizzazione forzata, tortura, lavoro forzato e altri abusi. Gli Stati Uniti, così come molti altri Paesi occidentali, hanno definito le azioni del regime contro gli uiguri un «genocidio».

I senatori hanno sottolineato che è importante che gli Stati Uniti continuino a difendere i diritti umani, invitando l’amministrazione ad «assumere una posizione forte contro il regime genocida del Pcc».

I senatori repubblicani hanno sostenuto che anche la politica di confine del presidente Biden ha avuto un ruolo nella crisi americana del fentanil ed hanno esortato l’amministrazione ad «assumere più agenti di pattuglia di frontiera, costruire il muro e punire i cartelli criminali messicani che hanno collaborato con i cinesi per avvelenare gli americani con il fentanil».

La lettera è stata co-firmata dalla Sens. Katie Britt (R-Ala.), Bill Hagerty (R-Tenn.) e Jd Vance (R-Ohio).

Crisi del fentanil

La lettera è arrivata mentre il fentanil, un oppioide sintetico che può essere fino a 100 volte più potente della morfina, sta provocando la crisi da droga più mortale che l’America abbia mai visto.

Dal 2016 al 2021, secondo un  rapporto di maggio dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), i decessi per overdose che coinvolgono la dipendenza al fentanil sono più che triplicati. Il tasso di mortalità correlato al fentanil è aumentato da 5,7 per 100.000 persone nel 2016 a 21,6 per 100.000 nel 2021. I decessi nazionali per overdose hanno raggiunto un nuovo record nel 2022. Il Cdc ha registrato oltre 100.000 decessi per overdose, di cui quasi il 70% legati al fentanil e ad altri oppioidi sintetici.

Circa 2 milligrammi di fentanil possono causare overdose.

Secondo la Drug Enforcement Administration, basta una sola pillola per causare conseguenze mortali. Tuttavia, ciò che rende il fentanil così pericoloso è il fatto che molte vittime hanno preso pillole senza sapere che il fentanil era stato aggiunto ad esse. Negli Stati Uniti, il fentanil si trova spesso combinato con droghe da strada come la cocaina e l’eroina.

Per combattere le catene di approvvigionamento illecite di droghe sintetiche, i funzionari statunitensi hanno intensificato la pressione sul regime cinese. Il 23 giugno, il Dipartimento di Giustizia ha reso pubbliche le prime accuse contro enti e aziende cinesi, accusando quattro produttori di prodotti chimici e otto cittadini cinesi, di traffico di precursori chimici direttamente negli Stati Uniti.

Nei mesi successivi, decine di enti e aziende cinesi sono stati inseriti nella lista nera del Dipartimento del Tesoro come parte di un ampia azione per affrontare la crisi derivata dagli oppioidi.

I funzionari del regime hanno criticato aspramente la mossa di Washington. Un portavoce dell’ambasciata cinese a Washington ha avvertito a maggio che le sanzioni statunitensi contro enti e cittadini cinesi «aggiungeranno ulteriori ostacoli alla cooperazione antidroga tra Cina e Stati Uniti». I rapporti indicano che il regime cinese ha usato la richiesta di rimozione dell’Istituto di polizia cinese dall’elenco degli enti da parte degli Stati Uniti, come precondizione per riprendere i colloqui sulla questione del fentanil. «Il Pcc sta usando le vite americane come merce di scambio per ottenere la riduzione delle sanzioni per le sue violazioni dei diritti umani», ha affermato ad agosto un gruppo separato di legislatori statunitensi. «Dobbiamo stare attenti a non scendere a compromessi sui nostri valori e sui diritti umani fondamentali in cambio di promesse vuote».

 

Articolo in inglese: GOP Senators Urge Biden Admin to Reinstate Sanctions on Chinese Institute Accused of Human Rights Violations

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