Telegram prevede di usare i server di Tencent – una mossa strategica con implicazioni di sicurezza

Telegram vuole espandere il suo servizio oltre la messaggistica istantanea, con delle app nell’app: giochi, prenotazioni e pagamenti. Ed è già stato concretizzato dal suo uso della rete The Open Network (Ton) che, tra l’altro, è la spina dorsale dei pagamenti effettuati in-app. In visione di un rafforzamento nella potenza computazionale, la partnership con Tencent cloud trasferirà le esperienze acquisite, per una veloce transizione.

Questa evoluzione sicuramente aumenterà l’attrattiva e il periodo di tempo che gli utenti trascorrono di fronte all’applicazione.

Tuttavia, l’accordo strategico con Tencent per usare i suoi server, non implica solo potenza di calcolo, ma anche considerazioni riguardanti i diritti umani e la sicurezza.

Infatti la sede operativa della nota società informatica è in Cina, sotto il dominio del Partito Comunista Cinese (Pcc), il quale richiede uno stretto controllo gestionale delle aziende. Esse devono fornire al regime qualunque informazione o tutto ciò che a loro viene richiesto.

Dalla libertà di parola a quella di credo, il Pcc silenzia o peggio perseguita chiunque abbia da ridire circa la sua linea decisionale. Il controllo portato agli estremi è evidente nei mezzi che adotta per censurare opinioni diverse e informazioni che espongono la verità.

Per gli utenti c’è quindi un potenziale pericolo in termini di privacy: le informazioni nelle chat possono essere oggetto di analisi geopolitiche, commerciali e psicologiche. Poi usate per affinare, tra le altre cose, tecniche di propaganda per la diffusione della cultura del Partito, rivolta ai Paesi liberi, soprattutto quelli che hanno abbassato la guardia circa la sua minaccia o, per convenienza, si piegano al suo volere.

Tencent cloud, ovvero il servizio che fornirà la struttura fisica dei server, dovrà solo permettere che i dati crittografati scorrano nei data-center per poter essere poi convalidati. Ovvero fare in modo che, ad esempio, i pagamenti digitali siano convalidati, eseguendo una serie di algoritmi matematici per cui le chiavi di sicurezza crittografate siano in relazione tra loro e non ci siano problemi relativi sulle identità. In sostanza questo richiede una componentistica hardware ad alte prestazioni e intensità di calcolo, in generale, e non solo, riguardanti i processori (Cpu) e schede grafiche (Gpu) o le ram, ma anche la rete stessa e come è cablata.

La decisione di Ton nel provare ad espandere la sua rete tramite i cloud della nota società cinese, potrebbe avere a che fare con la sua esperienza, o meglio, posizione nel campo del gaming. Un’industria che si è da tempo spostata nella ‘nuvola’, perché alle persone piace poter connettersi non solo nella vita reale ma anche in quella virtuale. Oltre che considerare il fatto che l’industria dei giochi virtuali, in particolare, presenta alte richieste hardware e una buona struttura.

Quindi da un lato il ruolo di Tencent è occuparsi della sicurezza (o per lo meno di offrire la potenza di calcolo), ma dall’altro, in quanto azienda cinese, solleva campanelli d’allarme.

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