È vero che i tassisti evadono?

Di Vincenzo Cassano

I tassisti sono considerati tra le categorie che in Italia evadono maggiormente le tasse. Ma è la verità? Sono davvero sottoposti a situazioni ingestibili e ‘costretti a evadere’?

Il dato principale e pressocché unico sull’evasione fiscale dei tassisti risale al 2004, quando dei controlli a tappeto della Guardia di Finanza hanno stabilito che il 70 per cento della categoria evadrebbe parte delle tasse, dichiarando un chilometraggio annuo inferiore del 37 per cento a quello reale, e un costo del carburante inferiore del 22 per cento. Il dato è preoccupante, ma anche molto vecchio.

In un’intervista video pubblicata il 12 gennaio 2012 dal Corriere, un tassista ammetteva: «Tutto quello che posso evadere lo evado – affermava dopo essersi lamentato dell’aumento dei prezzi del gasolio – Che esempi ho a monte? Al Governo, che esempi ho?».
«Evado il minimo indispensabile. Chi è che non evade? […] L’operaio che un giorno sta a casa in malattia e invece stava bene, anche quello diventa un evasore. Io quel poco che posso evadere lo evado perché devo sopravvivere», continuava il tassista bolognese, a volto scoperto ma dal nome ignoto, affermando di dichiarare il 60-70 per cento del guadagno reale.

«Sessanta, settanta, dipende […] quello che posso evadere lo evado, come fanno tutti, non è che ci dobbiamo nascondere […] Poi c’è anche qualcuno, come in tutte le categorie, che esagera».

La situazione fiscale dei tassisti, che per il decreto del presidente della Repubblica n. 696 del 21/12/1996 sono esentati dall’obbligo di emissione di scontrini fiscali (assieme ad altre categorie, come i gondolieri e i rivenditori di giornali), è disciplinata dagli studi di settore, che determinano un intervallo di reddito considerato nella norma. Se un tassista dichiara una cifra inferiore o superiore a quel reddito, è probabile subentrino i controlli della finanza. Quello che posso lo evado, si riferisce presumibilmente al dichiarare un reddito inferiore, ma sempre compreso nel range previsto dagli studi di settore.

Epoch Times ha contattato per e-mail l’Unione Tassisti d’Italia e ripetutamente per telefono l’Uritaxi senza ricevere risposte.

Nel 2013 il presidente di Uritaxi, Loreno Bittarelli, affermava: «I tassisti posso assicurare che dichiarano più di quello che guadagnano, per non avere problemi con gli studi di settore. Non è il caso di discutere più di tanto visto che siamo stati oggetto negli anni di verifiche, trasferimenti di licenze, accertamenti della finanza. Ci hanno preso di mira come categoria, ma non hanno trovato tutte queste inadempienze».

Nel 2014, secondo Repubblica, l’Agenzia delle Entrate ha rivisto gli studi di settore per alcuni tassisti di Bologna, rialzando di ben 17-20 mila euro i loro guadagni lordi riferiti all’anno 2011. I tassisti sono insorti, affermando che il fisco non ha valutato bene il costo del chilometraggio e non ha tenuto nel debito conto i chilometri fatti ‘a vuoto’.

È realistico pensare che – come dice Bittarelli – ci siano tassisti che dichiarano meno per non sforare la cifra prevista dagli studi di settore e quindi evitare minuziosi controlli della finanza, ma è anche inconfutabile che sia stata riscontrata una forte evasione, quando ci sono stati controlli a tappeto (sebbene questo sia avvenuto in massa solo nel 2004).

I tassisti, secondo un calcolo approssimativo, guadagnano in media 4.100 euro mensili lordi, con tasse che ammontano in media a 1.230 euro, e delle spese (rate della licenza, costi di gestione) di 1.500 euro, portando a uno stipendio netto mensile medio di 1.370 euro.
Chi ha già finito di pagare la licenza (le cui rate in genere durano 15 anni), guadagnerà invece in media 2.620 euro, una differenza notevole. Normalmente i tassisti rivendono la loro licenza quando decidono di smettere di lavorare, e non sono mancati casi (per esempio a Firenze dal 2005 al 2009, secondo la Gdf) di licenze vendute in nero.

Le enormi spese delle rate della licenza in particolare, oltre ai costi di gestione, trasformano quello che sarebbe uno stipendio relativamente alto in uno da impiegato, nonostante i tassisti lavorino in media 10 ore al giorno e non vengano pagati per i giorni di malattia. Ma davvero le difficoltà giustificano – ove vi sia – l’evasione fiscale?

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