Autisti Atac a Roma: «Hanno armato la cittadinanza contro di noi»

Tra caldo, spazzatura, disagi con i trasporti e scandali, una valanga di problemi colpisce Roma, il sindaco, gli alti vertici di alcune società e i comuni lavoratori. Oggi, 29 luglio, è fissata una manifestazione dei lavoratori dell’Atac e dei pendolari presso il Campidoglio, organizzata dal sindacato CambiaMenti m410.

«A differenza di quanto viene paventato sia dal primo cittadino che dalla troika romana», afferma il presidente del sindacato Micaela Quintavalle – riferendosi ai governi attuali e precedenti, ai maggiori sindacati e alla dirigenza aziendale – il problema non è degli «autisti e macchinisti scansafatiche».

Attribuendo il problema agli autisti «hanno davvero armato la cittadinanza contro di noi», dice la sindacalista. «In questi giorni abbiamo avuto paura a prendere la metropolitana in divisa perché eravamo oggetto di attacchi tanto verbali quanto fisici».

In tutta la vicenda Atac impera lo scaricabarile: gli utenti se la prendono con gli autisti per la scarsa frequenza di corse, gli autisti accusano la «dirigenza incapace», la dirigenza lamenta mancanza di fondi. E il sindaco Marino dà la colpa agli autisti e fa saltare i dirigenti Atac. Il primo cittadino, infatti, sopravvissuto allo scandalo di Mafia Capitale e ora colpito su tutti i fronti, ha nominato Francesco Micheli – un dirigente che in passato ha avuto alti incarichi in Gucci, Poste Italiane e Banca di Roma – per sovrintendere al rinnovamento del Cda di Atac.

Per l’azienda dei trasporti pubblici di Roma, tuttavia, il problema starebbe proprio nella politica. In un comunicato del 13 luglio, infatti, Atac denuncia gravi difficoltà economico-finanziarie «che sono destinate ad aumentare se non si assicureranno risorse congrue, certe e stabili all’azienda». Senza tali risorse, «il numero dei mezzi disponibili tenderà progressivamente a ridursi».

Il 18 luglio Atac ha anche firmato un accordo con i maggiori sindacati, che prevede un aumento della produttività dei lavoratori. E la protesta contro questo accordo è proprio uno dei motivi della manifestazione del 29 luglio.

QUALI SONO I PROBLEMI?

Secondo la Quintavalle i due problemi principali sono che i dirigenti sono troppi (79) e gli autisti troppo pochi: si potrebbero tagliare gli «stipendi milionari» di alcuni dirigenti, o ridurre il loro numero per aumentare di mille unità il personale viaggiante, con un immediato effetto sul miglioramento dei servizi.

Altro problema che non riguarda i lavoratori, ma che è spesso causa di disservizi, è che gli autobus di Roma sono troppo vecchi: alcuni risalgono al 1931 e hanno fatto un milione di chilometri. «Rinnovare la flotta» è quindi imperativo, secondo la sindacalista.

Ma nemmeno gli utenti sono esenti da colpe: l’evasione dei biglietti è molto alta (40 per cento). Per la Quintavalle la si può combattere facendo lavorare tutti i dipendenti come controllori a turno in straordinario e dando loro una percentuale sul valore delle multe.

Inoltre il contratto di lavoro degli autisti è a chilometraggio. Gli autisti sono quindi tenuti a percorrere un certo numero di chilometri per onorarlo. Secondo la sindacalista sarebbe più efficace un contratto basato sulla qualità del servizio e quindi sul rispetto del numero delle corse e degli orari.

Per la Quintavalle la soluzione non può essere nemmeno il «macabro disegno» della privatizzazione, perché ne farebbe le spese il cittadino in termini di manutenzione degli autobus e di servizio. Così come non la convince la nomina di Francesco Micheli, un «dirigentone» e anche una «brava persona», ma con «esperienza nei trasporti zero». E anche Marino, di trasporti non ne capisce niente, secondo la Quintavalle.

La manifestazione di oggi 29 luglio ha lo scopo di unire autisti e fruitori dei trasporti pubblici, la cui divisione in quest’ultimo periodo è degenerata nella pura violenza, a volte anche fisica. Indosseranno tutti una camicia blu, il colore dei lavoratori dell’Atac. Senza striscioni né colori politici.

 

 
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