Il settore dei trasporti navali naviga in cattive acque

Il rallentamento dell’economia cinese ha inferto un duro colpo al settore del trasporto marittimo. L’indice Baltic Dry (BDI), che segue le tariffe merci delle navi che trasportano minerale di ferro e carbone, è crollato a 498 nel mese di novembre, il valore più basso dal 1985.

«Il calo di domanda e l’eccesso di offerta hanno gravemente inciso sui valori delle merci, con una caduta libera dei prezzi dei minerali di ferro e carbone. Il settore del trasporto marittimo di prodotti generici asciutti (carbone, minerali, sementi, sabbia eccetera, ndt) ne sta pagando il prezzo con gli impatti negativi sugli utili», ha spiegato Drewry, una società di consulenza del trasporto con sede a Londra, nella sua relazione di ricerca. L’indice si è più che dimezzato rispetto all’anno scorso, ed è sceso del 96 per cento dal picco di 11.793 del novembre 2008.

La crescente domanda cinese di materie prima ha portato a un boom di spedizioni negli ultimi dieci anni. Fomentate dall’euforica economia cinese , le compagnie di navigazione hanno iniziato a investire nelle grandi navi, lasciando il settore con un debito enorme e in sovraccapacità di trasporto.

Ora, con le importazioni cinesi in stallo, il settore dei trasporti marittimi si sta dirigendo verso una profonda recessione, secondo gli esperti: «Il mercato del trasporto di prodotti generici asciutti resterà in recessione a causa della contrazione della domanda di minerale di ferro e carbone, e l’eventuale recupero non è previsto fino al 2017», ha continuato Drewry nel suo rapporto.

Un altro indice, chiamato Harpex, ha accompagnato il BDI ed è crollato ai livelli minimi. Harpex traccia il trasporto delle navi portacontainer e rappresenta una base molto più ampia di beni commerciali. «Il trasporto, soprattutto dei container, ha creato la propria crisi per via dell’investimento eccessivo e prematuro nella capacità aggiuntiva e nelle grandi navi per le quali non esiste una reale domanda nel prossimo futuro», ha detto Uwe Breitling, un consulente di formazione nel settore marittimo.

Un ulteriore capacità di 1,6 milioni di teu (equivalenti a 9750 km circa) è stata aggiunta alla flotta globale nel 2015, e altri 1,3 milioni di teu sono stati aggiunti nel 2016. «Il settore del trasporto marittimo dei container è nel bel mezzo di una crisi di sovraccapacità che peggiorerà nel prossimo anno», ha avvertito Neil Dekker, direttore di Drewry.

LA SMANIA PER LE MEGA-NAVI

L’aumento dei volumi del commercio mondiale e la ‘containerizzazione’ (il trasporto di merci nei container) negli ultimi dieci anni hanno spinto verso la necessità di maggiori economie di scala. Quindi diverse compagnie hanno ordinato delle nuovi grandi navi per rimanere competitive. «In passato le più grandi navi portacontainer hanno generato dei risparmi sui costi per le compagnie, hanno diminuito i costi del trasporto marittimo e facilitato il commercio globale», ha spiegato l’Organizzazione per la Cooperazione economica e lo sviluppo (OCSE), in uno dei suoi rapporti.

Tuttavia queste navi, grandi più di quattro campi da calcio l’una, creano problemi a tutta la catena di trasporto, in particolar modo ai porti. Le navi più grandi richiedono gli adattamenti delle infrastrutture e delle attrezzature, e causano i picchi più grandi nel traffico dei container nei porti, secondo l’OCSE.
«Le compagnie piangono la mancanza d’investimenti da parte del settore pubblico nell’accogliere le loro grandi e indesiderate navi nei mega-porti, e scaricano le conseguenze della loro cattiva gestione proprio sul settore pubblico», ha detto Breitling.

CROLLA LA DOMANDA DI COMBUSTIBILI

Il collasso delle materie prime e delle merci globali ha portato a una serie di fallimenti nel settore. La Genco Shipping & Trading Ltd. e la Eagle Bulk Shipping Inc. sono state fra i 10 maggiori fallimenti degli Stati Uniti nel 2014.
La Genco, di proprietà del magnate newyorkese delle spedizioni Peter Georgiopoulos, con le sue 53 navi era una dei più grandi spedizionieri di prodotti generici asciutti al mondo. La Eagle Bulk, con sede a New York, possiede invece 45 navi.

Altra azienda che ha seguito il flusso della crisi è stata la Global Maritime Investments Cyprus Ltd, che a settembre del 2015 ha presentato istanza di fallimento negli Stati Uniti. Nello stesso mese anche una grossa compagnia giapponese, la Daiichi Chuo Kisen Kaisha ha presentato richiesta di amministrazione controllata.

Queste recenti dichiarazioni di bancarotta sono le ultime di una serie, nel settore dei trasporti marittimi. E gli esperti prevedono altri fallimenti, se i tassi di nolo continuano a crollare.

PIÙ GRANDE È, MEGLIO È

La recessione nel settore dei trasporti marittimi ha anche scatenato una tendenza al consolidamento. Il gruppo francese CMA-CGM  è entrato di recente in partnership esclusiva con la Singapore Neptune Orient Lines (NOL), con l’intenzione di comprarla. Se l’affare andrà in porto, la fusione sarà uno dei più grandi affari nel campo delle spedizioni marittime degli ultimi anni.

Gli analisti prevedono che l’accordo sia un segno di un ulteriore consolidamento nel settore. Le fusioni infatti sono essenziali per acquisire potere e quota di mercato.

L’annuncio è arrivato dopo le voci riguardanti una possibile fusione tra i colossi cinesi Cosco Group e China Shipping Group. Nel mese di agosto, Pechino ha ordinato alle due società statali di seguire la strada verso l’unificazione: unendo le flotte, si darà luogo alla quarta più grande linea di container al mondo.

«L’industria del trasporto dei container è stata molto redditizia nel corso degli ultimi cinque anni. Facendo le cose in maniera peggiore, i guadagni sono stati eccezionalmente volatili», afferma McKinsey Consulting in un suo rapporto.
Ora che l’industria deve affrontare i suoi noli più bassi da anni, e con la capacità aggiunta che arriverà, l’industria è destinata a un eccesso di capacità e a una prolungata crescita di perdite finanziarie.
Nella battaglia per la sopravvivenza, sempre più compagnie di navigazione stanno perciò prendendo in seria considerazione l’opzione del consolidamento.

 

Articolo in inglese: ‘Shipping Sector Sails in Rough Seas Amid China’s Slowdown

 
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