Roma: denunciati 35 imprenditori cinesi per falso ‘made in Italy’

Martedì mattina la Guardia di Finanza ha denunciato 35 imprenditori cinesi per ricettazione e vendita di capi d’abbigliamento con false etichette ‘made in Italy’. I prodotti venivano fabbricati in Cina e poi introdotti in Italia da confezionatori e fornitori della Chinatown di Prato.

Le autorità hanno sequestrato oltre tre milioni di capi d’abbigliamento e beni per un valore complessivo di 5,5 milioni di euro: 14 società, relativi compendi aziendali, 25 immobili e 10 autovetture di lusso. Le verifiche fiscali hanno accertato inoltre 44 milioni di euro di mancata dichiarazione dei redditi e un’evasione dell’Iva pari a 7 milioni.

L’indagine, che ha visto il coordinamento tra 150 militari del Gruppo Roma e i mezzi aerei del Reparto Operativo Navale di Civitavecchia, era partita a causa di un’incoerenza tra la forte presenza di attività cinese nell’area di Commercity di Roma e l’eccessivamente basso volume d’affari relativo.

Tanto è bastato per far scattare il pedinamento di diversi Tir, grazie al quale le Fiamme Gialle della capitale hanno anche potuto ricostruire il percorso delle merci vendute.

Quanto alla tecnica di contraffazione, niente di originale, è proprio il caso di dire: le autorità hanno infatti scoperto che gli imprenditori sostituivano le etichette originali ‘made in China’ per ottenere maggiori profitti.

Secondo una nota della Guardia di Finanza, l’operazione ha messo in luce come Roma continui a essere uno dei mercati principali per soggetti che operano nell’illegalità ottenendo sempre maggiori profitti a discapito dei commercianti onesti che lavorano nel pieno rispetto della legalità.

 

 
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