Regime cinese chiede aiuto all’America contro funzionari corrotti latitanti

Dopo due anni di indagini e punizioni per migliaia di funzionari in Cina, le autorità anti-corruzione del regime cinese chiedono ora l’aiuto dell’America.

Oltre 150 funzionari cinesi corrotti che si sono rifugiati in America sono stati identificati in un ‘elenco di priorità’ fornito dall’agenzia disciplinare del Partito Comunista Cinese alle autorità statunitensi, secondo i media statali.

Una nuova campagna, comunemente nota come ‘l’operazione di caccia alle volpi‘, è stata lanciata lo scorso anno dal Pcc per arrestare i funzionari corrotti che risiedono all’estero. Questi ultimi – ai quali ci si riferisce eufemisticamente come ‘latitanti economici’ – generalmente portano con sé i propri beni quando fuggono dal Paese, contribuendo all’immensa fuga di capitali cinese.

Xu Jinhui, che è a capo dell’ufficio anti-corruzione della Procura, avrebbe dichiarato che in generale i sospetti lavoravano per lo Stato o per imprese statali e ricevevano mazzette o sottraevano fondi pubblici, secondo le notizie dei media statali.

Il Partito Comunista cinese sembra essere consapevole della gravità della situazione. All’inizio di questo mese il Financial Times ha riferito che Wang Qishan, capo dell’agenzia cinese anti-corruzione, che ha gestito la campagna disciplinare sin dal principio, avrebbe visitato gli Usa per aiutare a semplificare l’estradizione dei funzionari cinesi latitanti.

In parte a causa dei seri limiti nel sistema giuridico cinese, non esiste un trattato di estradizione formale in vigore tra la Cina e gli Usa, il che renderebbe più difficili gli sforzi di Wang e di Xi Jinping, leader del regime cinese.

Articolo in inglese: Chinese Regime Seeks to Expand “Fox Hunt” to America

 
Articoli correlati