Pechino irritata dal disegno di legge degli Stati Uniti che contrasta la minaccia cinese

Di Emel Akan

Le operazioni di influenza di Pechino all’interno degli Stati Uniti hanno assunto una nuova dimensione. Lo rivela un rapporto secondo cui il Partito Comunista Cinese (Pcc) ha fatto pressioni sulle aziende americane affinché si opponessero a un disegno di legge a sfavore della Cina, e che cerca quindi di migliorare la competitività degli Stati Uniti.

Il rapporto deve aver allarmato i leader del Congresso degli Stati Uniti, che ora si impegnano a riprendere «immediatamente» i colloqui e a portare il disegno di legge oltre il traguardo «il prima possibile».

Il disegno di legge sulla Cina che preoccupa Pechino si chiama Us Innovation and Competition Act (Usica), che è un pacchetto legislativo di 2.376 pagine. Il Senato ha approvato l’Usica a giugno con un voto bipartisan di 68-32. Una versione più ristretta del disegno di legge, chiamata Ensuring American Global Leadership and Engagement (Eagle Act), è fermo alla Camera da luglio a causa di disaccordi e altre priorità legislative.

L’ambasciata cinese a Washington ha minacciato le società statunitensi che avrebbero perso quote di mercato in Cina se la legislazione fosse diventata legge, ha riferito Reuters. Attraverso lettere e incontri, i funzionari cinesi hanno implorato «una vasta gamma» di attori economici, di fare pressioni contro la misura.

Sia il disegno di legge del Senato che quello della Camera mirano a contrastare le ambizioni economiche e l’influenza globale di Pechino. Cercano di affrontare le questioni su Taiwan, Hong Kong e il genocidio di Pechino contro gli uiguri nello Xinjiang. L’Usica chiede di boicottare le Olimpiadi di Pechino del 2022 e di riferire sulle origini della pandemia di Covid-19.

Per aumentare la competitività degli Stati Uniti, il disegno di legge del Senato stanzia anche 52 miliardi di dollari di finanziamenti alla produzione nazionale di semiconduttori e autorizza quasi 190 miliardi dollari di spesa per sostenere le tecnologie critiche statunitensi.

In una lettera inviata all’inizio di novembre, l’ambasciata cinese ha chiesto ai dirigenti d’azienda di «svolgere un ruolo positivo nell’esortare i membri del Congresso ad abbandonare la mentalità a somma zero e il pregiudizio ideologico, smettere di propagandare disegni di legge negativi relativi alla Cina, eliminare le disposizioni negative».

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Zhao Lijian non ha negato queste operazioni di influenza, ma ha affermato che alcuni progetti di legge statunitensi riflettono il «pensiero della Guerra Fredda» che ha danneggiato le relazioni bilaterali tra i due Paesi.

Ma il senatore Todd Young (R-Ind.), co-promotore del disegno di legge del Senato ha risposto alle minacce della Cina, chiarendo che Washington non ha intenzione di tirarsi indietro. «Xi Jinping non vuole che questo disegno di legge diventi legge», ha scritto Young in una nota. Il leader cinese è «spaventato» perché l’Usica farà «ancora una volta avanzare» gli Stati Uniti. Le minacce della Cina «contribuiranno solo a garantire che il disegno di legge diventi legge», ha affermato.

La notizia che la Cina sta esercitando pressioni contro il disegno di legge potrebbe unire e stimolare sia i partiti che le camere del Congresso per approvare senza indugio un disegno di legge bipartisan.

Il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer e la presidente della Camera Nancy Pelosi hanno raggiunto un accordo il 17 novembre per riconciliare i due diversi progetti di legge. L’accordo è arrivato dopo che i repubblicani del Senato e alcuni democratici della Camera si sono opposti al piano di Schumer di includere la legislazione nel disegno di legge annuale sulla politica di difesa. «Mentre ci sono molte aree di accordo su queste proposte legislative tra le due camere, ci sono ancora una serie di importanti questioni irrisolte», hanno affermato Schumer e Pelosi in una dichiarazione congiunta, aggiungendo che avrebbero risolto queste differenze attraverso il processo della conferenza.

Entrambe le camere «avvieranno immediatamente un processo bipartisan per riconciliare le proposte legislative delle due camere in modo da poter consegnare un atto legislativo finale sulla scrivania del presidente il prima possibile», hanno affermato.

La versione alla Camera del disegno di legge, promossa dal rappresentante Gregory Meeks (Dn.Y.), presidente della Commissione per gli affari esteri della Camera, aveva suscitato critiche per aver ridimensionato alcune delle disposizioni del disegno di legge del Senato relative ai diritti umani e a Taiwan. Il disegno di legge della Camera chiedeva anche miliardi per combattere il cambiamento climatico, cosa che non era inclusa nella versione del Senato. Questi cambiamenti hanno lasciato perplessi i repubblicani della Commissione per gli affari esteri, che si sono opposti al disegno di legge a luglio.
«Sono lieto che siano ripresi i colloqui sull’approvazione della legislazione per affrontare la minaccia generazionale rappresentata dal Partito Comunista Cinese», ha riferito il capo repubblicano della Commissione per gli affari esteri della Camera Michael McCaul (R-Texas). «Ma è fondamentale che questa legislazione sia bipartisan e affronti in modo significativo i vari aspetti delle azioni maligne del Pcc, piuttosto che fornire miliardi in più per il fondo green per il clima in aggiunta alle decine di miliardi di dollari per il clima stanziati solo questa settimana».

McCaul spiega che i repubblicani della Camera vogliono che il disegno di legge «contrasti l’espansione ideologica e territoriale del Pcc, per fermare la loro illegittimità economica, per mantenere il nostro vantaggio militare convenzionale nell’Indo-Pacifico e per garantire catene di approvvigionamento tecnologico critiche». Non è chiaro come sarà il disegno di legge definitivo sulla Cina, ma «deve essere più di un semplice messaggio e non può essere trasformato in un altro battibecco politico: è troppo importante», conclude.

 

Emel Akan è reporter di politica economica della Casa Bianca a Washington Dc. In precedenza ha lavorato nel settore finanziario come banchiere d’investimento presso Jpmorgan e come consulente presso PwC. Si è laureata con un master in amministrazione aziendale presso la Georgetown University.

 

Le opinioni espresse in quest’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

 

Articolo in inglese: Beijing Irked by US Bill That Counters China Threat

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