Il Pcc è «nemico dell’umanità», le sue vittime chiedono al mondo di unirsi per affrontarlo

Di Victoria Kelly-Clark

CANBERRA, Australia – Rappresentanti di vari gruppi perseguitati dal Partito Comunista Cinese (Pcc) hanno chiesto ai leader mondiali di unirsi per affrontare il regime, durante un seminario intitolato ‘Vittime del regime comunista della Cina: retrospettive e prospettive‘.

Kalsang Yonten Tipnak, il presidente della All Australian Tibetan Community, ha dichiarato che è tempo che i Paesi liberi del mondo si uniscano nei loro sforzi per «combattere le violazioni dei diritti umani in tutto il mondo»: «È tempo che la comunità internazionale abbia abbastanza coraggio e impegno da esprimere concretamente la sua protesta, contro le atrocità cinesi contro i tibetani e altri popoli oppressi sotto il dominio del Pcc come gli uiguri, i mongoli del sud e gli hongkonghesi».

Tibetani, uiguri, kazaki, hongkonghesi, mongoli del sud, taiwanesi e attivisti cinesi per la democrazia riuniti per chiedere ai governi di opporsi alla soppressione della libertà, della democrazia e dei diritti umani da parte del Partito comunista cinese, davanti alla sede delle Nazioni Unite a New York, il 1° ottobre 2020. (Samira Bouaou/The Epoch Times)

Tipnak, che ha descritto le atrocità che si verificano attualmente nella sua regione, ha dichiarato di essere preoccupato anche per come il Pcc sta aumentando il suo comportamento repressivo verso altri gruppi etnici in Cina.

Inoltre, ha sottolineato che Pechino sta ora discutendo l’implementazione di leggi simili alla legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong anche per il Tibet, che secondo lui equivarrebbe a una spada di Damocle che pende sulla testa di tutti i tibetani.

Al contempo, Mehmet Celepci, un agente d’immigrazione, interprete e traduttore professionista uiguro, ha fatto eco all’appello di Tipnak perché la comunità internazionale faccia qualcosa contro il Pcc.

Pannelli mostrano fotografie di importanti intellettuali uiguri detenuti dal regime cinese, durante una manifestazione di fronte al consolato cinese di Los Angeles, il 1 ottobre 2020, in occasione di una giornata globale di protesta chiamata ‘Resistere alla Cina’. (FREDERIC J. BROWN/AFP via Getty Images)

Celepci, che ha parlato delle uccisioni di massa degli uiguri, degli stupri, delle torture, delle sterilizzazioni forzate e della schiavitù delle donne uigure; ha notato che attualmente, molte persone che vivono all’estero sono preoccupate che questo possa distruggere la storia degli uiguri e il loro modo di vivere.

«Dobbiamo lottare per sbarazzarci del Pcc, in modo che tutti noi possiamo tornare a respirare la libertà – ha dichiarato Celepci – Questo regime è il nemico dell’umanità».

Facendo eco a entrambi i loro discorsi, la dottoressa Lucy Zhou, presidente della Falun Dafa Association of Australia, ha dichiarato che il numero senza precedenti di atrocità che si verificano attualmente in Cina, sotto il regime del Pcc, potrebbe essere paragonato solo al famigerato genocidio e ai crimini contro l’umanità commessi dal regime nazista durante la seconda guerra mondiale.

«Veniamo da gruppi diversi e possiamo avere credenze e opinioni politiche diverse, ma abbiamo qualcosa in comune: il sostegno ai diritti umani e alla libertà di credo e il desiderio di porre fine alla sofferenza delle atrocità comuniste – ha affermato la Zhou – Il Pcc cerca di mettere a tacere il mondo libero con il commercio e l’intimidazione, e cerca di attaccarci isolatamente».

«Ecco perché il nostro incontro qui oggi è importante, perché unendo le forze, renderemo la nostra voce più forte e daremo coraggio al governo australiano e al mondo libero per resistere al Pcc», ha concluso la signora Zhao.

La dottoressa Lucy Zhao dell’Associazione Falun Dafa parla il 20 luglio 2018 a Sydney, in Australia, per ricordare i praticanti del Falun Gong torturati e uccisi nella persecuzione perpetrata dal Partito comunista cinese. (Frank Ling/The Epoch Times)

Nel frattempo, si sta lentamente consolidando un’alleanza di nazioni che si oppongono al comportamento sempre più bellicoso del Pcc e della Marina dell’Epl (Esercito popolare di liberazione).

Nell’ultimo anno, Regno Unito, Australia, Canada, India, Giappone e Stati Uniti hanno istituito politiche e fatto dichiarazioni che indicano che non tollereranno più il comportamento aggressivo del regime cinese sulle questioni di Hong Kong, Xinjiang, Taiwan e sulla militarizzazione del Mar Cinese meridionale.

Inoltre, sia il Canada che gli Stati Uniti hanno riconosciuto ufficialmente come ‘genocidio’ la persecuzione dei musulmani uiguri nella regione dell’ex Turkestan orientale, anche nota come Xinjiang.

Il seminario ‘Vittime del regime comunista della Cina: retrospettive e prospettive’, svoltosi a Canberra tra il 27 e il 28 febbraio, ha visto la partecipazione di rappresentanti dei gruppi tibetani, uiguri, Falun Gong, cattolici, cristiani, di Hong Kong, e di attivisti cinesi per la democrazia.

 

Articolo in inglese: CCP Is ‘Enemy of Humanity’: Victims Call for World to ‘Unite’ Against It

 
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