Messi: il calcio mi ha dato quasi tutto, ma la famiglia è la cosa fondamentale

Se qualcuno ci dicesse che Lionel Messi fatica a ricordarsi quando gli è stato regalato il primo pallone, come minimo ci scapperebbe un sorriso, e potremmo pensare che sia uno scherzo; eppure è proprio così, secondo quanto ha confidato la stella blaugrana alla rivista argentina Gente. A differenza di quello che si potrebbe pensare infatti, per la Pulce la vita non gira solo intorno al pallone, ma si basa soprattutto su dei valori essenziali.

Il calcio, ammette, «senza dubbio» gli ha dato tutto per quel che riguarda l’aspetto «professionale e sociale», perché gli ha lasciato una «sicurezza». Ma per Leo Messi ci sono altri aspetti «dove lo sport non interferisce», come la famiglia, per lui «molto importante e fondamentale».

E sulla gestione della propria popolarità durante la vita quotidiana, la parola d’ordine è «normalità», ovvero fare tutto proprio come una persona normale e allo stesso tempo godersi quello che gli ha dato il suo lavoro. «Esco, approfitto del tempo libero per godermi la mia famiglia, gli amici», dichiara il quattro volte pallone d’oro.

Il calcio però oltre a essere un lavoro è per l’argentino prima di tutto un divertimento, «Mi diverto sempre quando gioco a pallone, non so se questo sia il segreto o meno, però so che è quel che mi piace fare di più, e cercherò di continuare a fare finché potrò», e quindi, il consiglio che si sente di dare alle nuove generazioni che si affacciano al mondo del calcio è di prenderlo «come un gioco», prima di tutto.

E quando gli viene chiesto perché secondo lui Dio gli ha dato questo dono, risponde che «come ci sono i grandi professionisti che salvano vite e costruiscono cose affinché possiamo vivere meglio» a lui gli «è toccato giocare a calcio per intrattenere alle persone… e per farle parlare durante la settimana, ma sono molto contento di poterlo fare».

Ma Messi, che riferisce di essere stato ispirato da niente meno che Diego Armando Maradona, non si considera proprio un talento nato. Infatti – diversamente da Maradona – dice di allenarsi molto durante la settimana, così da poter arrivare preparato alle partite e riuscire in quello che vuole fare. Ma poi ammette che in campo le cose non vanno sempre come le si è preparate in allenamento, perché «le situazioni sono diverse e [le occasioni, ndr] nascono sul momento». E allora, forse è lì che emerge il genio del campione.

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