Civati: tradito il referendum del 2011 sull’acqua pubblica

Tradimento del volere pubblico. Questo, secondo Pippo Civati, rappresenta il disegno di legge su tutela, governo e gestione dell’acqua, cui il M5S si è opposto con Sinistra Italiana. Il Ddl è stato approvato alla Camera il 20 aprile. La battaglia si sposta dunque al Senato; ma cosa cambierà, in caso di conferma?

LE NOVITÀ

Il disegno di legge era stato proposto inizialmente dal M5S. In seguito è stato cambiato in alcuni punti chiave dalla maggioranza, tanto che i grillini hanno ritirato il loro appoggio. In particolare il problema è che l’acqua viene definita «un servizio pubblico locale di interesse economico» non più affidato «prioritariamente» al pubblico. Privati e pubblico sono sullo stesso piano, nella legge.

Altre novità riguardano la concessione di 50 litri d’acqua giornalieri anche a chi è in ritardo sul pagamento, e la devoluzione di un centesimo per ogni bottiglia di acqua minerale di plastica a progetti di cooperazione internazionale per il sostegno dei Paesi più poveri.

LE REAZIONI

Per Civati la legge «tradisce l’esito del referendum del 2011»: citato da Repubblica, il leader di Possibile sostiene che «È soppresso l’articolo relativo alla ripubblicizzazione della gestione del servizio idrico integrato, particolarmente importante per rispondere al referendum del 2011, che prevedeva l’assoggettamento al regime del demanio pubblico di acquedotti, fognature, impianti di depurazione e le altre infrastrutture. Inoltre si sancisce l’impossibilità di separare la gestione e l’erogazione del servizio e il loro necessario affidamento a enti di diritto pubblico (specificando la loro mancata soggezione al patto di stabilità interno relativo agli enti locali). Ma modifiche importanti hanno riguardato anche il rilascio e il rinnovo delle concessioni, la cui disciplina viene rimessa a un decreto legislativo da adottare entro il 31.12.2016 e sul quale sarà importante vigilare. In definitiva, quindi, il testo sembra davvero non dare risposta ai milioni di italiani che hanno votato Sì nel 2011. Eppure la maggioranza, con la sua tradizionale capacità di ascolto, sta bocciando qualunque tentativo di miglioramento del testo».

Il leader grillino Luigi Di Maio denuncia su Facebook presunte tattiche per far passare la legge con maggiore certezza: «Anche la data di oggi non è casuale, ma è stata fissata a sorpresa proprio nel giorno in cui moltissimi parlamentari del M5S sono assenti dall’aula perché espulsi dalla Boldrini: tra gli assenti c’è anche la stessa Federica Daga, perciò per la prima volta nella storia viene discussa e votata una legge senza che il relatore di minoranza possa partecipare».


Immagine dell’articolo concessa da Shutterstock*

 
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