La giunta Raggi perde un altro pezzo. Ma è solo sfortuna?

Berdini se ne va. L’assessore all’Urbanistica della Capitale ha abbandonato la giunta Raggi, ormai inerme di fronte alle prove audio che lo colgono in fallo mentre esprime parole di disprezzo verso il sindaco.

La Raggi avrebbe preferito continuare a disporre di questo assessore che ‘parla troppo’ in attesa di trovare un sostituto, ma è stato Paolo Berdini a farsi da parte, dopo che La Stampa ha pubblicato non solo l’intervista in cui denuncia l’incapacità del sindaco e una sua presunta relazione sentimentale con Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica della Raggi – cosa smentita da Raggi e Romeo – ma anche la parte di video in cui chiede di venire utilizzato come fonte anonima, facendo crollare la tesi secondo cui sarebbe stato ignaro di parlare con un giornalista (è probabile, tuttavia, che non sapesse di essere registrato; ma la differenza è poca).
Pubblicata sia l’intervista con nome e cognome, che la ‘confessione’ di Berdini – tra l’altro non proprio in uno sfoggio di alta etica giornalista d’altri tempi – l’assessore, non più anonimo franco tiratore ma ormai sbattuto in prima pagina, si è fatto da parte, non lesinando qualche ulteriore critica alla Raggi: «Mentre le periferie sprofondano in un degrado senza fine e aumenta l’emergenza abitativa, l’unica preoccupazione sembra essere lo stadio della Roma – dichiara ai giornalisti – Dovevamo riportare la città nella piena legalità e trasparenza delle decisioni urbanistiche; invece si continua sulla strada dell’urbanistica contrattata che ha provocato immensi danni alla Capitale».

A questo punto, è lecito porsi il quesito: la Raggi, in fin dei conti, è competente o no? Secondo Paola Muraro, l’ex assessore all’Ambiente, dimessasi dopo un avviso di garanzia, la Raggi non è affatto come la dipinge Berdini: «La sindaca non è fragile, inadeguata e senza personalità, come i dissennati comunicatori del Movimento la fanno apparire – racconta a La Stampa – Ho assistito a telefonate con i vertici in cui troncava la conversazione dicendo: “La sindaca sono io”».

Il commentatore politico Alessandro Lattarulo, invece, non condivide il punto di vista della Muraro, e parla di un’«incapacità complessiva», citando i lunghi tempi per la formazione della Giunta, che ha poi perso svariati pezzi, nonché i problemi con la promozione di Romeo a capo del personale, avvenuta in modo non conforme alla legge e per la quale si configura la possibilità del reato di abuso d’ufficio per sindaco e Romeo: «Nessuno – afferma Lattarulo – potrà mai sapere fino in fondo se sono così incompetenti» o se c’è del marcio, «se non la Raggi stessa». Quanto ai nuovi autobus acquistati, che il Movimento vanta tra i propri successi, Lattarulo taglia corto: «Derivano da fondi già stanziati dalle precedenti amministrazioni»

In realtà, ammette il politologo, per un Movimento così giovane che non ha grande esperienza di governo e che non ne ha affatto a Roma, è «fisiologico» che si manifesti un certo grado di incompetenza: «Quello che non va è aver detto più e più volte che le cose si fanno con un criterio di trasparenza, come se fosse una cena con amici, in cui ognuno sceglie che pizza vuole».
«Non funziona così. La realtà è più complessa, ma non per via di poteri occulti, ma perché è fatta di persone con diverse idee e passioni». È quindi ovvio che il Movimento 5 Stelle, dopo essersi proposto come l’unico partito onesto e trasparente, si trovi in difficoltà di fronte a una realtà complessa, a una politica che è mediazione e sporcarsi le mani, in cui il bianco e il nero non sono nettamente separati e in cui per mantenersi nella legalità non è richiesta solo onestà ma anche competenza.

E se la Raggi inizialmente godeva di grande appoggio, anche grazie alla funzione strumentale del centrodestra che l’ha sostenuta in opposizione a Renzi, ora che il Pd non ha più una posizione talmente forte, i giornali di centrodestra – osserva Lattarulo – hanno cominciato ad attaccare con forza il sindaco di Roma.

Prima di conquistare la Capitale, alcuni esponenti dei 5 Stelle hanno profetizzato che gli altri partiti avrebbero lasciato intenzionalmente il Campidoglio a loro, attendendo che si rovinassero con le loro stesse mani. Che sia andata così o meno, tra gli errori della giunta Raggi e i media che non se li lasciano di certo sfuggire, l’effetto ottenuto sembra essere stato proprio questo.

 
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