La folle crescita cinese: 5.500 miliardi di euro sprecati in cinque anni

Che cifra astronomica! 42 trilioni di yuan, ovvero 42 mila miliardi di yuan, 5.500 miliardi di euro circa. Questa gigantesca quantità di denaro è stata sprecata nel corso degli ultimi cinque anni dalla Cina per costruire aeroporti, zone industriali e autostrade di cui nessuno ha bisogno.

La sconcertante cifra è stata resa nota il 20 novembre da un articolo pubblicato su un giornale della Borsa di Shanghai. Due esperti di economia vicini al governo hanno ammesso che almeno la metà della miracolosa crescita cinese è dovuta all’irrazionale follia degli investimenti e alla loro pessima gestione. Xu Ce e Wang Yuan lavorano per la ‘Commissione statale per lo Sviluppo e la Riforma’ – commissione che riferisce al governo centrale e che controlla direttamente l’economia della Cina e le politiche di sviluppo sociale.

È ancora più surreale che tali drammatiche informazioni non siano state pubblicate: la notizia è stata rilasciata, intrecciata con la consueta lode, in un lungo e noioso articolo accademico con il motto «abbiamo bisogno di migliorare alcuni dettagli secondari».

INVESTIMENTI SBAGLIATI CHE SI ACCUMULANO

«I cattivi investimenti che si protraggono, con futili o inesistenti guadagni, sono diventati un problema serio, che il governo deve affrontare», hanno scritto Xu e Wang.

Dal 2009 al 2013 sono stati sprecati tra 4.700 e 13.200 miliardi di yuan (tra i 620 e i 1.700 miliardi di euro circa) l’anno, per un totale di 42 mila miliardi di yuan (5.500 miliardi di euro circa) durante i cinque anni. Gli investimenti sballati hanno raggiunto il loro picco nel 2013, costituendo il 47 per cento degli investimenti lordi della Cina.

Il problema è che la crescita economica cinese è completamente dipendente dagli investimenti, con la maggior parte del denaro destinato alle attività fisse. Nel periodo tra gennaio a settembre 2014 il 42 per cento della crescita del Pil della Cina è derivato dagli investimenti. Xu e Wang hanno rilevato che a partire dal 2000 il tasso di crescita delle attività fisse era persino superiore alla percentuale di crescita del Pil.

L’AVVENTURA DELLO SVILUPPO DOPO IL 2008

Xu e Wang non si spingano fino a dire che quella del sistema comunista sia un’economia pianificata, con obiettivi di crescita artificiali. Tuttavia hanno fatto notare alcuni elementi politici. Per esempio, hanno puntato il dito contro la sconsideratamente blanda gestione del credito, adottata dalla Cina dopo la crisi finanziaria del 2008.

Una causa sistemica può essere riscontrata nel fatto che dopo il 2008 l’aumento di capitale è diventato più facile (anche il gigantesco sistema bancario ombra della Cina non si è sviluppato fino al 2008). Entrambi gli economisti hanno suggerito di non considerare più le prestazioni dei governi locali nella futura crescita del Pil, ma di adottare requisiti più rigorosi per l’amministrazione di base, in modo che i governi locali non possano più vendere terreni a loro piacimento.

ECCO COME FUNZIONANO DEI PESSIMI INVESTIMENTI

Pechino pianifica gli obiettivi di investimento per i governi locali, i quali in un modo o nell’altro hanno necessità di raggiungerli: questo è il modo in cui i cattivi investimenti operano annualmente. E questo ci porta allo sperpero di denaro. Quando nel 2010 l’organo di vigilanza dell’economia cinese ha esaminato le scelte di investimento di 18 imprese di proprietà statale, è emerso che su 625 decisioni prese circa una su quattro si è rivelata svantaggiosa (ben 164 decisioni!) – il che ha portato a una perdita complessiva per un totale di tre miliardi e quattrocento milioni di yuan (450 milioni di euro circa).

Wang e Xu hanno anche portato ad esempio alcuni casi tipici, in cui gli investimenti «non hanno alcun potenziale produttivo»: si costruiscono nuove fabbriche equipaggiate con macchinari inadatti quindi la produzione diventa impossibile; oppure quando la merce consegnata non soddisfa gli standard di qualità; un altro esempio è l’impossibilità di controllare tali standard di qualità, così che il prodotto non può essere introdotto sul mercato. Oppure, pur quando tutti i criteri sopra citati sono soddisfatti, il prodotto non può essere di fatto venduto a causa di un eccesso di capacità, perché troppe aziende stanno offrendo gli stessi prodotti – portando anche in questo caso a vanificare l’investimento. (Un sondaggio delle società cinesi ha dimostrato che nel 2013 l’utilizzo degli impianti è stato in media solo del 72 per cento. Nel settore manifatturiero e ingegneristico è stato usato solo il 70,8 per cento delle risorse).

Gli ‘investimenti prematuri’ sono di fatto acquisti che si rivelano inutili perché giacciono inutilizzati, come treni tra località dove manca un percorso ferroviario. La mancanza di cooperazione tra i governi locali porta ad avere autostrade a quattro corsie che si collegano ad altre autostrade a dieci corsie. Ci sono sprechi durante il processo di investimento, quali la cattiva pianificazione e il risultante eccesso di acquisto di materiali.

Recentemente Niu Dao, un noto esperto di disastri finanziari cinesi, ha definito la bolla immobiliare della Cina «la più grande bolla della storia economica del mondo» e prevede che i futuri aumenti dei tassi da parte della Fed americana causeranno ondate di collassi finanziari.

 
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