La carestia russa di ‘Povolzhye’ e il cannibalismo tra i contadini

Come disse lo stesso Lenin: «Lasciate che i contadini muoiano di fame»

Di Jack Phillips

Nel marzo 2017 è ricorso il 100esimo anniversario dall’inizio della Rivoluzione russa, che ha portato all’ascesa del dominio comunista in Russia. Ma solo pochi anni dopo quella rivoluzione, è emerso un aspetto ancora più ignobile in tutta questa storia.

Negli anni ’20 infatti, l’Unione Sovietica divenne il primo Stato comunista del mondo. Tuttavia, dopo pochi anni, una carestia poco conosciuta ma devastante si diffuse nella campagna russa: la carestia di Povolzhye iniziò nel 1921 e durò fino al 1922, lasciando milioni di morti e ancora più persone colpite.

La carestia fu così grave che i contadini furono spinti a praticare l’impensabile: il cannibalismo. La Croce Rossa ha citato un rapporto della polizia sovietica del 1921 in cui si legge: «In questo momento [i contadini] stanno facendo a pezzi i corpi per mangiarli».

«Dopo i campi di sterminio della prima guerra mondiale, gli sconvolgimenti politici in Russia e altrove, e la dilagante diffusione delle malattie tra le comunità sfinite, è arrivata la minaccia della carestia che ha messo a rischio circa 32 milioni di vite in Russia, Ucraina e Georgia – riporta la Croce Rossa – Nel 1921, oltre al caos politico che ha causato il crollo di qualsiasi servizio sanitario esistente, la regione ha vissuto una siccità devastante, che ha portato a una carestia generale».

Le foto scattate durante questo periodo angosciante mostrano contadini e operai russi affamati, vestiti con cappotti spessi. Ai loro piedi parti del corpo di bambini, vendute al mercato nero.

Vittime della carestia nella regione del Volga in Russia, 1921. La gravità della carestia provocò diverse ondate di cannibalismo (Foto di Slava Katamidze Collection/Getty Images)

Almeno 5 milioni di persone morirono durante la carestia di Povolzhye, innescata da politiche avviate dal dittatore russo Vladimir Lenin, capo dell’Unione Sovietica dal 1917. All’epoca, aveva incaricato le guardie di prendere cibo dai poveri. I suoi bolscevichi credevano che i contadini stessero cercando di minare lo sforzo bellico rubando il cibo dell’esercito.

Questa carestia non deve essere confusa con la ‘Grande carestia’ sovietica, conosciuta come Holodomor in Ucraina, che è occorsa tra il 1932 e il 1933, e che ha lasciato molti altri milioni di morti sotto la dittatura di Joseph Stalin. Come disse lo stesso Lenin: «Lasciate che i contadini muoiano di fame».

Alleged human body parts during the 1921 Russian famine (The cover of magazine "Черная Година", 1922)
Presunte parti del corpo umano durante la carestia russa del 1921 (La copertina della rivista “Черная Година”, 1922)

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha dichiarato:

«Migliaia di villaggi furono abbandonati dai loro poveri abitanti, che cercavano cibo ovunque potessero sperare di trovarlo. Sono sopravvissuti nutrendosi di erba, terra, animali domestici… e persino carne umana. Nel giugno del 1921 Lenin riconobbe l’incombente tragedia e lo scrittore [Maxim] Gorki fece appello al mondo per chiedere aiuto. La leadership della Croce Rossa Sovietica ha inviato un messaggio a Ginevra sottolineando l’urgenza della situazione».

Operatori umanitari che arrivarono dagli Stati Uniti e dall’Europa nel 1921, dichiararono: «Girano voci orribili su salsicce preparate con cadaveri umani, sebbene ufficialmente contraddette, sono voci comuni. Nel mercato, rozzi venditori si imprecano l’un l’altro, e si sentono minacce per fare salsicce di una persona».

Altri operatori hanno riferito: «Le famiglie stanno uccidendo e divorando padri, nonni e figli».

Centinaia di cadaveri accatastati nel cimitero locale, (Croce Rossa)

 

Vittime della carestia, 1922. Da: Mostra sull’aiuto umanitario americano alla Russia sovietica durante la carestia del 1921-1923 (dominio pubblico)

 

Buguruslan 1921, bambina russa affamata (dominio pubblico)

Il resoconto della Croce Rossa aggiunge che l’allora presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Gustave Ador, e il diplomatico norvegese Fridtjof Nansen, chiesero sostegno alla Società delle Nazioni per un aiuto finanziario, ma durante una riunione del 6 ottobre 1921 ci fu un’esitazione ad agire.

Nansen si recò nella regione del Volga devastata dalla carestia per farsi un’idea di quello che stava accadendo lì. Al suo ritorno, ha dichiarato: «19 milioni di persone sono state condannate a morire».

La Croce Rossa riporta inoltre che Nansen ha sostenuto le sue parole con fotografie che mostravano la devastazione:

Un ragazzo del villaggio Blahovishchenka (gubernia o provincia di Zaporizhzhia, Ucraina) — Ilarion Nyshchenko — per fame uccise suo fratello di 3 anni e lo mangiò (1921–22) (Dominio pubblico)

Lenin morì nel 1924, poco dopo la carestia, e Stalin prese il comando del Partito comunista.

Anche le foto scattate in Ucraina durante la carestia di Holodomor nei primi anni ’30 mostrano una diffusa sofferenza. Timothy Snyder, storico della Yale University, ha condotto ricerche approfondite in Ucraina, stimando che 3,3 milioni di persone sono morte durante l’Holodomor, ma altri hanno affermato che il numero è molto più alto.

Una donna che viveva in un villaggio devastato dalle politiche di Stalin descrisse la situazione:
«C’era un silenzio mortale – ha riferito Nina Karpenko alla Bbc riguardo all’Holomodor – Perché le persone non erano nemmeno coscienti. Non volevano parlare o sentire nulla. Pensavano: “oggi quella persona è morta, e domani sarò io”. Tutti pensavano solo alla morte».

Si ritiene che Stalin abbia progettato la carestia per rendere ubbidiente ‘l’Ucraina ribelle’, costringendo la popolazione a vivere nelle fattorie collettive in stile comunista.
«Le brigate avanzavano lentamente e ovunque andassero prendevano tutto. Alla gente non restava altro che morire», ha concluso la Karpenko.

Le opinioni espresse in questo articolo sono quelle dell’autore e non riflettono necessariamente il punto di vista di Epoch Times

Articolo in inglese: Famine in 1920s Soviet Union Allegedly Forced Peasants to Eat Human Flesh

 
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