La “banconota della verità” che spaventa i cinesi

Di Alessandro Starnoni

La giornalista olandese Mayke Blok possiede una banconota cinese molto particolare. Finita nel suo portafogli durante un viaggio di lavoro in Cina qualche anno fa, sebbene valga solo 10 yuan (poco più di 1 euro) è un oggetto prezioso.

Qualche anno fa, Blok si trovava in un ristorante di Shanghai con un gruppo di giornalisti: «Quando è arrivato il momento di pagare il conto, abbiamo raccolto i soldi. Amy, una studentessa cinese che ci aveva fatto da guida, ha preso i soldi e li ha consegnati alla cameriera».

Ma quando Amy ha consegnato il conto alla cameriera, lei ha rifiutato tassativamente una delle banconote. Blok chiese ad Amy perché la sua banconota non era stata accettata, ma lei si rifiutò di rispondere.

Blok allora si mise a esaminare attentamente la banconota. Oltre alla filigrana col ritratto del dittatore comunista cinese Mao Zedong, e altri dettagli ufficiali, la banconota mostrava una nota con alcuni caratteri cinesi.

«Sulla banconota è riportato un messaggio anticomunista», le disse finalmente Amy. «La nota dice che devi dimetterti dal partito per poter essere libero».

Blok è a conoscenza del fatto che in Cina qualsiasi forma di protesta contro il Partito Comunista Cinese (PCC) può esporre al rischio di essere arrestati, come scrive anche sul suo post: «Prendiamo come esempio Weibo, la versione cinese di Twitter. Se hai postato più di 500 volte su Weibo un messaggio che il PCC ritiene inappropriato, puoi finire in prigioner per diversi anni».

In un tale clima dittatoriale, chi avrebbe il coraggio di far circolare messaggi come questo sulle banconote? In Cina, nessuno volle parlare a Blok di quello che c’era scritto sopra, era come se tutti ne avessero paura. Blok pensò che quello era precisamente ciò che la rendeva speciale.

Determinata a risolvere il mistero dietro alla nota scritta sulla banconota da 10 yuan, al ritorno ad Amsterdam si recò a Chinatown , dove chiese a un uomo in un negozio di agopuntura cinese, di tradurle la nota misteriosa.

©Wikimedia Commons | Helanhuaren

L’uomo, con indosso un camice bianco, esaminò la nota. Poi, fissò Blok, e le gettò la valuta in faccia. «Non è una buona cosa. Questo è un cattivo movimento contro il Partito Comunista Cinese», ha detto. «Questo è il Falun Gong». Per verificare le parole dell’uomo, Blok decise di recarsi allora in un ristorante cinese e chiedere a a un uomo cinese di mezza età.

Dopo aver fissato la banconota da 10 yuan, l’uomo disse a Blok: «Questo messaggio? Non è nulla. Sono solo regole. Regole del Partito Comunista. Questo è proprio quello che dovresti fare in Cina».

«Chiaramente non si sentiva a suo agio nel parlare del Falun Gong», riferisce Blok.

Cosa è il Falun Gong, e qual è il significato dei caratteri cinesi stampati sulla banconota

Con l’aiuto del sinologo Stefan Landsberger dell’Università di Leida, Blok riuscì finalmente ad arrivare al significato del messaggio:

«Quanti profeti hanno previsto/ L’umanità conoscerà una grande degenerazione / Ritirati dal Partito Comunista Cinese / E aspetta il momento in cui la Grande Legge riporterà la pace».

La nota in realtà è una poesia che esorta le persone a ritirarsi dal PCC e dalle sue organizzazioni affiliate, oltre a trasmettere la bontà dell’antico sistema di meditazione del Falun Gong, che è stato bandito in Cina dal 1999. Con ‘Grande Legge’ si intende il Falun Gong, noto anche come Falun Dafa.

Praticanti del Falun Gong meditano durante la Giornata Mondiale della Falun Dafa a Union Square, New York, l’11 maggio 2017. © The Epoch Times | Samira Bouaou

Il Falun Gong è un’antica pratica di coltivazione per il corpo e la mente, che comprende esercizi di meditazione e l’insegnamento dei principi universali di Verità, Compassione e Tolleranza. La pratica, che migliora la salute ed eleva la moralità, è stata introdotta per la prima volta in Cina nel maggio del 1992.

«Nel 1999, decine di milioni di cinesi praticavano il Falun Gong. Diventò così popolare che destò grande timore all’interno della dittatura cinese», dichiara Blok.

Negli anni ’90 infatti il Falun Gong raggiunse in breve tempo tra i 70 milioni e i 100 milioni di praticanti in Cina. Il 20 luglio 1999 considerando questa crescita come una minaccia al suo dominio autoritario, il PCC lanciò una brutale persecuzione a livello nazionale per sdradicarla.

©Minghui

Secondo il Falun Dafa Information Centre, tra i 450.000 e 1 milione di praticanti del Falun Gong sono stati detenuti illegalmente nei campi di lavoro e in diversi centri di detenzione, dove sono stati torturati per la loro fede.

«Molte di queste persone sono state torturate fisicamente e psicologicamente. Allo stesso tempo, il governo cinese ha iniziato una propaganda diffamatoria tramite radio, televisione e stampa per denigrare il movimento», ha scritto Blok.

Un esempio emblematico è l’episodio dell’auto-immolazione, avvenuto in piazza Tiananmen del 23 gennaio 2001, trasmesso costantemente in TV per diffamare il Falun Gong. Nel 2006 sono poi emerse accuse di espianti forzati di organi, una pratica disumana chiamata anche raccolta di organi, finalizzata ad incrementare il lucroso mercato cinese di organi umani. La raccolta viene eseguito su prigionieri di coscienza — principalmente praticanti del Falun Gong — vivi e non consenzienti.

Blok ha dichiarato: «Le ambasciate cinesi sembrano essere abituate a sopprimere il Falun Gong in patria e all’estero. Questo potrebbe spiegare la reazione dei due uomini nella Chinatown di Amsterdam».

I motivi di correre un rischio così elevato

Secondo Minghui.org, un sito che raccoglie informazioni di prima mano sulla persecuzione del Falun Gong in Cina  i praticanti usano questo metodo per aiutare le persone fuorviate dalla propaganda del PCC a conoscere la verità del Falun Gong, la crudeltà della persecuzione, così come la natura malvagia del Partito comunista cinese.

«Scrivere messaggi sulle banconote risale a molti anni fa,  quando la propaganda diffamatoria del Partito verso la Falun Dafa inondò la Cina. Molte persone hanno appreso la verità ricevendo banconote simili, con messaggi della Falun Dafa, sia stampati che scritti a mano», secondo un articolo anonimo scritto da un praticante cinese del Falun Gong e pubblicato su Minghui.org. «Una volta tale valuta era conosciuta come la ‘banconota con le parole’. Ora invece viene definita la ‘banconota della verità’».

©The Epoch Times

«Il numero di banconote contrassegnate è aumentato nel corso degli anni», scrive un corrispondente nella provincia di Heilongjiang, in Cina, su Minghui.org. Nella Cina governata dalla tirannia comunista, nessun media riporta la verità sul Falun Gong, sulla persecuzione, né sui crimini commessi dai dittatori cinesi. «In Cina, le persone sono state private del loro diritto di conoscere il mondo in cui vivono», ha scritto il corrispondente.

©NTD TV

È fondamentale che i cinesi apprendano la verità, così da avere l’opportunità di «distinguere tra giusto e sbagliato e non prendere parte alla persecuzione del Falun Gong. Le persone dovrebbero apprezzare queste banconote e contribuire a diffonderle. Sappiamo che fare buone azioni porterà buone cose», ha concluso il corrispondente.

©Minghui

Articolo originale: Journalist owns a ‘mysterious banknote’ that many Chinese people are scared of

 
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