Imparare il cinese senza subire la propaganda degli Istituti Confucio

Di Cathy Yin-Garton

Il cinese è la seconda lingua più diffusa al mondo, ma se ci si vuole iscrivere a uno dei centinaia di Istituti Confucio in tutto il mondo che insegnano questa lingua, bisogna sapere che il curriculum è censurato dal Partito Comunista Cinese (Pcc). Non solo si verrà privati della libertà di discutere determinati argomenti, ma il Pcc cercherà anche di assicurarsi che venga fatto il lavaggio del cervello agli studenti in modo che pensino e parlino solo degli argomenti consentiti.

In un’intervista con Epoch Times, Gregory Laslo, uno studente di lingue americano, ha descritto le differenze che ha sperimentato quando studiava il cinese a Taiwan, rispetto alla Cina continentale: «A Taiwan non ho mai avuto problemi di libertà di parola. In Cina, non ho frequentato molto le lezioni. Ma ho sentito una sorta di pressione per non parlare di certe cose. La gente per strada a volte mi chiedeva di argomenti delicati, ma ho cercato di evitarli perché avevo un po’ di paura per la mia sicurezza lì».

E questo tipo di moderazione e ambiente accademico monitorato non esiste solo in Cina. Uno studente che ha la doppia cittadinanza con la Germania e la Svizzera ha riferito: «Quasi tutti i programmi di lingua cinese nelle università di tutto il mondo sono sponsorizzati dagli Istituti Confucio del Pcc. Queste istituzioni fanno il lavaggio del cervello agli stranieri».

Gregory Laslo, un americano, ha scelto di venire a Taiwan per imparare il cinese (Wei-Yin Liao/Epoch Times)

Caratteri cinesi tradizionali e caratteri semplificati

In un’altra intervista con Epoch Times, uno studente tedesco ha dichiarato: «L’Istituto Confucio controlla il sistema educativo cinese all’interno della Germania. Vivo a Francoforte e non posso imparare i caratteri cinesi tradizionali. Rispetto ad altri Paesi, Taiwan è ancora molto tradizionale e ha molte buone culture tradizionali».

Thomas Kalmund dalla Germania ha affermato che Taiwan ha molta buona cultura tradizionale da cui imparare. (Weiyin Liao / Epoch Times)

I caratteri cinesi tradizionali conservano la forma, il suono e il significato completo degli ideogrammi. Gli studenti possono quindi usarli per comprendere appieno l’essenza dei ideogrammi e trarne deduzioni. Invece, questo non è il caso dei caratteri semplificati utilizzati in Cina.

Axiu, uno studente del Malawi, ha spiegato ulteriormente questa idea: «Il cinese semplificato rimuove l’ideogramma del ‘cuore’ dalla parola ‘amore’ e la rende priva di significato. Questo è un peccato poiché i caratteri cinesi tradizionali sono interessanti. Ogni parola ha una storia. Imparare i caratteri cinesi tradizionali non significa solo imparare i caratteri cinesi, ma anche imparare la cultura e la storia».

Tutto è iniziato con l’Urss

Quando si riunirono a Vladivostok nel settembre 1931, i rappresentanti del Pcc e dell’Unione Sovietica stilarono i «Nuovi caratteri latinizzati del dialetto settentrionale», annunciando: «Gli ideogrammi dovrebbero essere completamente aboliti e sostituiti con il puro testo pinyin».

Poi, nel 1950, Stalin emanò un ordine per semplificare i caratteri cinesi in più fasi e alla fine sostituirli con l’alfabetizzazione latina. Fu solo alla morte di Stalin nel 1953 che questa pratica cessò.

Pertanto, l’uso di caratteri semplificati nella Cina continentale è stato ordinato dai russi e monitorato dai loro sinologi. L’obiettivo di questa transizione non era semplificare la lingua cinese, ma espandere la filosofia comunista esercitando il controllo sul popolo.

La cultura tradizionale cinese è una cultura divina sviluppata insieme da divinità e umani. I caratteri cinesi sono stati creati nell’era dell’Imperatore Giallo circa 5.000 anni fa. Le persone oggi possono ancora leggere un libro tradizionale scritto dall’Imperatore Giallo e stabilire una connessione con il Creatore e comprendere il Suo insegnamento e la via del Cielo.

Il Partito Comunista era ed è tuttora profondamente consapevole di come la cultura tradizionale cinese sia in netto contrasto con l’ideologia comunista. Per far prosperare il comunismo, i leader del Partito Comunista hanno quindi cercato di distruggere tutti i resti della lingua e della cultura tradizionale cinese.

Gli Istituti Confucio sono un’infiltrazione rossa 

Il programma dell’Istituto Confucio è iniziato nel 2004. Al 2020, 541 Istituti Confucio e 1.170 Aule Confucio sono stati istituiti in 162 Paesi. Solo negli Stati Uniti c’erano 113 istituti nel 2015, ma questo numero ora sta rapidamente diminuendo.

Nel 2020, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha definito il programma dell’Istituto Confucio una «missione straniera» della Cina e una minaccia per la democrazia. Secondo le statistiche della National Association of Scholars (Nas), da maggio 2021 gli Stati Uniti hanno chiuso o stanno per chiudere 84 Istituti Confucio.

Il numero di chiusure dell’Istituto Confucio negli ultimi sette anni. Fonte dei dati: National Association of Scholars (Infografica di Epoch Times)

Gli Istituti Confucio sono finanziati e supervisionati dall’«Hanban statale» affiliato al Ministero dell’Istruzione cinese, ora denominato Centro per l’educazione e la cooperazione linguistica. Un ex alto funzionario del Pcc ha ammesso che gli Istituti Confucio sono «una parte importante dell’organizzazione della propaganda cinese all’estero». E il capo del Pcc Xi Jinping ha affermato nel 2014 che le sue intenzioni sono di «mostrare una buona narrazione delle questioni cinesi».

Un articolo del 2014 del China Post, ha riportato che «certamente, la Cina avrebbe fatto pochi progressi se li avesse chiamati Istituti Mao, o anche Istituti Deng Xiaoping. Ma prendendo in prestito il nome Confucio, ha creato un marchio che è stato immediatamente riconosciuto come simbolo della cultura cinese, radicalmente diverso dall’immagine del Partito Comunista».

Gli Istituti Confucio operano all’interno di università, college e scuole secondarie consolidate in tutto il mondo, fornendo finanziamenti, insegnanti e materiale didattico. I partner devono firmare un contratto per dichiarare il loro sostegno alla politica di Pechino «One China». Quindi, i temi relativi alle libertà individuali, ai diritti umani, alla democrazia, a Taiwan, al Tibet e allo Xinjiang, diventano tutti tabù. Il Pcc spende circa 10 miliardi di dollari ogni anno per esercitare queste iniziative sovversive. E ha segretamente fatto valere il suo ‘potere morbido’ (soft power) fornito dagli Istituti Confucio come un ‘potere affilato’ per far avanzare i propri obiettivi. Riscrivendo la storia cinese nei libri di testo e in altre risorse di apprendimento, il Pcc è riuscito a ottenere la capacità di fare il lavaggio del cervello alle menti e ai cuori delle persone in tutto il mondo. Ma c’è ancora speranza.

I sistemi di apprendimento taiwanesi preservano la cultura tradizionale cinese

Taiwan è una società libera e democratica che cerca di preservare i caratteri tradizionali e la cultura tradizionale cinese. Il suo modello «non censurato» di apprendimento positivo offre una migliore partnership educativa.

Anisa, un’altra studentessa statunitense intervistata da Epoch Times, ha parlato favorevolmente dei vantaggi dell’apprendimento del cinese da insegnanti taiwanesi: «Il modo in cui le cose vengono insegnate qui mi ricorda l’istruzione negli Stati Uniti. È gratuito, aperto e onesto».

Camila dal Guatemala ha detto di non aver mai parlato cinese fino al suo arrivo a Taiwan: «Una vita amichevole, democratica e libera è il bene più prezioso dell’educazione alla lingua cinese di Taiwan».

Nell’ottobre 2020, il governo degli Stati Uniti ha annunciato la National Security Language Initiative che ha posto l’accento sullo studio sicuro della lingua cinese al di fuori della Cina. Ciò si è evoluto fino all’istituzione dell’Iniziativa per l’istruzione Taiwan-Usa che consente agli studenti degli Stati Uniti e di altri Paesi di ottenere finalmente un apprezzamento ed empatia per l’autentica storia e cultura cinese.

Contemporaneamente, il Consiglio per gli affari della comunità d’oltremare (Ocac) sta sviluppando attivamente programmi per utilizzare le risorse e le nuove tecnologie d’oltremare. Ciò include la creazione del Centro di Taiwan per l’apprendimento del mandarino che è integrato con le scuole connazionali in Europa e negli Stati Uniti.

Attualmente Taiwan ha oltre un migliaio di scuole di connazionali all’estero, registrate in 50 Paesi. Secondo Brent Christensen, direttore dell’American Institute in Taiwan (Ait), questa iniziativa consentirà agli studenti di evitare controlli, paure e coercizioni inutili durante l’apprendimento della lingua cinese.

 

Articolo in inglese: Resolving the Global Threat to Learning Authentic Chinese

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