Tassisti stritolati tra Uber e Waze?

Quella dei tassisti è una categoria tanto minacciata quanto minacciosa: nonostante Uber e il mondo delle nuove app la stiano continuamente mettendo alla prova, si susseguono i successi politici e giuridici che i tassisti collezionano, anche a colpi di scioperi (minacciati o effettivi).

Ultima grande vittoria della categoria è stato il divieto in Italia di Uber Pop, servizio che permetteva di usare qualsiasi mezzo privato trasformandolo in un taxi.
Uber in sostanza non è altro che un servizio alternativo di taxi, tuttora legale in Italia fatta eccezione il figlio Uber Pop, che permetteva l’utilizzo di mezzi privati per servizi pubblici, cosa considerata illegale dal Tribunale di Milano a maggio del 2015 e quindi sanzionata.

Secondo il sito ufficiale di Uber, il costo di Uber Black (il servizio base di Uber) a Roma è di 1,20 euro per ogni kilometro, sommati a una tariffa base di 5 euro. Tuttavia qualsiasi corsa non può costare meno di 10 euro, che è la tariffa minima. Se si viaggia a meno di 20 km/h medi, il costo sarà calcolato al minuto e non al kilometro, con 0,35 euro di costo aggiuntivo per ogni minuto.
Il costo non è molto distante da quello praticato dai taxi nella Capitale (tranne sulle brevi distanze) ma con la maggiore diffusione di Uber il prezzo potrebbe abbattersi ulteriormente.

Un’altra delle vittorie dei tassisti è di fine marzo 2016, quando sono riusciti a ottenere un passo indietro del governo, accusato di preparare degli emendamenti alla legge 21/92 sul trasporto pubblico che avrebbero deregolamentato il settore, favorendo Uber e simili sistemi. I sindacati di categoria hanno annullato gli scioperi previsti solo dopo aver conferito con il governo, che temeva probabilmente fastidiosi scioperi durante il Giubileo straordinario di quest’anno.

Un’altra fonte di sgradita concorrenza, sia per i taxi che per Uber stessa, è rappresentata dai vari servizi di cosiddetto car pooling, che permettono all’utente di sfruttare dei passaggi da automobilisti iscritti a una rete: se, per esempio, si vuole viaggiare da Napoli a Roma, si può usufruire del passaggio di una persona che passa per Napoli ed è diretta Milano. Il più noto di questi servizi è BlaBlaCar. Un altro servizio simile, Waze Rider, è stato creato da Google (sfruttando l’app di navigazione e monitoraggio del traffico Waze) ed è in fase di test a San Francisco.
Pare infatti che tra Google/Alphabet e Uber vi siano alcune scintille, dopo la grande collaborazione iniziale: Uber sta lavorando a servizi per la mappatura e per le auto senza conducente, di fatto entrando in concorrenza con Google, che potrebbe aver deciso di creare un’applicazione che metta i bastoni fra le ruote all’ex compagna di viaggio.

TAXI ITALIANI: COSTANO DI PIÙ?

In Italia va sempre tutto peggio? Per i tassisti forse sì, ma per i clienti non esattamente, stando ai dati.
I tassisti italiani sono soggetti a spese più alte della media europea: secondo dati della Confartigianato di Mestre, la pressione tributaria in Italia è maggiore del 3 per cento rispetto alla media, il gasolio costa il 16 per cento in più, e l’assicurazione della vettura addirittura il 58 per cento in più. Il numero di taxi nelle principali città italiane è parecchio basso rispetto a quello delle principali città europee, secondo dati di uno studio del 2008 della Banca d’Italia: ogni 10 mila abitanti a Roma e Napoli ci sono 24 taxi, a Milano 37, mentre a Londra e Barcellona ben 100.

Nonostante questo, i costi per il cliente, in Italia, non sono particolarmente alti. Dei rilevamenti Eurotest citati da Italiaatavola.net pongono Roma e Milano al 7° e all’8° posto (su 22) nella classifica delle città europee con i taxi più economici. Il costo medio di 7 km di tragitto è stimato sugli 11,22 euro per Roma e sui 12,8 euro per Milano, contando 5 minuti di tempo perso per il traffico. Va in realtà segnalato che le città italiane sono più trafficate di molte altre europee, quindi il costo reale salirebbe (senza colpa dei tassisti, però).

Un altro rilevamento sui prezzi dei taxi nelle città di tutto il mondo (per 3 km di viaggio) è stato condotto dal portale di viaggi Price of Travel nel 2010, e mostra chiaramente come Usa, Europa ed Australia siano molto più care dell’Asia e del Sud America.
Il test non è preciso al centesimo (il tasso di cambio è successivo all’anno di rilevazione dei prezzi) ma è senz’altro un buon indicatore globale: Grecia, Spagna e Portogallo risultano piuttosto economiche, seguite da città degli Usa, dell’Australia, poi da Roma (con un prezzo che va dagli 8,41 dollari, senza traffico, ai 14,49 dollari con le condizioni peggiori di traffico, che equivalgono, secondo il cambio del 2011, a 6 e 10,35 euro) seguita poi dal resto dell’Europa. Le più care sembrano le città dell’Europa del nord, tra le quali primeggia Zurigo (14,28/19,26 euro). La meno cara al mondo risulta invece Delhi (0,64 /1,12 euro).

Un altro studio sui prezzi è quello della Banca d’Italia, con dati riferiti al 2006: per 5 km di viaggio, a Milano il costo medio sarebbe di circa 7 euro, mentre per Roma di circa 6 euro. Non sembra che vengano tenute in conto le soste.

I dati sono profondamente in contrasto fra loro, mostrandone l’elevata variabilità in base al singolo tassista, alle condizioni del traffico, e al passare degli anni. Se infatti si confrontassero tra loro i valori medi, riferendoli tutti a un percorso di 5 km, si avrebbero i seguenti valori per Roma: secondo Eurotest 8 euro, secondo Banca d’Italia 6 euro, e secondo Price of Travel da 10 a 17,24 euro.
Va ricordato che Eurotest tiene in conto 5 minuti di tempo perso per il traffico, Banca d’Italia non ne tiene conto affatto, mentre Price of Travel ne tiene conto indicando un range di prezzo. Il test di Price of Travel è l’unico basato del tutto sull’esperienza diretta, e quindi considera meglio l’influenza del traffico, sebbene non sia noto quanto i dati siano precisi, e quante corse in taxi siano state testate per produrli.

Un altro ‘mistero’ riguarda il guadagno mensile dei tassisti, che ovviamente è anch’esso variabile. Secondo un’analisi di puntoblog.it, in media sarebbe di circa 4.100 euro, che con varie spese (costi di gestione ed eventualmente le rate della licenza, per chi non le ha ancora completate) possono scendere di almeno 500 euro, e massimo di 2.500.
Inoltre vanno sottratte le tasse, che secondo il blog si attesterebbero tra il 20% e il 40% dei ricavi. La Banca d’Italia afferma che il reddito medio dichiarato dai tassisti nel 2005 era di 13.800 euro, cifra coerente con l’analisi sopra citata, se si considera che dopo le tasse, in media 30%, il ricavo ipotizzato sarebbe di 2.870 euro, e tolta la spesa media di 1.500 euro arriverebbe a 1.370 euro, che è piuttosto vicino ai 1.150 euro mensili che derivano dal reddito annuale di 13.800 euro.

 

 
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