I più grandi tenori stranieri del XX secolo

Di Alessandro Starnoni

Dopo il successo dei grandi tenori italiani, e a seguire dei soprani italiani, Epoch Times Italia ha voluto proporre una selezione anche delle più belle voci mai esistite al di là delle Alpi.

Jussi Björling (1911 – 1960)

Ascoltare questa voce a proprio rischio e pericolo: si rischia di non poterne fare più a meno. La sua bellezza e leggerezza porta infatti nell’estasi inebriante più totale. Jussi Björling è stato probabilmente il più grande tenore lirico/lirico-spinto nato al di fuori dei confini del Bel Paese. Dizione perfetta, voce calda dal colore unico, dolcezza penetrante, potenza esplosiva, estensione vocale, carisma e chi più ne ha più ne metta. Non c’è esperto d’Opera o semplicemente ascoltatore che non possa amare il tenorissimo svedese. In questa interpretazione possiamo apprezzarlo nell’opera di Umberto Giordano, Andrea Chenier, nella famosa aria Come un bel dì di maggio.

Alfredo Kraus (1927 – 1999)

Quando si pensa al tenore lirico-leggero, probabilmente tra i primi che vengono in mente c’è senza dubbio lui, il grande tenore spagnolo Alfredo Kraus. L’esempio perfetto di studio e padronanza tecnica unita al canto col cuore. Non a caso è riuscito a preservare la sua voce fino agli ultimi anni della sua carriera. Molto a suo agio nelle alte tessiture e negli acuti, la sua voce era adatta ai ruoli romantici di Bellini e Donizetti, o post-romantici come Verdi. Non mancano però sue interpretazioni in ruoli veristi. Possiamo apprezzarlo al meglio qui nella famosa aria Mi par d’udire ancora (Bizet, I pescatori di perle) :

Nicolai Gedda (1925 – 2017)

Un altro svedese, e un’altra voce sublime e impossibile da dimenticare. E non solo perché Gedda ci ha lasciati relativamente da poco: il canto del tenore era davvero unico e aveva la particolarità di unire egregiamente la voce di testa e il falsettone – di cui Gedda faceva largo utilizzo proprio perché in questo era un maestro – al calore lirico della voce di petto, il risultato? Pura bellezza.

Fritz Wunderlich (1930 – 1966)

Probabilmente tra i tedeschi uno dei migliori, se non il migliore. Un tenore lirico puro dal timbro post-romantico e ricco di colori, dalla grazia delicata della voce di testa alla pienezza pacata ed equilibrata di quella di petto; questo, unito al suo ottimo fraseggio, padronanza del fiato e alla dizione chiara, l’ha reso anche un grande interprete del genere liederistico: magistrale la sua interpretazione del ciclo dei lieder di Schumann Dichterliebe. Purtroppo è venuto a mancare in giovane età (36 anni) a seguito di un banale incidente domestico che ha troncato bruscamente e prematuramente la sua carriera.  Qui possiamo ascoltarlo nell’Ave Maria di Gounod:

Miguel Fleta (1897 – 1938)

La sua carriera fu breve ma intensa (morì a soli 41 anni). Quattordicesimo figlio di una famiglia molto povera, dagli esordi come cantante di Jota, il tenore spagnolo divenne anch’egli uno dei più grandi del 20esimo secolo; è soprattutto ricordato per la sua incantevole mezza voce, nonché per la sua capacità tecnica nell’utilizzare con raffinata eleganza la sua voce ricca ed estesa nello stile antico del Bel Canto. Qui possiamo apprezzare le sue qualità nell’aria Chiudo gli occhi dall’opera Manon del compositore romantico Jules Massenet:

Lauritz Melchior (1890 – 1973)

Melchior è stato un grande tenore eroico (o Heldentenor) danese. Una vocalità molto adatta alle opere di Richard Wagner, caratterizzata dal timbro scuro, pieno e una voce voluminosa (non a caso iniziò a studiare come baritono). Si ricordano di lui l’impeccabile legato e l’energico vigore impiegato nel suo canto. La fine della sua carriera l’ha dedicata al cinema (film musical) e televisione, dove ha potuto anche lì continuare a dimostrare le sue qualità vocali e artistiche assieme al suo grande charm e presenza scenica. Qui possiamo apprezzarlo nell’aria Racconto del Graal (In fernem Land) dall’opera Lohengrin di Wagner.

Richard Tucker (1913 – 1975)

Tenore lirico-spinto, uno dei più grandi tenori statunitensi. Grande capacita interpretativa unita a una voce squillante e chiara, possente al punto giusto, caratteristica del tenore lirico o lirico spinto. Si è esibito spesso al Metropolitan di New York dando spazio a un vasto e ricco repertorio, da Donizetti, Mozart e Verdi fino ai veristi Puccini e Leoncavallo.  Qui possiamo ascoltarlo in Pagliacci proprio di Ruggero Leoncavallo.

Helge Rosvænge (1897 – 1972)

Tenore lirico-spinto danese dal vasto repertorio. Iniziò a studiare soprattutto come autodidatta fino a diventare un grande tenore dell’Opera di Berlino dove si esibì per la maggior parte degli anni della sua lunga carriera. Qui possiamo ascoltarlo nella famosa aria Di quella Pira dal Trovatore di Giuseppe Verdi.

Georges Thill (1897 – 1984)

Un tenore lirico-drammatico (per alcuni anche eroico), che ha fatto amare l’opera al suo Paese di origine, la Francia, arrivando a essere considerato in patria uno dei più grandi tenori di sempre. Caratteristica della sua voce il bel timbro accompagnato da una dizione chiarissima, che emergeva a sua volta da una voce altrettanto luminosa e limpida. Anche lui come Melchior era molto a suo agio nei ruoli di Wagner. In giovane età fu studente del noto tenore italiano Fernando De Lucia, fino ad affermarsi all’Opera di Parigi dove si esibì per numerosi anni; ma calcò anche i palchi de La Scala di Milano, dell’Opera di Roma e dell’Arena di Verona, così come del Metropolitan di New York. Possiamo ascoltarlo nel Lohengrin, a confronto con l’altra grande voce di Lauritz Melchior.

 
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