Continuano ad apparire online, soprattutto su Telegram, gruppi o persone che garantirebbero Green Pass funzionanti e attivi. Questo implicherebbe che anche il codice Qr associato al certificato verde verrebbe riconosciuto dagli appositi lettori software che ristoratori e altri esercenti utilizzano per controllare la validità dei documenti e quindi l’avvenuta vaccinazione.
Tali gruppi o persone promettono ai malcapitati di poter ricevere in poco tempo il lasciapassare dietro il corrispettivo di una somma di denaro che può arrivare anche a centinaia di euro. Ma oltre al fatto che si tratta ovviamente di un’operazione del tutto illegale e passibile di reati penali – il fatto in sé di vendere documentazioni false, anche nel caso fossero realmente funzionanti e quindi ‘ben falsificate’ – va altrettanto fatto notare che tali gruppi stanno eseguendo in realtà molto probabilmente delle vere e proprie truffe.
Infatti, secondo fonti esperte in cybersecurity consultate da Epoch Times Italia, la falsificazione del codice Qr dei Green Pass non sarebbe possibile, in quanto codici firmati digitalmente. Quindi in poche parole al momento dello scan per verificarne l’autenticità, il codice restituirebbe informazioni non leggibili. Se risultassero leggibili allora significherebbe molto probabilmente che le informazioni restituite al software rimandino alle identità di altre persone.
La firma digitale infatti è basata su chiavi crittografiche e si associa in maniera univoca a una sola persona e di conseguenza ai suoi corrispettivi documenti e informazioni associate.
Secondo altri esperti di cybersecurity consultati da Skytg24 tuttavia la falsificazione potrebbe anche essere possibile (sebbene sia molto difficile e poco probabile) laddove il falsificatore possieda un «sistema di decodifica […] per generare delle firme digitali».
In tal ultimo caso si tratterebbe comunque di un atto che viola la legge, sia da parte di chi lo esegue che da parte di chi ne beneficia.
