Giro d’Italia, assolo di Formolo nella 4a tappa. Aru attacca

Al 98esimo Giro d’Italia, Davide Formolo vince la quarta tappa, la Chiavari – La Spezia di 150 chilometri, conquistando la sua prima vittoria in una grande corsa a tappe.

«I cinquecento metri finali sono stati assolutamente incredibili. Il rumore della folla mi ha fatto drizzare i capelli in testa. Ho capito che avrei vinto la tappa solo a cento metri dal traguardo. Non pensavo alla Maglia Rosa. Sto correndo il mio primo Giro d’Italia, prendo le cose giorno per giorno e non sento alcuna pressione. Qui corriamo per Hesjedal nella classifica generale, non so se avrò un’altra possibilità di vincere una tappa», ha dichiarato ai giornalisti la nuova promessa del ciclismo italiano, di 22 anni.

Il ciclista veronese ha costruito il suo capolavoro a 13 chilometri dall’arrivo. Ha anticipato lo strappo di Biassa scattando e staccando i 14 compagni di fuga. Solo Giovanni Visconti della Movistar e Amael Moinard della Bmc rispondevano allo scatto, mentre il gruppo dei big guidato dalle maglie azzurre dell’Astana raggiungeva gli altri.

Grazie a questa azione, il neopro del Team Cannondale-Garmin ha scollinato all’ultimo gran premio della montagna con 33 secondi sulla coppia al suo inseguimento e con 45 sul gruppo. A cinque chilometri dall’arrivo rimaneva l’unico superstite della fuga di giornata, con ancora 30 secondi di vantaggio da amministrare sul gruppo dei big. Il vice campione italiano, senza farsi intimidire dall’età, si è messo a testa bassa pedalando a tutta, e negli ultimi due chilometri è diventato imprendibile.

Dietro l’australiano Simon Clark dell’Orica GreenEdge ha vinto la volata per il secondo posto sul venezuelano Jonathan Monsalve del team Southeast, e ha sfilato la Maglia Rosa al compagno di squadra Matthews, arrivato al traguardo con quasi dieci minuti di distacco dal vincitore.

SUICIDIO TATTICO DI CONTADOR E L’ASTANA MOSTRA I MUSCOLI

Nella temuta quarta tappa, dopo continui scatti e contro scatti dei primi chilometri, sono riusciti ad andarsene una trentina di corridori. La Tinkoff- Saxo con l’Etixx- Quickstep ha organizzato l’inseguimento del gruppo. Un suicidio tattico per Alberto Contador, che poteva risparmiare i suoi uomini: aveva in fuga il compagno di squadra Roman Kreuziger, un corridore che è arrivato quinto in classifica generale a un Tour e a un Giro.

‘Il Pistolero’ ha iniziato a pagare la mossa azzardata a 50 chilometri dall’arrivo: sul penultimo Gpm gli oltre sette minuti di vantaggio degli attaccanti ha scatenato l’Astana; il forcing, sotto la loro spinta ha sgranato il gruppo: oltre alla Maglia Rosa e agli uomini team Sky, si sono staccati anche diversi corridori della Tinkoff-Saxo.

Sull’ultimo strappo, a dieci chilometri dall’arrivo, Fabio Aru ha attaccato per primo, potendo contare sulla superiorità numerica della sua Astana. Forse sperava di emulare l’azione di Nibali della seconda tappa dell’ultimo Tour, ma la rasoiata ha fatto male comunque: Contador e Ritchie Porte gli hanno resistito ma senza compagni di squadra in grado di aiutarli; mentre Rigoberto Uran, in difficoltà già da qualche chilometro, ha tagliato al traguardo con circa 40 secondi di ritardo da loro.

SULL’ABETONE IL PRIMO ESAME

La quinta tappa è stata dedicata a Gino Bartali. La Prato-Abetone di 152 chilometri è una delle più attese e darà i primi vedetti. Il percorso è ancora adatto alle fughe a lunga gittata, ma i big si concentreranno sull’ultima scalata, lunga 17 chilometri. Le rampe del primo arrivo in salita hanno pendenze abbordabili; farà la differenza la velocità con cui verranno affrontate. L’uomo più atteso è Ritchie Porte, sempre al coperto finora. Anche se Contador aveva detto che sarebbe stato il primo ad attaccare, di sicuro Aru sarà il più controllato, dopo la prestazione della vigilia, e ricordando la vittoria della tappa di Montecampione al Giro 2014.

 
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