Decreti sicurezza e famiglia, Cdm a dopo il voto

Dopo la tempesta, a Palazzo Chigi sembra arrivata un po’ di quiete, almeno per il momento: tra Lega e M5S, sui decreti legge sicurezza e famiglia sembrano superate infatti le maggiori criticità e i cosiddetti ‘dubbi costituzionali’, motivo delle recenti incomprensioni nella maggioranza sull’approvazione dei decreti durante lo scorso Cdm.

Adesso, da Salvini a Di Maio e da Conte a Mattarella, si dicono tutti «pronti», ma a ridosso del voto europeo nessuno se la sente di convocare il nuovo Consiglio dei Ministri: «Questo lo decidono i tecnici», spiega Luigi Di Maio ai giornalisti in un incontro a Cosenza.
Così, è proprio il premier Conte a dover smorzare i toni dei giorni scorsi, tentando un approccio riconciliatorio davanti alla stampa a Palazzo Chigi: «Tutto il governo condivide i due obiettivi politici».

Spaccatura nella maggioranza

Il problema più evidente tuttavia è stato che da una parte Salvini e dall’altra Di Maio, hanno insistito nel voler tirare l’acqua ognuno solo al proprio mulino, o meglio, al proprio decreto. Di collaborazione, neanche l’ombra. Per il ministro dell’Interno «sarebbe un peccato perdere tempo ha asserito al programma ‘Mattino 5 nel decreto sicurezza bis ci sono articoli contro la camorra, assunzioni per far eseguire le pene. Io sono pronto, mi aspetto la convocazione del Consiglio dei ministri».

E a chi gli rinfaccia il punto più controverso all’interno del dl sicurezza, in cui si parla di multe per chi soccorre i migranti in mare, alla trasmissione ‘L’aria che tira’, su La7, Salvini replica: «Mai stata la multa per chi salva vite in mare nel decreto sicurezza bis. Salvare vite è un dovere, ma ci sono le leggi del mare: se salvi vite vicino alla Tunisia o a Malta, ovvio che tu debba andare in Tunisia o a Malta». E per quanto riguarda gli attacchi al suo decreto mossi dall’Onu, Salvini invita caldamente l’organizzazione a pensare alla questione Venezuela.

Di Maio e il dl famiglia

Dall’altra parte della fune a tirare c’è Luigi Di Maio che aspetta impaziente che venga approvato il suo decreto famiglia. Proprio giovedì 23 maggio, al Sole24 ore Radiocor plus il vicepremier pentastellato ha ribattuto al leghista Massimo Garavaglia che lo ammoniva di utilizzare il miliardo eventualmente risparmiato dal reddito di cittadinanza per la riduzione del deficit, invece che destinarlo al dl famiglia. Ma Di Maio non va troppo per il sottile: «Per me quei soldi non si toccano […] La Lega è spaccata, Garavaglia dice una cosa e Salvini vuole sfondare tutto, mi devono dire cosa vogliono fare».

In mezzo a tutto questo tira e molla nel governo c’è anche chi all’opposizione si spazientisce, come il senatore di FI Maurizio Gasparri, che su Salvini affonda il dito nella piaga: «Dove sono finite le promesse per aumentare la sicurezza in Italia? Nel nulla».

Ad ogni modo, anche se ormai ‘passato’, l’ennesimo bisticcio nel governo giallo-verde, proprio in concomitanza delle elezioni europee, lancia segnali che confermano ancora una volta la debole coesione all’interno della maggioranza. E chissà che quest’ultima non sia solo un’altra quiete, prima di un’altra tempesta.

 
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