Proteste in Moldavia contro un Governo che «ricorda il regime comunista»

Dopo la maxi frode bancaria che ha messo in ginocchio l’economia del Paese, le proteste nella capitale moldava continuano da più di tre settimane. Un miliardo di euro, pari al 15 per cento del Pil nazionale, è stato sottratto dal sistema bancario Moldavo, e i principali coinvolti sono il Governo e le istituzione bancarie. Il Fondo Monetario Internazionale ha interrotto le trattative con le autorità moldave e ha rifiutato di accordare un nuovo prestito per sostenere l’economia del Paese.

Portato alla disperazione e alla povertà, il popolo moldavo si è rivoltato contro i suoi rappresentanti ed è sceso in strada per protestare. Dopo il 6 settembre 2015 – la data che ha segnato l’inizio delle manifestazioni, con più di 100 mila persone che chiedevano le dimissioni dei principali sospettati – le proteste pacifiche si sono espanse in tutto il Paese. Alle rivendicazioni del popolo, il Governo non ha ancora risposto in alcun modo. L’unico passo in avanti è stata la dimissione di Dorin Dragutza, governatore della banca Nazionale di Moldavia.

Oggi, nei vari centri provinciali sparsi su tutto il territorio della Repubblica, medici, professori, agricoltori, studenti, pensionati e operai, chiedono di restituire il Paese al popolo, di arrestare i responsabili del furto, e di liberare lo Stato dagli oligarchi ritenuti corrotti che lo conducono. La situazione attuale riporta la Moldavia a rivivere il dramma del 1990, quando ai tempi si lottava contro il sistema comunista del Paese.

Il popolo moldavo ritiene che gran parte della responsabilità debba ricadere su controversi politici come Vlad Filat e Vlad Plahotniuc. Attualmente i due personaggi condividono il potere in Moldavia; in particolare l’oligarca Vlad Plahotniuc, che controlla la magistratura e dirige la maggior parte degli affari del Paese.

In attesa della prossima ‘Grande Assemblea Nazionale’, prevista per il 4 ottobre, Dinu Plingau, membro della Piattaforma ‘DA’ (‘Dignità e Verità’), ha dichiarato che a suo avviso gli attuali membri della classe politica hanno le loro «radici» nel Partito Comunista Moldavo (PCRM). Epoch Times lo ha intervistato per saperne di più e comprendere le ragioni della protesta.

La Piattaforma Civica ‘Dignità e Verità’ ha organizzato le proteste nella ‘Grande Assemblea Nazionale’, e domenica 20 settembre nel centro di Chisinau si è tenuta una manifestazione a cui hanno partecipato persone provenienti da tutta la Bessarabia. Secondo lei cos’è che ha spinto le persone ad uscire in strada a protestare?

«Il motivo principale delle proteste è la rapina del sistema finanziario-bancario che ha causato un’enorme povertà, toccando tutte le sfere socio-economiche della Repubblica di Moldavia. Hanno sofferto agricoltori, medici, insegnanti, poliziotti, proprio tutti. Un’altra ragione è la svalutazione della moneta nazionale, l’inflazione elevata che ha causato gli aumenti dei prezzi, e in più l’appropriazione indebita (i famosi ‘attacchi raider’, per i quali hanno sofferto in tanti), inclusa la privatizzazione illegale della proprietà pubblica. Tutto questo ha spinto la gente a uscire in piazza per rivendicare i propri diritti, gridando che l’attuale governo non è più legittimo e che dovrebbe andarsene».

Queste proteste potrebbero essere considerate azioni contro il comunismo?

«Assolutamente sì! Perché la maggior parte dei membri degli attuali partiti pro-europei sono ex membri del Partito comunista, e in generale, riteniamo che la classe politica attuale sia neo-comunista, poiché utilizza la stessa tattica. Questa primavera abbiamo visto come i partiti filo-europei abbiano fatto una coalizione tacita con il Partito Comunista (PCRM), per cui abbiamo tutte le ragioni per sostenere che la classe politica attuale non è più pro-europea, ma piuttosto comunista».

Oltre a queste proteste, pensate di avviare altre azioni?

«Lo scopo della nostra protesta è quello di aumentare la pressione sul Governo in modo da riportare la giustizia e il Paese alla normalità. Siamo partiti dalle piccole proteste e dal picchettaggio. Ora stiamo protestando con un’azione più grande: dopo il 6 settembre, ci siamo riservati il diritto di continuare le proteste non-stop e abbiamo fondato la ‘Città della Dignità’, con oltre 400 tende di fronte al Governo, dove ora persone giunte da tutte le città vivono e manifestano per i loro diritti. Inoltre, se le nostre rivendicazioni non saranno soddisfatte dall’attuale governo, cercheremo di intensificare le proteste con altri mezzi. Abbiamo già annunciato che in tal caso, ci riserveremo il diritto di avviare uno sciopero generale sull’intero territorio nazionale».

Sono apparse possibili pressioni da parte del governo o dei partiti politici al fine di fermare queste proteste?

«I primi mezzi usati dai partiti sono stati i loro media, con i quali hanno denigrato le proteste. Prima hanno diffamato gli organizzatori delle proteste, poi sono passati alle intimidazioni. Sono state aperte delle cause penali contro alcuni membri del Consiglio dell’Assemblea Nazionale (CMAN), ed è stata avviata un’inchiesta sulle conversazioni telefoniche. Ovviamente le pressioni da parte loro sono molto elevate, ma ciò non significa che dobbiamo cedere.

«Recentemente ho ricevuto informazioni da diverse persone, che mi hanno detto che i membri dei partiti di governo stanno distribuendo in tutte le città dei volantini in cui si denigrano le proteste e i loro organizzatori, dicendo che sarebbero anti-patriottiche e che le proteste sarebbero finanziate esternamente dalla Federazione Russa, e si semina paura tra le persone. Quindi, stanno cercando di denigrarci con ogni mezzo, stanno tentando di fermare e di annientare qualsiasi rivolta popolare. In questo modo stanno distruggendo qualsiasi speranza del popolo di avere un futuro diverso.

«In sostanza hanno usurpato il potere dello Stato, e tale metodo è tipico di un regime comunista o socialista. Hanno monopolizzato le istituzioni giuridiche, la magistratura. L’intero Paese e il Governo sono guidati da delle forze oligarchiche che governano nell’ombra. Il metodo di promuovere aggressivamente la politica è simile a quello dei partiti comunisti di qualche tempo fa. Fondamentalmente la Repubblica di Moldavia è ritornata agli anni tra il 1990 e il 2000, quando al governo c’erano il Partito Agrario o il Partito Comunista».

Secondo lei il governo attuale ha degli alleati esterni come la Russia o la Cina?

«Hanno sicuramente degli alleati esterni. Molti dei nostri politici hanno un sacco di affari all’estero, tra cui la Federazione Russa e la Cina. Gran parte dei fondi per il finanziamento dei partiti politici provengono dalla Russia, e fanno anche molti affari con il governo cinese. Se analizziamo l’azienda che ha ricevuto il permesso di privatizzare l’aeroporto internazionale di Chisinau, vediamo che si tratta di una società della Federazione Russa. Si vede più un legame comune con le autorità russe e cinesi, che una cooperazione con i governi dei Paesi europei».

Alla ‘Grande Assemblea Nazionale’ abbiamo visto la partecipazione di più di 100 mila persone. Cosa pensa a riguardo?

«Praticamente ogni cittadino è deluso dalla situazione attuale del Paese. La povertà indotta e il furto di tanti soldi dal bilancio dello Stato hanno contribuito a portare alla protesta un numero così grande di persone. Tutti sono d’accordo con le conclusioni presentate dalla Piattaforma civica ‘Dignità e Verità’. Le persone sono d’accordo con il bisogno di organizzare le proteste e di rivendicare i propri diritti, ma sono anche spaventate dalle manipolazioni di massa fatte dai partiti esistenti. Questi cosiddetti partiti ‘pro-europei’ spaventano la gente: circa l’80 per cento dei mass media nazionali sono controllati dal Governo, e alcuni membri del partito vanno in giro per il Paese facendo propaganda contro le proteste di Chisinau, dicendo che i manifestanti hanno provocato la svalutazione della moneta nazionale, e che a causa delle proteste la Moldavia non avrà nessun prestito internazionale, che i russi verranno nuovamente a governare la Moldavia eccetera. Sono tutte menzogne, sono tutte tattiche comuniste per fare il lavaggio del cervello alla gente, per istigare all’odio e incutere timore».

 
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