Corea del Nord, una telefonata può costare il carcere

Incredibile ma vero: i cittadini nordcoreani rischiano di essere rinchiusi nei campi di prigionia politici o in altre strutture detentive se telefonano ai propri cari all’estero. Secondo un recente rapporto di Amnesty International, infatti, diversi nordcoreani hanno riferito che degli agenti hanno bussato alla loro porta alcuni mesi dopo che avevano telefonato ai loro parenti fuggiti all’estero. Secondo Amnesty, il problema è che le telefonate sono state fatte con cellulari cinesi acquistati illegalmente, che i nordcoreani usano abitualmente per parlare con parenti che hanno abbandonato il Paese.

L’utilizzo di questi cellulari e Sim importati illegalmente è in aumento, ma non tutti i telefoni provengono dalla Cina. Solitamente, i nordcoreani riescono a comprarli corrompendo i soldati alla frontiera oppure effettuano la chiamata pagando un intermediario, che ‘affitta’ questo genere di cellulari illegali. Avere un telefono permette ai nordcoreani che vivono vicino al confine con la Cina di connettersi alla rete mobile cinese.

Un caso tra tanti è quello di Choi Ji-woo, cittadina nordcoreana a cui gli agenti avevano riferito che i suoi genitori erano morti cercando di fuggire dal Paese alcuni mesi dopo, invece, è apparso un intermediario  che sosteneva di avere una lettera di suo padre. Grazie all’intermediario, ha raccontato la giovane ad Amnesty, ha potuto rimettersi in contatto con la sua famiglia: «quando l’intermediario ha chiamato e ho sentito la voce di mio padre, ho pensato: “È vivo, è vivo!”».

In Corea del Nord è consentito chiamare all’estero, ma è illegale vendere privatamente dispositivi di comunicazione provenienti da altri Paesi. Se i cittadini chiamano in Corea del Sud o in altri Paesi considerati nemici con questi ‘cellulari cinesi’, rischiano condanne penali per tradimento, e possono inoltre incorrere in pene minori, tra cui intermediazione o commercio illegale di telefoni cellulari. Il rapporto di Amnesty espone anche in dettaglio i problemi in cui nordcoreani incorrono se vogliono entrare in possesso di questi telefoni.
Molti cercano di evitare la cattura effettuando chiamate brevi e utilizzando nomi falsi, altri raggiungono remote zone montuose per ridurre al minimo il rischio di essere scoperti.

Ma Amnesty sostiene che il governo nordcoreano abbia rafforzato il controllo, importando moderne apparecchiature di sorveglianza e di rilevamento e utilizzando disturbatori di segnale nei pressi del confine cinese.
Inoltre, il Dipartimento di Sicurezza statale ha anche creato un’unità speciale chiamata ‘Ufficio 27’: «Per mantenere il loro controllo assoluto e sistematico, le autorità nordcoreane stanno agendo contro le persone che usano i cellulari per contattare la famiglia all’estero», ha rivelato Arnol Fang, ricercatore di Amnesty per l’Asia orientale.

Una donna nordcoreana che era stata arrestata per aver utilizzato un ‘telefono cellulare cinese’, ha svelato ad Amnesty che gli agenti erano dotati di un dispositivo di controllo a forma di antenna, con luci lampeggianti rosse: «hanno detto che era un dispositivo di rilevamento. Quando gli agenti dell’ ‘Ufficio 27’ sono venuti per arrestarmi, si sono tolti i cappotti e c’erano questi cavi elettrici legati intorno al loro corpo».

Secondo un’altra cittadina nordcoreana, nei casi peggiori si sconta una lunga pena detentiva, mentre in quelli meno gravi si può essere imprigionati per uno o due anni. Anche se la maggior parte dei detenuti può uscire pagando una tangente.


Articolo in inglese: ‘
North Koreans Risk Going to Prison When Calling Family Members Abroad

 
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