Conflitto Ucraina, Minsk dà speranza: cessate il fuoco dal 15 febbraio

Dopo una trattativa durata più di 16 ore, la Merkel, Hollande, Putin e Poroshenko hanno raggiunto a Minsk un accordo: Putin annuncia il cessate il fuoco dal 15 febbraio e a seguire il ritiro delle armi pesanti dal fronte ucraino.

«Questa non è stata la migliore notte della mia vita. Ma la mattina è andata bene perché a prescindere da tutte le difficoltà nel corso dei negoziati siamo stati in grado di accordarci sulle questioni più importanti», ha esordito Putin nel discorso conclusivo del vertice ‘formato Normandia’, secondo quanto riportato dal media russo Sputniknews, aggiungendo che il motivo per cui ci è voluto così tanto è che le autorità di Kiev hanno rifiutato un contatto diretto con i rappresentanti di Donetsk e della Repubblica popolare di Luhansk.

Il presidente russo ha poi sottolineato che Kiev necessita di una riforma costituzionale che possa prendere in considerazione i diritti delle persone che vivono nell’Ucraina dell’Est, riporta Sputniknews; in questo modo potrà riprendere il controllo dei suoi confini se terrà delle elezioni nei territori occupati entro la fine del 2015, secondo il Kyiv Post. Ciò potrebbe inoltre promuovere la decentralizzazione e concedere più autonomia a quelle aree.

Sulla questione Poroshenko ha fatto sapere che non intendeva fare dell’Ucraina una federazione o dare autonomia ai territori occupati: «L’accordo stabilisce chiaramente che […] a partire dal primo giorno dopo le elezioni locali, il controllo (sul confine) deve passare per i rappresentanti dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa e alle guardie di frontiera ucraine. E nella seconda fase, le guardie di frontiera ucraine devono ripristinare pienamente la sovranità e il controllo dell’Ucraina sul confine ucraino nazionale entro la fine di questo anno», secondo quanto riporta il media di Kiev.

Ha poi aggiunto che un altro punto dell’accordo è la liberazione di tutti gli ostaggi entro 19 giorni, incluso il pilota ucraino Nadiya Savchenko, che rischia di morire di fame dopo uno sciopero della fame di 2 mesi in un centro di detenzione russo, riporta il Kyiv Post.

La Merkel e Hollande ora intravedono un po’ di «speranza», ma «non mi faccio illusioni, non ci facciamo alcuna illusione – dice la cancelliera tedesca secondo il Corriere – vi sono ancora di fronte a noi notevoli ostacoli. Tuttavia vi è una possibilità di evolvere le cose verso il meglio». 

 
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