Conflitto russo-ucraino, una distrazione da Taiwan

Di Antonio Graceffo

Mentre cresce la tensione tra Washington e Mosca su una potenziale invasione russa dell’Ucraina, non è chiaro da che parte starà la Cina.

Poiché la Cina ha relazioni commerciali e di investimento con tutti e tre i Paesi e l’Unione Europea, è possibile che Pechino non venga coinvolta. Tuttavia, è possibile che il regime cinese usi l’Ucraina come distrazione per conquistare Taiwan.

Dal 2014, i leader russi citano periodicamente delle ragioni storiche e culturali per cui credono che l’Ucraina appartenga alla Russia. Infatti, in vista del 30° anniversario della caduta dell’Unione Sovietica, il presidente Vladimir Putin e l’ex presidente Dmitry Medvedev hanno pubblicato vari documenti che rivendicano il dominio russo sull’Ucraina.

La Bielorussia e l’Ucraina fungono da zone cuscinetto tra la Russia e la Nato. Di conseguenza, la Russia si oppone all’ingresso dell’Ucraina nella Nato, che vede come una preoccupazione per la sicurezza.

Un rappresentante della Casa Bianca ha dichiarato in una conferenza stampa il 6 dicembre che la Russia ha spostato dei gruppi tattici delle dimensioni di un battaglione al confine con l’Ucraina. E vari media hanno riferito che il numero di soldati russi è di circa 100 mila unità.

L’alto funzionario della Casa Bianca ha affermato che gli Stati Uniti invieranno soldati se gli alleati dell’Europa orientale lo chiedessero, ma che le sanzioni sono il mezzo preferito per affrontare questa sfida, in quanto le risorse militari statunitensi sono concentrate nel contrastare la Cina nell’Indo-Pacifico e il Pentagono preferirebbe non affrontare guerre su due fronti.

Il jolly in questo potenziale conflitto a tre è la Cina. La domanda è: la Cina ha abbastanza affari con l’Ucraina per intercedere per suo conto? Oppure la Cina si schiererebbe dalla parte della Russia, mettendo gli Stati Uniti, la Nato e l’Ue contro le potenze militari numero due e numero tre sulla Terra?

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che le relazioni del suo Paese con Pechino hanno fornito alle imprese cinesi un «ponte verso l’Europa». L’Ucraina è membro della Belt and Road Initiative (Bri, nota anche come «One Belt, One Road») e ha collaborato con la Cina su programmi infrastrutturali, tra cui la costruzione di aeroporti, strade e ferrovie. L’Ucraina è rimasta in silenzio sul genocidio contro i musulmani uiguri nello Xinjiang, rimuovendo persino il suo nome da un documento multilaterale europeo che condanna le violazioni dei diritti umani da parte della Cina.

La Cina è il principale partner commerciale dell’Ucraina, con un commercio bilaterale di 15,4 miliardi di dollari, pari all’11% del Pil dell’Ucraina nel 2020. L’Ucraina esporta materie prime in Cina mentre registra un enorme deficit commerciale, importando prodotti finiti e tecnologia. L’investimento cinese in Ucraina è però stato estremamente contenuto, con 47 milioni di dollari provenienti dalla terraferma e 60 milioni di dollari da Hong Kong. Numerosi progetti annunciati da Pechino non hanno mai avuto luogo, e gli investimenti esistenti non hanno aggiunto valore all’economia ucraina.

L’incapacità dell’Ucraina di soddisfare i requisiti di buona governance – come le misure anticorruzione e la de-oligarchizzazione – impedisce al Paese di prendere in prestito dai prestatori tradizionali. Di conseguenza, l’Ucraina si è rivolta alla Cina. I prestiti da Pechino generalmente hanno vincoli politici, ma nessun requisito per il miglioramento della democrazia. Sebbene i prestiti siano opachi, si ritiene che l’Ucraina abbia recentemente preso in prestito 400 milioni di dollari dalla Cina. Ciò si aggiunge ai 372 milioni di dollari presi in prestito nel 2011 e a 1,5 miliardi di dollari presi in prestito nel 2012 dalla Exim Bank of China.

L’impegno economico della Cina con la Russia è, ovviamente, molto maggiore. Nel 2020, gli investimenti diretti cinesi in Russia hanno superato i 12 miliardi di dollari. La Cina è il principale partner commerciale della Russia sia nelle importazioni che nelle esportazioni, con un commercio totale che raggiunge i 108 miliardi di dollari nel 2020, e i due Paesi si impegnano ad aumentare questo numero a 200 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni. La Cina è il più grande importatore mondiale di petrolio. La Russia è il secondo esportatore di petrolio della Cina, con vendite nel 2020 per un totale di 23,8 miliardi di dollari e esportazioni nel 2021 che superano i 36 miliardi di dollari.

La Russia è membro della Shanghai Cooperation Organization (Sco) e della Bri. Sia la Cina che la Russia fanno parte di Brics, acronimo per le economie combinate di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa.
Inoltre, Russia e Cina hanno recentemente rinnovato un trattato di amicizia di 20 anni. I due Paesi hanno tenuto esercitazioni militari e pattugliamenti congiunti, ma non hanno un accordo formale di difesa reciproca.

Le relazioni commerciali della Cina con gli Stati Uniti sono ammontate a 560 miliardi dollari di nel 2020, con l’America che ha un enorme deficit commerciale con la Cina. Oltre al commercio, i due Paesi sono importanti partner di investimento. Nel 2020, gli investimenti statunitensi in Cina sono stati pari a 123,9 miliardi di dollari. Nello stesso anno, la Cina ha investito 38 miliardi di dollari negli Stati Uniti. L’America è anche tra le prime 10 fonti di petrolio della Cina, ed ha esportato oltre 6 miliardi dollari di nel 2020.

Alcuni osservatori ritengono che se scoppiasse una guerra in Ucraina, Pechino non intercederebbe a favore di Kiev. Dopo che la Russia ha annesso la Crimea nel 2014, Pechino e Mosca hanno concordato la costruzione del gasdotto Russia-Cina Power of Siberia, cosa che suggerisce che il Partito Comunista Cinese (Pcc) non sarà disposto a sacrificarsi per l’Ucraina.

D’altra parte, schierarsi con la Russia contro l’Ucraina danneggerebbe le relazioni della Cina con l’Ue. Il commercio della Cina con l’Ue nel 2020 ha superato i 586 miliardi di dollari e gli investimenti sono stati pari a 7,4 miliardi di dollari. Andando avanti, sembra che il Pcc voglia aumentare il suo impegno economico con l’Europa.

Un’altra possibilità è che il Pcc stia aspettando che gli Stati Uniti siano coinvolti in un conflitto militare in Europa, prima di lanciare un attacco a Taiwan. La Russia sarebbe un formidabile nemico da combattere per gli Stati Uniti e condurre una guerra sia contro la Cina che contro la Russia sarebbe un percorso distruttivo da intraprendere. Di conseguenza, se la Cina rimanesse fuori da un potenziale conflitto Usa-Russia, è possibile che l’amministrazione Biden non si muova per impedire alla Cina di prendere Taiwan, poiché ciò significherebbe una guerra molto distruttiva su due fronti contro le più grandi potenze militari del mondo.

Se gli Stati Uniti si lasciassero risucchiare da un conflitto militare in Europa, l’amministrazione potrebbe non avere la determinazione di impegnare simultaneamente la Cina nel Pacifico.

 

Antonio Graceffo, Ph.D., ha trascorso oltre 20 anni in Asia. Si è laureato all’Università dello Sport di Shanghai e ha conseguito un China-Mba presso l’Universitò Jiaotong di Shanghai. Antonio lavora come professore di economia e analista economico cinese, scrivendo per vari media internazionali. Alcuni dei suoi libri sulla Cina includono «Beyond the Belt and Road: China’s Global Economic Expansion» e «A Short Course on the Chinese Economy».

Le opinioni espresse in quest’articolo sono dell’autore e non riflettono necessariamente quelle di Epoch Times.

Articolo in inglese: Russian-Ukraine Conflict: A Distraction From Taiwan

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