Porre fine alla fame nel mondo? Per questi ragazzi è semplice

NEW YORK – Il 16enne William Gomez si trovava all’ingresso del Long Island Bagel Cafe, un po’ impacciato. In questa soffocante serata estiva, c’erano più sacchi di bagel avanzati di quanti ne avesse previsti ed era l’unico volontario in servizio.

Ha chiamato il suo supervisore per vedere se qualcuno poteva mandargli un carrello, ma purtroppo non ce n’erano a disposizione. È stato così che William si è avviato a percorrere quel chilometro e mezzo che lo separava dalla Rescue Mission di New York, un’associazione senza fini di lucro che rifornisce di alimenti le abitazioni e i senzatetto, per consegnare quei 25 chili di ciambelle di pane avanzate.

Mentre girava l’angolo del primo isolato, si è trovato di fronte la 18enne Tiffany Perez che si stava affrettando a portargli il suo carrello vuoto. Il carrello era traballante e tenuto insieme con corda e nastro adesivo, tuttavia ha retto senza problemi il peso dei 25 chili di panini.

William e Tiffany sono volontari della Rescuing Leftover Cuisine, un’organizzazione senza scopo di lucro che raccoglie il cibo avanzato nei ristoranti, nei bar e presso le ditte di catering e lo consegna alle strutture di accoglienza per i senzatetto.

L’associazione è costituita da una rete di 1.500 volontari, cento dei quali sono capi organizzatori autorizzati alla manipolazione degli alimenti, che hanno il compito di assicurarsi che il cibo, con la pioggia o con il sole e con o senza ulteriori aiuti, venga consegnato alle missioni di accoglienza per i bisognosi.

Raccolgono tutti quegli alimenti quali bagel e altri tipi di pane, sushi fresco, latte biologico e carni provenienti da animali alimentati nei pascoli, che altrimenti verrebbero gettati via.

Per William e Tiffany, che sono due capi gruppo, non è un lavoro facile. È capitata una volta in cui la Perez ha dovuto portare da sola in una struttura di accoglienza, novanta chili di cibi preparati. La consegna ha richiesto più viaggi, ma a lei non importava.

«È una bella sensazione. I senzatetto sono così felici di vedermi», ha detto Tiffany. «Le persone al rifugio mi ringraziano. Continuano ripetutamente a ringraziarmi, non importa quante volte io dica prego».

La Rescuing Leftover Cuisine è un’organizzazione di recupero degli alimenti relativamente nuova. È una tra le numerose organizzazioni – come Second Helpings, Food Rescue e City Harvest – che in tutti gli Stati Uniti raccolgono in modo sicuro quegli alimenti commestibili che altrimenti sarebbe destinati alla pattumiera.

Tuttavia, c’è da osservare che la Rescuing Leftover Cuisine opera con un basso costo di produzione e con risorse minime, costituendo un sistema che potrebbe essere replicato a livello globale.

COME FUNZIONA

La Rescuing Leftover Cuisine è cresciuta esponenzialmente con un solo gruppo di personale a tempo pieno.

Nel 2014, sono stati recuperati 22.700 chilogrammi di alimenti. Altrettanti, ne sono stati recuperati nel solo primo trimestre del 2015.

La Rescuing Leftover Cuisine richiede poche risorse economiche. Opera su un costo di prelievo della merce di dieci centesimi di dollaro per libbra (circa 18 centesimi di euro per chilo), il che significa che una donazione di soli dieci dollari permette già un ampio margine di operatività.

Secondo Robert Lee, co-fondatore della Rescuing Leftover Cuisine, una donazione di dieci dollari consente loro di recuperare poco meno di cinquanta chili di cibo, i quali possono alimentare 83 persone.

«Con il costo di un solo pranzo se ne ricavano 83», ha detto Lee. «La nostra filosofia è che ogni piccola cosa aiuta».

La Rescuing Leftover Cuisine è ancora una piccola organizzazione rispetto alla City Harvest, ovvero la prima associazione senza scopo di lucro di recupero del cibo di New York, che opera nella città dal 1982. La City Harvest recupera ogni giorno circa 62 mila chili di cibo. Tuttavia, dal momento che ritirano gli alimenti con i furgoni e che a ogni missione di soccorso forniscono meno di 25 chili di cibo, il rapporto tra i costi e il servizio fornito non è così conveniente.

Dal momento che, per quanto possibile, la Rescuing Leftover Cuisine evita l’utilizzo dei furgoni, riesce a ridurre i costi di esercizio. La maggior parte dei suoi volontari si sposta infatti a piedi.

Nella maggior parte dei casi, la Rescuing Leftover Cuisine raccoglie il cibo dai ristoranti e dai negozi di alimentari nel raggio di un chilometro da un rifugio per bisognosi.

La quantità media di cibo che viene raccolta durante ciascun viaggio va dai 25 ai 35 chilogrammi. Idealmente, il carico è suddiviso tra cinque persone in modo che ciascun volontario trasportati solamente sette chilogrammi.

Questo modello di servizio a piedi si rivela tuttavia complicato per i capigruppo qualora non si dovessero presentare per un determinato turno un numero di volontari a sufficienza.

Si spostano a piedi durante le estati umide e in inverno, quando i loro carrelli rimangono bloccati negli spessi strati di neve.

Tuttavia, queste avversità non fermano i capigruppo. La Perez sta prestando servizio come volontaria da gennaio e copre tre turni al giorno per cinque giorni alla settimana.

«La maggior parte dei giorni trasporta dai 25 ai 35 chili», ha dichiarato Martin Bowman, un supervisore della Rescue Mission di New York. «Fa continuamente avanti e indietro, avanti e indietro, finché non ci ha portato tutto quanto».

«Noi la chiamiamo la mamma forzuta», ha detto ridendo. «Sembra magra, ma non lasciatevi ingannare».

I volontari come la Perez e Gomez non ricevono alcun compendio in denaro o cibo. Tuttavia, continuano a persistere nel loro impegno perché sono infastiditi dal pensiero che ogni giorno venga sprecata una notevole quantità di cibo, mentre molte persone sono affamate.

Secondo il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, un americano su sette vive in una situazione di instabilità alimentare. Tuttavia nel 2008, sono stati sprecati dalle famiglie, dai ristoranti, dalle caffetterie e dalle ditte di catering, quaranta miliardi di chilogrammi di cibo.

«Mi fa sentire bene sapere che ciò che faccio serve ad aiutare qualcuno», ha detto Gomez.

LA GLOBALIZZAZIONE DEL MODELLO

Il 24enne Lee sa bene come ci si sente a essere perennemente affamato.

È cresciuto mangiando spaghetti istantanei. I suoi genitori, emigrati dalla Corea verso gli Stati Uniti, hanno dovuto affrontare dei momenti difficili nel dover far fronte alle spese per l’affitto e per l’acquisto dei generi alimentari. La sua situazione era talmente critica che quando la sua famiglia decise di trattarsi meglio, iniziò a comprare un marchio di spaghetti istantanei leggermente più costoso.

Al tempo che Lee frequentava la Stern School of Business dell’Università di New York, iniziò a unirsi a un gruppo di studenti che portavano il cibo in eccesso della mensa alle missioni.

Dopo la laurea, Lee ottenne un lavoro come analista del rischio nella gestione degli investimenti alla J.P. Morgan, tuttavia avvertiva il bisogno di portare avanti il suo lavoro di recupero degli alimenti su una scala più ampia.

Le Nazioni Unite stimano che 868 milioni di persone in tutto il mondo sono affamate, e che entro il 2050, la popolazione mondiale è destinata a crescere di due miliardi di individui.

Lee ha poi smesso di lavorare a tempo pieno alla Rescuing Leftover Cuisine nel 2014.

Al momento, la Rescuing Leftover Cuisine si è estesa nelle città di Hillsborough nel New Jersey, Washington D.C., Albany, Miami, Portland, Los Angeles e Chicago.

Lee spera che il modello possa essere eventualmente replicato in altri Paesi.

Articolo in inglese ‘How These People Are Trying to End World Hunger. It Just Might Work.

 
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