Clandestino nascosto nel carrello dell’aereo: ritrovato corpo su un tetto

Un viaggio di vita o di morte quello di due clandestini che affidatisi al vento del destino hanno deciso di nascondersi nel carrello di un Boeing 767 della British Airways per tentare il viaggio della speranza. Uno di loro due si crede sia precipitato nei pressi di Londra, l’altro è arrivato vivo, in gravi condizioni.

Il velivolo era partito da Johannesburg, Sud Africa, ed era diretto a Londra. Durante la fase di atterraggio all’aeroporto di London Heathrow, uno dei clandestini sarebbe precipitato sul tetto di un negozio di Richmond e per lui non c’è stato niente da fare. Il corpo è stato ritrovato senza vita giovedì 18 giugno.

Il suo presunto compagno di viaggio, sopravvissuto ma in gravi condizioni, è stato ricoverato in ospedale; secondo la polizia di Scotland Yard, riporta il Mirror, è un giovane di 24 anni ed è stato ritrovato verso le 8.30 di giovedì nascosto nel carrello.

La polizia Metropolitana, secondo quanto riporta Adnkronos, sta indagando sulla vicenda anche per scoprire l’identità dell’uomo deceduto, indicato come «un giovane tra i 25 e i 30 anni»; il Mirror riporta tuttavia che attualmente la Polizia inglese ha tenuto a precisare come non sia ancora confermato dalle indagini che questa morte è collegata alla vicenda dell’altro ragazzo trovato ancora vivo nel carrello del Boeing.

Il clandestino, probabilmente insieme al suo compagno deceduto, ha affrontato un viaggio di ben 11 ore e lungo oltre dodicimila chilometri in condizioni terrificanti, sfidando le temperature dell’alta quota, la mancanza di ossigeno e soprattutto anche di spazio; infatti, secondo quanto ha riferito a Cnn Jose Wolfman Guillen, coordinatore per le operazioni di terra all’aeroporto internazionale di Chicago O’Hare, lì dentro a volte c’è anche meno spazio che in un bagagliaio di una macchina.

Tra i clandestini comunque, quella di nascondersi nei carrelli degli aerei è una pratica comune, sono diversi infatti gli episodi accaduti nel corso degli anni.

Nell’aprile del 2014 ad esempio un ragazzo di 15 anni era sopravvissuto a un viaggio di 5 ore dalla California alle Hawaii.

«Ci si può attaccare alla struttura del carrello un po’ come si farebbe su una scala – ha detto Guillen citato da Cnn – anche se il clandestino dovrebbe indovinare in che modo il pneumatico si chiuderà dopo il decollo. C’è un alto rischio di rimanere schiacciati una volta che l’ingranaggio comincia a mettersi in moto».

Immagine concessa da shutterstock

 
Articoli correlati