Cina, l’antitrust perseguita le grandi aziende per sequestrare capitali per lo Stato

Di Frank Yue

Gli enti di vigilanza finanziaria cinesi stanno intensificando il controllo delle società tecnologiche: l’ultima notizia è un’indagine antitrust su Alibaba e una richiesta all’Ant Group di conformarsi ai requisiti normativi.

Il 25 dicembre il regime ha emesso nuovi «rapporti antitrust», specificando il numero d’indagini avviate dalle autorità nel 2019 – comprese quelle sulle joint venture estere e le società private cinesi – e le penali imposte loro.

Per gli analisti il motivo è chiaro: Pechino sta attaccando le grandi società perché ha bisogno di sequestrare capitali, dato che l’economia cinese continua la sua tendenza al ribasso e le casse del governo si stanno prosciugando.

Crackdown dell’antitrust

Il rapporto annuale dell’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato sull’«applicazione della legge anti-monopolio in Cina», ha mostrato che nel 2019 le autorità hanno avviato 103 indagini sul monopolio e chiuso 46 casi. Le aziende sono state multate per un totale di 320 milioni di yuan (circa 44 milioni di euro).

Il rapporto ha anche menzionato che verranno portate avanti le indagini su molte famose multinazionali con operazioni in Cina, tra cui Samsung (sede in Corea del Sud), Hynix (Corea del Sud), Micron (Usa), DuPont (Usa) ed Ericsson (Svezia).

L’agenzia ha anche elencato 10 esempi di società che sono state multate a causa delle loro violazioni delle «leggi anti-monopolio»: la joint venture sino-statunitense Chang’an Ford Automobile Co. è stata multata di 162,8 milioni di yuan (circa 22 milioni di euro) nel giugno 2019; Toyota Motor (China) Investment Co., di proprietà giapponese, è stata multata per oltre 87,61 milioni di yuan (circa 11 milioni di euro) a dicembre 2019; e la società statunitense East Man (China) Investment Management Co. è stata multata per oltre 24,37 milioni di yuan (circa 3,3 milioni di dollari) nell’aprile 2019. Anche le società tecnologiche cinesi, come Alibaba Investment Co. e la controllata China Reading Group di Tencent, sono state multate di 500.000 yuan (circa 68.400 euro).

L’impero di Ma

Sia Alibaba, specializzata in e-commerce, sia Ant Group, che possiede Alipay – la più grande piattaforma di pagamento digitale della Cina – sono state fondate da Jack Ma.

Il 27 dicembre, la banca centrale cinese ha dichiarato di aver riscontrato attività anticoncorrenziali in Ant Group e ha ordinato all’azienda di rivedere le sue operazioni di prestito e di finanziamento al consumo. Ant Group ha però dichiarato di essere pienamente conforme alle normative.

Le autorità si sono avvicinate alle due società dall’inizio di quest’anno. Il 3 novembre, la Borsa di Shanghai ha sospeso la quotazione pubblica pianificata di Ant Group, dopo che le autorità di regolamentazione hanno tenuto colloqui con quattro alti dirigenti della società, tra cui Ma. Quattro giorni dopo che Alibaba Investment è stata multata, le autorità hanno accusato Alipay di essere una piattaforma per «attività finanziarie illegali» e l’azienda ha smesso di offrire prodotti di deposito online.

Da settembre, le autorità hanno emanato diversi regolamenti e linee guida rivolti alle imprese fintech, osservando che la «crescita barbara» del settore finanziario doveva essere frenata.

Analisi

Gli esperti cinesi ritengono che la repressione «antitrust», sia una scusa con la quale le autorità obbligano le aziende a versare soldi.

Secondo Feng Chongyi, professore ed esperto di questioni cinesi presso l’Università di Tecnologia di Sydney «il regime prende denaro dalle grandi aziende, saccheggia capitali privati ​​e confisca i loro soldi per riempire il tesoro del Partito Comunista Cinese (Pcc)». Ed è probabile la recessione economica della Cina derivante dalla pandemia, abbia spinto le autorità ad agire rapidamente.

Frank Xie Tian, ​​professore di economia presso l’Università della Carolina del Sud-Aiken, la pensa nello stesso modo: «Questi giganti della tecnologia e della finanza… Prima il Pcc li ha usati a suo interesse, e ora sta prosciugando il loro capitale».

Il cronista cinese Tang Jingyuan ha osservato che l’indagine antitrust è coerente con la strategia di Pechino degli ultimi anni, del limitare ulteriormente le imprese private e portarle sotto il controllo del Pcc.

Il crescente elenco delle sanzioni statunitensi alle imprese cinesi ha portato al regime difficoltà finanziarie e forse a valutare la possibilità di sequestrare parte dei beni di Alibaba o di Ant Group per alleviare i problemi economici. Inoltre Ma non si era mai dichiarato pubblicamente alleato del leader del Pcc, Xi Jinping, e quindi corre il rischio politico di non essere gradito alle autorità.

 

Articolo in inglese: Beijing’s Antitrust Probes an Effort to Rein In Private Sector, Analysts Say

 
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