Autista Uber investe tassisti a Torino: «Mi hanno minacciato»

Continuano le polemiche tra tassisti e driver Uber dopo la decisione del Tribunale di Milano, che ha bloccato l’app Uberpop. Nella notte dello scorso sabato un austista Uber ha investito quattro tassisti a Torino, che hanno riportato escoriazioni recuperabili in qualche giorno.

«Poteva essere una strage» ha esordito Federico Rolando, rappresentante dei tassisti torinesi, riporta Ansa; ma il suo punto di vista non convince totalmente la procura, che ha aperto un’indagine a riguardo. Verso le 4 di mattina, nel quartiere di San Salvario, l’autista del noto servizio web si è fermato all’angolo tra corso Massimo d’Azeglio e corso Marconi, e ha caricato una signora.

«I colleghi non avevano ancora preso servizio, stavano solo attraversando la strada – sostiene Rolando – e sono stati investiti. Siamo esterrefatti: fatti come questo accadono perché una società illude le persone di avere un lavoro, mentre il governo nasconde la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, e permette a qualcuno di lavorare nella completa illegalità». Tuttavia la versione del driver è un’altra: «Mi hanno minacciato», riporta Il Fatto Quotidiano.

È stato l’uomo a contattare la polizia sporgendo denuncia alla Questura di Torino, che ha ascoltato la sua versione dei fatti, nella quale dice di essere stato accerchiato dai quattro tassisti mentre faceva salire la donna a bordo e per questo ha poi premuto l’acceleratore per paura.

Tuttavia il portavoce dei tassisti sottolinea la sentenza del Tribunale: «Il servizio deve essere interrotto, in uno Stato di diritto gli ordini dei giudici devono essere rispettati – ha detto Rolando, citato da Ansa – Se non si è d’accordo con le pronunce dei tribunali queste si contestano nelle sedi competenti, non di certo si continua ad agire come se non esistessero».

Della questione se ne sta occupando il pubblico ministero Paolo Scafi, il quale, prima di prendere determinati provvedimenti, ha intenzione di ascoltare la ricostruzione della polizia. 

Immagine concessa da Shutterstock.

 
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