Ambasciatore statunitense in Australia critica la ‘diplomazia’ dell’ambasciata cinese

Di Daniel Y. Teng

L’ambasciatore statunitense in Australia ha criticato l’ambasciata cinese a Canberra per aver deliberatamente divulgato alla stampa un dossier di rimostranze contro il governo federale australiano.

Mercoledì l’ambasciatore statunitense in Australia Arthur Culvahouse Jr. ha dichiarato ai giornalisti: «Sarò un po’ poco diplomatico. Non vedrete mai un’ambasciata degli Stati Uniti consegnare una lista del genere a un giornalista in Australia. Quella lista riflette i temi per cui il governo australiano si batte per il proprio interesse e per l’interesse nazionale dell’Australia».

Culvahouse Jr. ritiene che questo genere di questioni dovrebbero essere gestite tra i rispettivi governi e che «non è il modo di fare diplomazia». «Questo tipo di interferenze non credo che le vedrete mai dagli Stati Uniti».

Proprio la scorsa settimana, il primo ministro Scott Morrison è stato costretto a rispondere a un dossier fornito dall’ambasciata cinese a Canberra alla Nine Entertainment Co, proprietaria del quotidiano The Age e del Sydney Morning Herald. L’elenco delle rimostranze include la questione dei finanziamenti governativi all’Australian Strategic Policy Institute, operazioni contro giornalisti cinesi, la cancellazione di visti accademici e la partecipazione dell’Australia a una serie di forum multilaterali sugli affari della Cina a Taiwan, Hong Kong e nello Xinjiang, che secondo il regime sono stati promossi proprio dall’Australia.

L’ambasciata cinese si è anche lamentata delle richieste dell’Australia per un’indagine indipendente sulle origini del nuovo coronavirus (anche noto come virus del Pcc), dell’esclusione di Huawei dalla rete 5G australiana, e del blocco di 10 distinti investimenti esteri cinesi nei settori delle infrastrutture, dell’agricoltura e della zootecnia.

Ad ogni modo, Epoch Times non ha avuto modo di visionare il documento in questione.

Quel che è certo è che negli ultimi anni l’Australia ha assunto una posizione più dura nei confronti dell’influenza e delle attività d’infiltrazione di Pechino nel Paese, avviando una serie di iniziative come inchieste governative, nuove leggi e adottando una politica estera più forte in difesa degli interessi australiani nella cosiddetta zona dell’Indo-Pacifico.

Il premier Morrison ha citato il dossier durante il programma Today: «Facciamo le nostre leggi e le nostre regole e portiamo avanti le nostre relazioni nel nostro interesse, e ci schieriamo con gli altri Paesi, sia che si tratti di questioni relative ai diritti umani o di cose che stanno accadendo in giro per il mondo, compresa la Cina. Ora, se questa è la fonte delle tensioni tra Australia e Cina, bene, posso assicurarvi che l’Australia continuerà ad essere se stessa».

Nelle ultime settimane, Pechino ha allargato la sua disputa commerciale con l’Australia, che attualmente sta prendendo di mira le esportazioni australiane di carne bovina, orzo, carbone, vino, cotone e legname.

 

Caden Pearson, giornalista di Epoch Times, ha contribuito a quest’articolo.

Articolo in inglese: ‘Not the Way to Do Diplomacy’: US Ambassador to Australia Criticises Chinese Embassy’s Complaints Dossier

 
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