Alternanza obbligatoria scuola-lavoro: altro punto critico della riforma

Buona parte degli insegnanti e delle associazioni studentesche ha qualcosa da ridire circa ogni punto della riforma di Renzi-Giannini sulla scuola. Uno dei punti criticati è quello dell’alternanza obbligatoria tra scuola e lavoro.

L’alternanza scuola-lavoro, spiega Daniela Margiotta del comitato referendario per l’abolizione dell’intera legge della Buona Scuola, «già esiste da qualche anno» e di base «è una cosa positiva». Il problema, secondo l’insegnante, è che le ore di lavoro sono state «aumentate esponenzialmente», andando a coprire i giorni liberi e a prendere il posto di una parte rilevante di ore di lezione. Si lavora togliendo il tempo alla matematica, all’italiano, e alle varie materie.

Gli studenti, quindi, avranno una preparazione «molto meno adatta a un percorso universitario», secondo la Margiotta.

200 ore di lavoro sono giudicate eccessive e sono anche obbligatorie. Secondo l’insegnante, membro del Comitato Nazionale Leadership alla Scuola, bisognerebbe anche dedicare a ogni studente un tutor sul luogo di lavoro, ma questo non è praticabile, per via della mole di studenti. E non è nemmeno stato definito il metodo per scegliere le aziende presso cui gli studenti dovranno lavorare.

In zone altamente industrializzate – spiega la Margiotta – si potrà trovare facilmente un’azienda dove uno studente possa svolgere un lavoro attinente all’indirizzo scolastico che ha scelto, ma in piccoli paesini non sarà facile. Allora che fare? Optare per un’azienda più lontana, o per un’azienda vicina, ma che non offre un tipo di lavoro attinente al corso di studio?

Secondo la Margiotta, il governo non ha ancora indicato come risolvere il dilemma.

Simile è il punto di vista degli studenti. Giacomo Zolezzi, responsabile nazionale presso l’Unione degli Studenti, concorda sul fatto che l’alternanza scuola-lavoro «se effettuata nei giusti modi può essere realmente formativa».

Ma per Zolezzi queste 200 ore di lavoro non pagato rischiano di essere solo un regalo alle aziende. Vanno invece garantiti maggiori diritti agli studenti e vanno escluse quelle aziende che «devastano l’ambiente» o hanno «legami mafiosi». Solo lavoro etico, quindi, per gli studenti.

La riforma della Buona Scuola è basata su un «impianto totalmente sbagliato», sostiene Zolezzi, in quanto non mette al centro il diritto allo studio.

A difendere l’alternanza scuola-lavoro Davide Faraone (Pd), che il 6 luglio scriveva su Facebook: «La Buona Scuola istituzionalizza l’alternanza scuola-lavoro, nel pieno rispetto del lavoro dei ragazzi, tutelato e regolamentato dalla Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro. Carta che contribuiranno direttamente a stilare nel Forum Nazionale degli studenti».

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