«Abbiamo evidenza di interferenze esterne, da parte di chi non ama la democrazia e utilizzerà l’intelligenza artificiale per destabilizzare. Ma sono fiduciosa. Come Europa dobbiamo essere pronti, cauti, ma non metterci in una posizione di stallo». Lo ha detto Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, intervenuta all’incontro Europa: domande aperte per un futuro comune, organizzato dall’Università Cattolica di Milano.
Metsola ha ricordato l’approvazione della prima legge europea sull’Ia: «Siamo stati il primo continente a raggiungere un accordo sull’intelligenza artificiale, con una legge approvata durante lo scorso mandato. Non è stato facile decidere di legiferare. C’era chi temeva che si trattasse di censura, o che si attribuisse un potere eccessivo alle autorità. Ma noi avevamo un’altra priorità: permettere all’Ia di crescere in Europa, senza perdere la nostra competitività e senza restare indietro, perché il mondo corre, e gli altri continenti si stanno muovendo molto velocemente.
Dobbiamo considerare l’Ia come un’opportunità, non come una minaccia. Serve un dibattito serio sugli investimenti, sulle infrastrutture e su come sfruttarne al meglio il potenziale. L’intelligenza artificiale cambierà tutto: il modo in cui le nostre università si organizzano, il mondo accademico, i nostri ospedali. Anche per noi, che facciamo campagne politiche, ci saranno problemi seri con la manipolazione del voto, o con la diffusione di affermazioni che ci vengono attribuite ma che non abbiamo mai pronunciato. Tutto questo lo stiamo regolando insieme alle piattaforme tecnologiche».