L’intelligenza artificiale ha reso “obbligatorio” il ritorno al nucleare

di Redazione ETI/Andrew Thornebrooke
17 Settembre 2025 13:32 Aggiornato: 17 Settembre 2025 16:33

Il boom dei data center, alimentato dall’ascesa dei servizi e delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale, promette di far lievitare sensibilmente i costi dell’elettricità. Il consumo di energia elettrica da parte dei data center dovrebbe crescere del 15 per cento annuo, un ritmo quadruplo rispetto a quello di tutti gli altri settori, secondo un rapporto di aprile redatto dall’Agenzia internazionale dell’energia.
Cina e Stati Uniti assorbono circa l’80 per cento di questo incremento mondiale. «L’intelligenza artificiale sarà il motore principale di questa espansione, e la domanda energetica dei data center ottimizzati per l’intelligenza artificiale è prevista quadruplicare entro il 2030» si legge nel documento.

Questa domanda aggiuntiva spinge le società elettriche a alzare le tariffe per l’intera utenza, consumatori inclusi. E i fornitori energetici dovranno investire in nuove infrastrutture di produzione per far fronte alle esigenze extra, aggravando ulteriormente gli oneri per gli utenti. Negli ultimi dodici mesi fino ad agosto, il prezzo medio dell’elettricità per i consumatori urbani negli Stati Uniti è salito di oltre il 6 per cento, un incremento ben superiore alla media storica, che si attesta poco al di sopra del 2 per cento annuo. E si prevede che i costi elettrici per gli americani possano aumentare in media fino al 18 per cento nei prossimi cinque anni, superando l’andamento di tutte le altre fonti di energia per il consumo domestico.

Alcune imprese si stanno già orientando verso la vendita di reattori nucleari modulari per soddisfare l’aumento di domanda di elettricità. Tra queste spicca Oklo, in California, che progetta, realizza e gestisce piccoli reattori modulari (Srm) per data center. Brian Gitt, dirigente di Oklo crede che gli Srm rappresentino l’unica via praticabile. Per evidenziare quanto rapidamente le richieste energetiche possano sfuggire di mano, Gitt ha citato il progetto di un data center da 11 gigawatt in Texas.«Il picco massimo di New York City è inferiore agli 11 gigawatt, e questo è un solo campus di data center». Il data center texano sarà “dietro il contatore”, vale a dire che non dovrà immettere la sua energia nella rete, ma è rappresentativo dell’accelerazione prevista nei tassi di consumo energetico, necessaria per far fronte alle pretese delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale.

Il nodo cruciale è che le centrali nucleari, indispensabili per alimentare tali strutture, richiedono anni le autorizzazioni e la costruzione. Le tradizionali centrali nucleari possono arrivare a costare 10 miliardi di dollari, impiegare fino a dieci anni per essere realizzate e necessitare di centinaia di acri di terreno oltre a colossali serbatoi d’acqua per il raffreddamento. Ed è qui che entrano in gioco gli Srm: un reattore da 75 megawatt occupa solo tre acri, richiede poca acqua e può essere completato in circa tre anni.
L’idea è che le aziende tecnologiche possano impiegare questi Srm per produrre energia “in casa”, nei propri complessi in modo scalabile, aggiungendo piccoli reattori man mano che le strutture si espandono, anziché dipendere dalla rete. Costruendo l’infrastruttura energetica in blocchi di dimensioni analoghe a quelle dei data center, si sincronizza lo sviluppo, evitando sovradimensionamenti e impianti energetici che rimangono inattivi e antieconomici per troppo tempo.

Ma il primo Srm di Oklo è in fase di sviluppo dal 2019 e non entrerà in funzione prima del 2028. Significa che passeranno anni prima che i data center smettano di attingere in misura rilevante dalla rete, mentre i costi per i consumatori continueranno a salire. Gitt, tuttavia, intravede in questa congiuntura un’opportunità per le aziende tech di guadagnarsi il favore delle comunità locali dove impiantano i data center. Sovradimensionando lievemente la capacità produttiva, i data center potrebbero riversare energia nella rete, calmierando di fatto i prezzi. In una nota aziendale del 4 agosto, Google ha accettato di ridurre il proprio uso di elettricità per liberare spazio in rete su richiesta delle utenze del Tennessee. In contropartita, però, la Tennessee Valley Authority inizierà ad acquistare energia dal reattore Hermes 2 di Google non appena entrerà in funzione nel 2030.

L’amministrazione Trump sta accelerando lo sviluppo nucleare per sostenere l’espansione dell’intelligenza artificiale, e Donald Trump ha firmato diversi ordini esecutivi mirati a quadruplicare la capacità nucleare nazionale entro il 2050, inclusa l’autorizzazione di 10 nuovi reattori entro il 2030.

 


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