JD Vance: la colpa della guerra è della Russia ma puntare il dito ora non serve a nulla

di Giovanni Donato
11 Agosto 2025 9:34 Aggiornato: 11 Agosto 2025 19:28

Il vicepresidente degli Stati Uniti sta preparando il terreno per l’incontro Trump-Putin-Zelensky. JD Vance ha dichiarato che l’amministrazione Trump sta lavorando per fare incontrare Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky. Lo ha detto nel corso di un’intervista a Fox News rilasciata il 10 agosto.

Dettaglio di particolare importanza, è il fatto che il vicepresidente degli Stati Uniti abbia affermato di ritenere utile un incontro tra Putin e Zelensky prima che il presidente russo si confronti con Donald Trump in Alaska. E Vance ha anche precisato che spetta al presidente degli Stati Uniti «mettere questi due a confronto». Un compito tutt’altro che facile. «Stamattina ho parlato con alcuni ucraini» ha poi aggiunto Vance, precisando che anche il ministro degli Esteri statunitense Marco Rubio «ha intrattenuto numerosi colloqui con loro». L’amministrazione Trump vuole insomma mantenere un flusso di comunicazione costante con l’Ucraina, con l’obiettivo di portare Zelensky e Putin a «sedersi davvero al tavolo per risolvere le loro divergenze». Il 9 agosto Trump aveva annunciato che l’«attesissimo incontro» con Putin in Alaska, previsto per il 15 agosto, fa parte di negoziati mirati a porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.

Parlando su Fox News Vance ha detto chiaramente che uno dei principali «ostacoli» alla fine della guerra è proprio il rifiuto di Putin di incontrare Zelensky: «Siamo arrivati al punto in cui, lo dico francamente, stiamo cercando di organizzare calendari e cose simili, pur di far sedere insieme questi tre leader e discutere la conclusione del conflitto». Il vicepresidente americano ha poi sottolineato che, in ultima analisi, gli Stati Uniti mirano a mediare un qualche accordo in base al quale ucraini e russi possano «vivere relativamente in pace» e soprattutto senza che nessuno più muoia da ambo le parti. Ma Vance è stato altrettanto chiaro sul fatto che un simile accordo – che è l’unico in grado di mettere fine al massacro in atto – non lascerà «particolarmente soddisfatta» nessuna delle due fazioni: «sia i russi che gli ucraini, alla fine, probabilmente ne usciranno insoddisfatti». Vance ha poi riferito che Trump gli ha confidato il proprio stato d’animo dicendogli: «Forse funziona, forse no. Ma vale la pena provarci».

«Vale la pena di tentare – ha poi ribadito Vance – e noi continueremo a sfruttare l’influenza diplomatica del presidente degli Stati Uniti per porre fine a questo conflitto».
Il vicepresidente americano ha poi precisato, qualora vi fossero ancora dubbi, che gli Stati Uniti incolpano la Russia di aver iniziato la guerra, invadendo l’Ucraina nel 2022. «Non ci piace – ha detto Vance – ma questa è la situazione attuale. Bisogna fare la pace qui. E l’unico modo per fare la pace è sedersi e parlare. Non si può puntare il dito – ha poi precisato Vance in un passaggio fondamentale dell’intervista — non si può accusare qualcuno e dire: ‘tu hai torto e noi abbiamo ragione’» perché, ha detto (spiegando l’ovvio) Vance «il cammino verso la pace passa attraverso un leader deciso che si sieda e costringa le fazioni a riunirsi».

Quanto ai possibili termini dell’accordo di questa pace “forzata”, il 9 agosto Zelensky ha escluso categoricamente la cessione di qualsiasi territorio ucraino alla Russia: «gli ucraini non regaleranno la propria terra all’invasore. Il popolo ucraino merita la pace. Ma tutti i partner devono comprendere cosa sia una pace dignitosa». Una posizione diametralmente opposta a quella di Putin, che dice di considerare, a tutti gli effetti, determinate regioni ucraine come territori russi  “occupati” dall’Ucraina.
Il compito che Donald Trump ha deciso di assumersi non potrebbe essere più arduo.


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