Jair Bolsonaro messo agli arresti domiciliari

di Redazione ETI/Aldgra Fredly
5 Agosto 2025 6:52 Aggiornato: 5 Agosto 2025 20:25

La Corte Suprema brasiliana ha disposto il 4 agosto gli arresti domiciliari per l’ex presidente Jair Bolsonaro, mentre è in corso il procedimento penale nei suoi confronti per complotto volto a sovvertire il risultato delle elezioni brasiliane del 2022. Nell’emettere l’ordinanza, il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes ha motivato la decisione con il mancato rispetto da parte di Bolsonaro delle misure cautelari impostegli il mese scorso, che gli impedivano l’uso dei social media e i contatti con funzionari stranieri. La nuova ordinanza di Moraes vieta a Bolsonaro l’utilizzo del telefono cellulare e la ricezione di visite durante gli arresti domiciliari, salvo per i suoi avvocati e per persone autorizzate dal tribunale. Il portavoce di Bolsonaro ha dichiarato che la polizia ha sequestrato il suo telefono cellulare in seguito all’ordinanza degli arresti domiciliari lunedì. I suoi legali hanno smentito le accuse di violazione di qualsiasi ordinanza giudiziaria e hanno annunciato l’intenzione di presentare ricorso.

Bolsonaro è sotto processo perché accusato di aver ordito una trama eversiva volta a sovvertire le elezioni politiche del 2022. I pubblici ministeri sostengono che Bolsonaro e diversi altri individui avrebbero tentato un colpo di Stato nell’ambito del quale avrebbe dovuto essere assassinato l’attuale presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Bolsonaro nega ogni accusa.

L’Ufficio per gli Affari dell’Emisfero Occidentale del ministero degli Esteri statunitense ha condannato sui social l’ordinanza degli arresti domiciliari e ha accusato Moraes di sfruttare le istituzioni brasiliane per silenziare l’opposizione politica e minacciare la democrazia: «Imporre ulteriori restrizioni alla capacità di Jair Bolsonaro di difendersi pubblicamente non è un servizio alla collettività. Lasciate che Bolsonaro parli». Il governo statunitense, ha poi dichiarato il Dipartimento di Stato americano, «riterrà responsabile chiunque favorisca o incoraggi comportamenti sanzionati».

Il presidente ha definito il processo a Bolsonaro una «caccia alle streghe» e ha introdotto un dazio del 50 per cento sulle importazioni brasiliane negli Stati Uniti, che entrerà in vigore questo mese. «Il modo in cui il Brasile ha trattato l’ex presidente Bolsonaro, un leader altamente rispettato in tutto il mondo – Stati Uniti inclusi – durante il suo mandato, rappresenta una vergogna internazionale», ha dichiarato Trump in una lettera del 9 luglio, esortando il governo brasiliano a porre fine ai procedimenti giudiziari contro Bolsonaro.
In risposta, Lula ha affermato in una nota del 9 luglio che qualsiasi aumento unilaterale dei dazi da parte dell’amministrazione Trump «sarà affrontato in conformità con la legge brasiliana sulla reciprocità economica». Lula ha poi difeso il sistema giudiziario brasiliano, dichiarando: «i procedimenti contro i responsabili della pianificazione del colpo di Stato rientrano esclusivamente nella competenza del potere giudiziario brasiliano e, in quanto tali, non sono soggetti a interferenze o minacce che possano compromettere l’indipendenza delle istituzioni nazionali». Il 30 luglio, il  Tesoro statunitense ha imposto sanzioni contro il giudice Moraes, motivandole con il fatto che il magistrato avrebbe utilizzato la sua posizione per «autorizzare detenzioni arbitrarie prima del processo e sopprimere la libertà di espressione» in Brasile.


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