Israele ferma la Flotilla

di Redazione ETI
2 Ottobre 2025 9:27 Aggiornato: 2 Ottobre 2025 12:26

Israele ha iniziato a intercettare e fermare ieri sera, mercoledì primo ottobre, tredici imbarcazioni della Global Sumud Flotilla trasferendo i passeggeri in un porto israeliano. Tuttavia, la Flotilla non demorde: altre trenta barche hanno continuato a navigare verso Gaza, hanno dichiarato gli organizzatori.

La Flotilla è l’ultimo tentativo di rompere il blocco navale imposto da Israele dal 2007, quando i terroristi di Hamas hanno preso il controllo della Striscia di Gaza. È composta da oltre quaranta imbarcazioni civili con a bordo circa cinquecento attivisti, tra cui Greta Thunberg, un tempo nota come attivista climatica. Un video diffuso dal ministero degli Esteri israeliano mostra Greta seduta sul ponte di una barca circondata da soldati, dopo il fallito tentativo di forzare il blocco navale della Marina israeliana e penetrare in zona di guerra per consegnare viveri e medicinali che in realtà avrebbero potuto essere consegnati facilmente e senza pericoli da diverse organizzazioni umanitarie.
«Diversi vascelli della flottiglia Hamas-Sumud sono stati fermati in sicurezza e i loro passeggeri vengono trasferiti in un porto israeliano», ha affermato il ministero della Difesa israeliano su X, aggiungendo: «Greta e i suoi amici sono sani e salvi».

Gli organizzatori della Flotilla denunciano un «crimine di guerra», accusando le forze israeliane di aver usato tattiche aggressive, inclusi idranti e tentativi di affondare la barca Maria Cristina, tutte accuse non verificate indipendentemente e su cui i militari israeliani non hanno commentato.
Quando sono state abbordati, i natanti si trovavano a circa settanta miglia nautiche da Gaza, in acque internazionali, ma all’interno di una zona controllata da Israele per impedire avvicinamenti.

Dalla flottiglia sono poi emersi video su Telegram in cui gli attivisti, mostrando i passaporti, sostengono di essere stati rapiti e condotti in Israele contro la loro volontà, ribadendo il carattere non violento e umanitario della missione. Ma «la flottiglia proseguirà senza esitazioni» hanno dichiarato in un comunicato gli attivisti chiedendo a governi e istituzioni internazionali di garantire la loro sicurezza e rilascio. Nessun componente della Flotilla risulta attualmente essere in stato di arresto: le autorità israeliane hanno fermato gli attivisti per identificarli e poi rimpatriarli.

La settimana scorsa, la Flotilla aveva denunciato di essere stata attaccata da droni che avevano lanciato granate stordenti e polvere irritante, causando danni ma nessun ferito.

Italia e Spagna avevano dispiegato navi e droni per assistere i propri cittadini, e droni turchi hanno poi seguito il convoglio. Italia e Spagna avevano interrotto la “scorta” a centocinquanta miglia nautiche da Gaza, come annunciato martedì dal ministero della Difesa italiano. Italia e Grecia hanno chiesto a Israele di non maltrattare gli attivisti e proposto di consegnare gli aiuti alla Chiesa cattolica per una consegna indiretta. Offerta, questa, già respinta dalla Flotilla. Precedentemente, la marina israeliana aveva intimato alla Flotilla di non avvicinarsi alla zona di guerra e di non violare un blocco navale legittimo, offrendosi a sua volta di trasferire gli aiuti trasportati sulle imbarcazioni attraverso canali sicuri. Ma sempre senza successo: gli attivisti sono determinati a consegnare le casse con le loro mani direttamente dentro Gaza.

Funzionari israeliani, tra cui l’ambasciatore in Italia Jonathan Peled, e politici italiani – a partire dal presidente del Consiglio – hanno definito la missione provocatoria. «Questo rifiuto sistematico di consegnare gli aiuti dimostra che l’obiettivo non è umanitario, ma provocatorio», ha scritto su X l’ambasciatore Peled.

Il ministero degli Esteri turco, invece, ha definito l’attacco un «atto di terrore» che mette in pericolo civili innocenti. La Spagna ha esortato Israele a non violare i diritti degli attivisti.
Mercoledì, il presidente colombiano Gustavo Petro aveva espulso l’intera delegazione diplomatica israeliana – già senza ambasciatore dal 2024 – definendo le detenzioni di due colombiani un «nuovo crimine internazionale» di Benjamin Netanyahu e rescindendo l’accordo di libero scambio. In una conferenza stampa di mercoledì, l’esperta Onu sui diritti palestinesi Francesca Albanese ha definito l’intercettazione una «violazione del diritto internazionale», negando la giurisdizione israeliana sulle acque al largo di Gaza.

Antonio Tajani ha dichiarato mercoledì che il suo omologo israeliano Gideon Saar ha garantito l’assenza di violenza: «L’abbordaggio era previsto, e mi è stato assicurato che non ci sarebbero state azioni violente». Tajani ha poi aggiunto che l’ambasciata a Tel Aviv e il consolato a Gerusalemme assisteranno gli italiani, probabilmente portati ad Ashdod e poi espulsi.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva ripetutamente avvisato la Flotilla che sarebbe senz’altro stata intercettata in alto mare da Israele e che ci sarebbero stati dei fermi di polizia.
Anche Giorgia Meloni ha più volte esortato la Flotilla a fermarsi, sottolineando che per consegnare gli aiuti umanitari esistono mezzi infinitamente più rapidi, efficienti e sicuri. E che la Flotilla ha provato a forzare il blocco navale proprio mentre si attende la risposta di Hamas al piano di pace americano, rischiando di far saltare le trattative.

 

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